(AGENPARL) Roma, 16 gennaio – Lo sapevo, quest’auto può essere definita ed è “il piacere di guida”! 3 porte, versione John Cooper Works (JCW) – quella rosso e nera che ti fa girare ogni qualvolta la vedi – è la nuova Mini 3 porte che per gli addetti ai lavori porta il nome di modello F66.
Giunta alla quinta generazione , la nuova Mini 3 porte JCW, fornitami dall’impeccabile ufficio stampa di Mini Italia, porta l’emozione di guida alla maturità assoluta. Mi metto subito alla guida perché immagino che le emozioni da provare siano tante e uniche, aspettativa non delusa!
204 cv, 4 cilindri turbo, 300 Nm di coppia massima distribuita su di un ampio range, 1450/ 4500 giri minuto. E’ la versione John Cooper Works … la top di gamma. Il cambio è il classico 7 rapporti “Bmw Group” sufficientemente rapido nelle cambiate veloci, perfetto per una guida non esasperata. Che senso ha scegliere questa auto se non abbiamo un “piede pesante”? Lo ha perche’ questa autovettura, che risulta essere confortevole per la sua categoria – udite udite – riesce a fare anche 16/17 km con un litro di benzina su percorso extraurbano e oltre 13 km litro in città.
Oggi però voglio divertirmi, sempre nel rispetto delle norme imposte dal codice della strada e allora giù il piede sul pedale sull’acceleratore e…. arrivati in curva cerco l’ultima staccata. Sistema frenate potente ed efficiente, comportamento in curva da urlo…. si da urlo. Su questa versione della Mini il “Go kart feeling” si tocca con mano. Precisissima in curva, sempre pronta a scaricare a terra gli 200 cavalli….emozione pura. Cerco il limite, ma su quest’auto basta una correzione e capisci che il limite è ancora molto lontano. Si può rischiare, in sicurezza, perche l’auto è talmente “sportiva” che ti avverte quando la “fisica” prevale sull’emozione.
Pe me potrebbe bastare qui….la sceglierei solo per l’adrenalina che stimola, chilometro dopo chilometro, ma andiamo oltre e guardiamola fuori e dentro. Della Mini “minimaliste” del 1959 non c’è più traccia, ricercatezza è la parola d’ordine: linee moderne, filanti che catturano la mia attenzione. Davanti non ci sono più le prese d’aria laterali del fascione, così come quella sul cofano. Addio alle finiture cromate sulla carrozzeria, spazio al colore nero. Il posteriore è la scommessa di questa nuova Mini. Una rivoluzione rispetto al passato. Piace? Si, rivisitazione moderna di uno stile “senza tempo”. Cosa si nota subito: la soglia del portellone è incassata rispetto al paraurti, le luci triangolari riprendono la bandiera inglese in modo spigoloso, tutto il resto è armonia rotondeggiante.
Gli interni: domina lo schermo centrale OLED, touch da 24 cm di diametro dai colori brillanti e neri profondi. Si tratta del primo schermo, di forma circolare, montato su un’auto, che ha la risoluzione di una TV per nitidezza di immagini. Mi sono piaciuti i comandi per la regolazione della temperatura del climatizzatore, sempre in primo piano sullo schermo OLED , mentre per il volume e i controlli dell’audio c’e’ un mini joystick girevole nella sottostante ”barra di comando”: un ottimo compromesso tra semplificazione stilistica e praticità d’uso. La F66 è un’auto che piace a tutti, giovani e meno giovani, uomini e donne, per me rimane sempre un’auto da guidare. Grazie Mini…di esistere!