(AGENPARL) - Roma, 15 Gennaio 2025(AGENPARL) – mer 15 gennaio 2025 Per il 2025 l?artigianato lombardo evidenzia un sentimento misto tra
preoccupazione e fiducia, ma ciò che emerge maggiormente in queste prime
settimane del nuovo anno, come evidenzia CNA Lombardia, è l?esigenza di
ritrovare quanto prima una bussola, una gerarchia di priorità, una sequenza
di azioni da intraprendere.
Uno dei segnali che più preoccupa il mondo degli artigiani è infatti quello
dell?export, che secondo dati Istat vale in Italia 626 miliardi di euro, e i
rapporti con i diversi Paesi dell?Unione Europea e non solo. Un documento
del Centro Studi di CNA Nazionale stima in 6,5 miliardi complessivi il calo
di fatturato export registrato nel 2024 dall?Italia verso Cina, Stati Uniti,
Francia, Germania, che insieme rappresentano il 35% delle intere
esportazioni del Paese.
Anche la Lombardia, che rappresenta più del 25% dell?export dell?Italia,
segue inevitabilmente questo trend negativo, tanto che secondo i dati di
Unioncamere nei primi tre trimestri del 2024 il valore fa registrare 120
miliardi di euro, rispetto ai 122 miliardi dello stesso periodo del 2023
(-1,6%). In particolare nel 2024 la Lombardia ha fatto registrare un calo
delle esportazioni del 2,6% con la Cina, del 5,7% con gli Stati Uniti, del
3,1% con la Germania e del 3,3% con la Francia.
?Lo scorso anno il mondo ci ha messo di fronte a scenari nuovi ma senza
dubbio opportunità e minacce appaiono, una volta di più, profondamente
intrecciate nella loro genesi e nella loro evoluzione – afferma Giovanni
Bozzini, Presidente di CNA Lombardia -. In un quadro complessivo di
incertezza geopolitica, con il consolidarsi prolungato della crisi in
Medioriente e della guerra tra Russia e Ucraina, la crescita è stata
fortemente frenata. Ci domandiamo quali effetti avranno il protezionismo e
il ?bilateralismo? di Trump sull?economia della nostra Regione.?
?La recessione tedesca ha coinvolto direttamente le catene di fornitura
lombarde, specialmente nel settore meccanico – spiega Bozzini -.
L?Automotive è l?unico settore in calo di volumi anche rispetto al 2019:
segno di una crisi strutturale, certamente influenzata in negativo dal fatto
di aver puntato solo sull?elettrico, preparando molto più il mercato della e
per la Cina che non tutelando i numeri dell?Europa. La voce di Regione
Lombardia si è levata su questo punto critico anche a Bruxelles e ha fornito
indispensabili raccomandazioni a tutela della neutralità tecnologica del
Continente. In compenso, – prosegue – vola il turismo lombardo. Vola a tal
punto da impattare sulla fisionomia economica dei territori, sulla
composizione dei redditi, sul mercato immobiliare, sul mercato del lavoro:
opportunità e interrogativi si legano anche in questo caso. Dobbiamo essere
preparati. Purtroppo la politica e le sue risposte sono state fragili: negli
ultimi anni la legge di stabilità è spesso stata di galleggiamento, senza
una precisa direzione di marcia. Il fenomeno è, temiamo, trasversale sul
piano degli orientamenti politici?.
?C?è un tema di crisi della finanza pubblica e di sfiducia nella concreta
capacità della politica di incidere sulla direzione di marcia delle cose,
che appaiono sempre più governate dai soggetti portatori di grandi
innovazioni tecnologiche – sottolinea Stefano Binda, Segretario di CNA
Lombardia -. C?è un enorme problema di responsabilità nel gestire le
ricadute dell?innovazione, che non deve escludere le micro imprese e deve
restare uno strumento al servizio delle libertà e dell?economia reale. Nella
debolezza delle politiche economiche, appare prezioso mettere a segno buoni
risultati nella spesa delle quote di PNRR assegnate all?Italia e non far
scivolare l?Europa ai margini delle dinamiche globali. La società ormai è
già cambiata e, tra di noi, lievitano energie imprenditoriali nuove, sia tra
i giovani che innestano le nuove conoscenze sui processi produttivi sia tra
i nuovi italiani che reclamano integrazione e cittadinanza. La sfida dei
corpi intermedi è sempre legata alla tutela delle libertà ed è anche quella
di creare percorsi di integrazione e di rappresentanza dei nuovi interessi
emergenti, di tutto ciò che rende ancora vitali i ceti produttivi.?
?Infine è indispensabile non gravare sulla libertà di impresa con nuovi
balzelli – chiarisce Bozzini -. Purtroppo l?esempio del nuovo obbligo di
sottoscrivere un?assicurazione contro i rischi catastrofali non va nella
giusta direzione: CNA Lombardia non nega la bontà del fine dichiarato, ma
sicuramente bisognerebbe sedersi intorno ad un tavolo per stabilire regole
di ingaggio condivise tra Governo, categorie economiche, assicurazioni. C?è
ancora un po? di tempo per farlo.?
