L’inflazione nell’Eurozona continua a salire, confermando le stime preliminari che indicavano un incremento a dicembre 2024. L’Ufficio europeo di statistica ha riportato un tasso annuo del 2,4%, segnando un aumento rispetto al 2,2% registrato a novembre. Questo livello rappresenta il secondo picco più alto dall’estate scorsa, quando a luglio i prezzi al consumo crebbero del 2,6%.
Tra le principali componenti che guidano l’indice armonizzato dei prezzi al consumo, spiccano i servizi, che hanno segnato un aumento annuo del 4% a dicembre, rispetto al 3,9% del mese precedente. Questo dato evidenzia come i servizi continuino a essere il settore con il maggiore impatto sull’inflazione complessiva.
Anche su base mensile, l’indice mostra una crescita dello 0,4%, in linea con quanto anticipato dalle stime iniziali. Questo ritmo costante di incremento mensile riflette la pressione inflazionistica persistente in diverse componenti economiche, in particolare nei servizi e in alcune categorie di beni.
L’aumento dell’inflazione pone ulteriori sfide per i responsabili della politica monetaria della Banca Centrale Europea (BCE), impegnati a bilanciare il sostegno alla crescita economica con il contenimento delle pressioni inflazionistiche. Mentre il livello attuale rimane entro l’obiettivo di medio termine della BCE (un’inflazione vicina ma inferiore al 2%), l’aumento dei prezzi negli ultimi mesi potrebbe sollevare interrogativi sulla necessità di interventi futuri.
L’inflazione in crescita potrebbe tradursi in un aumento del costo della vita per i cittadini dell’Eurozona, soprattutto in settori essenziali come i servizi. Allo stesso tempo, le imprese potrebbero trovarsi ad affrontare un aumento dei costi operativi, con potenziali ricadute sui prezzi finali dei beni e servizi offerti.
Con l’inizio del 2025, la traiettoria dell’inflazione rimane un elemento chiave per le prospettive economiche dell’Eurozona. Sarà fondamentale osservare come la BCE e i governi nazionali affronteranno questa dinamica nei mesi a venire.