
L’inflazione annuale al consumo nell’area dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha registrato un lieve aumento a novembre 2024, attestandosi al 4,54%, rispetto al 4,45% di ottobre, secondo i dati pubblicati dall’OCSE giovedì.
L’aumento annuo dei prezzi al consumo ha evidenziato una crescita in 14 dei 38 paesi membri dell’organizzazione. Slovenia e Lituania hanno registrato i rialzi più marcati, mentre 11 paesi hanno visto un rallentamento dell’inflazione e 13 hanno mantenuto tassi stabili o quasi invariati.
La Turchia ha continuato a registrare il livello di inflazione più alto nell’OCSE, con un tasso del 47,1%, nonostante un calo di 1,5 punti percentuali rispetto al mese precedente. All’estremo opposto, Svizzera e Lussemburgo hanno riportato un’inflazione inferiore all’1%, mentre in Costa Rica il tasso è stato vicino allo zero.
L’inflazione alimentare è aumentata per il secondo mese consecutivo, raggiungendo il 4,3% a novembre rispetto al 3,9% di ottobre. Anche i costi energetici hanno mostrato un incremento, registrando un aumento dell’1,2% su base annua, a fronte di una diminuzione dello 0,5% il mese precedente.
L’inflazione di fondo, che esclude cibo ed energia, ha registrato un marginale rallentamento, scendendo al 4,9% a novembre dal 5,0% di ottobre. Questo calo ha contribuito a compensare parzialmente l’aumento dei costi alimentari ed energetici nei paesi OCSE.
Nell’area del G7, l’inflazione annuale è salita al 2,6% a novembre, rispetto al 2,3% di ottobre, con aumenti significativi in Giappone, Italia, Regno Unito e Germania. Tuttavia, il rapporto evidenzia che nei paesi del G7, ad eccezione del Giappone, l’inflazione di fondo rimane il principale fattore trainante dell’inflazione complessiva. In Giappone, invece, il contributo dell’inflazione alimentare ed energetica ha superato quello dell’inflazione di fondo.
Nel G20, l’inflazione annuale ha mostrato un rallentamento, scendendo al 5,7% a novembre dal 6% di ottobre, segnando il livello più basso da giugno 2023.
L’aumento dell’inflazione nell’area OCSE riflette una combinazione di pressioni sui prezzi alimentari ed energetici, insieme a dinamiche inflazionistiche sottostanti nei settori core. Sebbene l’inflazione di fondo abbia mostrato segni di rallentamento, il contesto economico globale resta complesso, con le banche centrali che potrebbero mantenere politiche monetarie restrittive per contenere ulteriori pressioni inflazionistiche.
Gli sviluppi futuri dipenderanno dalla stabilità dei mercati energetici, dall’andamento dell’economia globale e dalla capacità dei paesi di bilanciare il controllo dell’inflazione con il sostegno alla crescita economica.