(AGENPARL) – sab 11 gennaio 2025 Superare le criticità della borsa italiana con azioni coraggiose che diano impulso ai mercati dei capitali a livello europeo.
By manlio marucci
Roma 11 gennaio 2025 -E’ da diversi anni che si cerca di dare impulso alla quotazione di società di capitali presso Borsa italiana, visto il limitato numero delle società quotate, rispetto alle borse degli altri paesi dell’Unione Europea che pur confermando l’andamento complessivo di Piazza Affari ottenuto nel corso del 2024 con performance del 6.4% e una capitalizzazione passata da 761,9miliardi a 810,6 miliardi, non trova tuttavia una rispondenza alle strategie e politiche adottate del governo in carica per aumentarne il suo valore finanziario
Se si prende come riferimento la capitalizzazioni di mercato al primo gennaio 2025, secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Finanziario della Co-Mar, le 13 società partecipate (direttamente o indirettamente dal Mef) hanno infatti perso 8,2 miliardi di valore rispetto al primo gennaio 2024: da 229,4 miliardi a 221,2 miliardi in totale, portando il peso sul listino di borsa italiana al 27,3%. Una profonda riconsiderazione, come affermato dal Ministro del Mef Giorgetti, nel Piano strutturale di bilancio che vede lo Stato ridimensionare il suo peso sotto il 30%.
Al di là delle scelte politiche che ne hanno determinato una ristrutturazione del portafoglio delle società quotate di cui lo Stato ne è azionista principale, con le privatizzazioni, è ipotizzabile una nuova strategia che ridisegni nuovi assetti per rilanciare il Paese Italia nel contesto europeo?
Se si esamina infatti anche la quota globale della capitalizzazione di mercato delle azioni quotate nell’UE si vede una significativa discesa del 18% dal periodo 2000 al 14% nella prima metà del 2024; in controtendenza invece gli Stati Uniti che hanno consolidato la loro posizione di leader indiscusso, rappresentando il 53% della capitalizzazione di mercato mondiale, sempre alla data di metà anno 2024. Anche se si fa riferimento al mercato cinese, questo si è espanso con forte velocità rappresentando lo 0,3% della capitalizzazione di mercato a livello mondiale che dagli anni duemila è cresciuto fino al 10% nel 2024.
Dati di mercato significativi che suggeriscono come gli Stati Uniti e la Cina sono centri più liquidi dell’Europa, con rapporti di fatturato misurati in base al volume di scambi rispetto alla capitalizzazione di mercato che si attestano a 2,9 volte negli Stati Uniti e 2,7 volte in Cina contro 1,1 volte in Europa.
L’evidenza di questi numeri ci aiuta a capire la crescente urgenza di trasformare gli attuali mercati dei capitali dell’UE in un “mercato unico dei capitali” globalmente competitivo, ben funzionante e su larga scala. Anche il recente intervento di Mario Draghi nel suo rapporto alla Commissione Europea ha espresso le sue raccomandazioni circa le riforme da adottare per rendere competitivo a livello internazionale il mercato europeo. Senza questo – è stato sottolineato – la crescita e la competitività future della regione sono in gioco. L’importanza e l’urgenza di sviluppare i mercati dei capitali dell’UE, è quindi diventato un punto centrale per la competitività delle imprese anche perché né i fondi pubblici né i finanziamenti bancari saranno sufficienti a finanziare i circa mille miliardi di euro di investimenti aggiuntivi all’anno necessari per digitalizzare e decarbonizzare l’economia dell’UE e per aumentarne la capacità di difesa.
Si spera che il dibattito in corso sul piano tecnico e politico a diversi livelli istituzionali che pone il rapporto fra risparmio ed economia reale, come elemento centrale nei vari programmi della stessa UE, sia anche occasione per dare corpo e significato al mercato unico dei capitali e al completamento dell’unione bancaria, anche al fine di adottare interventi legislativi di modifica del TUF (Testo Unico della Finanza).
——————————– a cura della Redazione ———————–
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