La sterlina britannica continua a essere sotto pressione, segnando il sesto giorno consecutivo di perdite e scendendo dello 0,4% a 1,2156 dollari. La valuta ha vissuto una settimana difficile, toccando un minimo di 14 mesi a 1,2097 dollari lunedì, e proseguendo la sua discesa a causa di un rafforzamento generale del dollaro e delle persistenti preoccupazioni riguardo alla situazione economica e finanziaria del Regno Unito.
Il calo della sterlina arriva in un contesto in cui il dollaro statunitense ha raggiunto il suo livello più forte in oltre due anni, spinto da solidi dati economici provenienti dagli Stati Uniti. Questi dati hanno ridotto le aspettative di tagli dei tassi da parte della Federal Reserve, aumentando la domanda di dollari e mettendo sotto pressione le valute rivali, tra cui la sterlina.
In parallelo alla discesa della valuta, anche i titoli di Stato britannici, noti come gilt, hanno vissuto una settimana turbolenta. Le turbolenze nei mercati globali hanno scatenato una svendita dei titoli di Stato, con un aumento significativo dei rendimenti. Il rendimento dei titoli di Stato trentennali ha raggiunto il livello più alto dal 1998, riflettendo le crescenti preoccupazioni degli investitori riguardo alle finanze pubbliche e alle prospettive economiche del Regno Unito.
Nel frattempo, il governo britannico ha venduto obbligazioni indicizzate all’inflazione per un valore di 1 miliardo di sterline, ma alle condizioni più costose degli ultimi 19 anni. La vendita ha messo in evidenza l’incremento del costo di indebitamento per il governo, un segnale del crescente onere per i contribuenti derivante dalle recenti turbolenze nei mercati obbligazionari. Il Debt Management Office (DMO) ha collocato titoli di Stato indicizzati all’inflazione con scadenza nel 2054, ricevendo offerte per un importo pari a 3,06 volte quello offerto.
L’aumento dei rendimenti obbligazionari in Gran Bretagna riflette l’impatto di un incremento globale dei costi di indebitamento. Le preoccupazioni sull’inflazione, sia a livello nazionale che internazionale, e le aspettative ridotte di tagli dei tassi da parte delle banche centrali, in particolare negli Stati Uniti, hanno aggravato ulteriormente la situazione.
In aggiunta, l’incertezza sulle politiche economiche di Donald Trump, che entrerà in carica la prossima settimana, ha contribuito alla volatilità del mercato, accentuando il clima di incertezza che pervade i mercati finanziari. Questo scenario complesso sta mettendo alla prova la stabilità della sterlina e delle finanze del Regno Unito, con l’aumento dei costi di indebitamento che rischia di pesare ulteriormente sul bilancio pubblico.
In sintesi, la sterlina è sotto forte pressione a causa del rafforzamento del dollaro e delle sfide economiche interne, mentre il governo del Regno Unito si trova a fronteggiare una crescente difficoltà nel gestire il suo debito. Le prossime settimane potrebbero essere cruciali per stabilire se queste tendenze si inaspriranno ulteriormente o se vi saranno segnali di ripresa.