
Jean-Marie Le Pen, figura di spicco della politica francese e fondatore del Fronte Nazionale, è morto all’età di 96 anni. Patriarca di una delle dinastie politiche più influenti e controverse della Francia, Le Pen ha lasciato un’impronta indelebile sulla scena politica del Paese negli ultimi cinque decenni.
Una carriera politica controversa
Nato in Bretagna, Le Pen è stato leader del Fronte Nazionale (oggi Rassemblement National) dal 1972 al 2011, e presidente onorario del partito fino al 2015. Durante la sua carriera, ha guidato cinque campagne presidenziali, incluso lo storico secondo turno delle elezioni del 2002, in cui affrontò Jacques Chirac, segnando uno shock politico per la Francia.
Le Pen è stato noto per le sue posizioni contro l’immigrazione di massa e per le frequenti dichiarazioni polemiche, che gli sono costate diverse condanne per incitamento all’odio. Tra le sue affermazioni più controverse, nel 1987 descrisse l’Olocausto come un “dettaglio” della Seconda Guerra Mondiale, dichiarazione che riaffermò nel 2015, portando alla sua espulsione dal partito da lui fondato.
Divisioni nella famiglia e nel partito
La sua rimozione dal Fronte Nazionale nel 2015 segnò una frattura irreparabile con la figlia Marine Le Pen, attuale leader del partito rinominato Rassemblement National. Marine cercò di ripulire l’immagine del partito dalle controverse eredità paterne, portandolo a diventare la forza politica più rappresentata nel parlamento francese. Nonostante le divergenze, Marine Le Pen è oggi la favorita per succedere a Emmanuel Macron nel 2027.
Reazioni alla morte
La morte di Le Pen, avvenuta il 7 gennaio 2025, ha suscitato reazioni contrastanti. L’Eliseo lo ha definito una “figura storica dell’estrema destra” e ha sottolineato che il suo ruolo pubblico sarà “giudicato dalla storia”.
Il Primo Ministro François Bayrou ha ricordato Le Pen come un combattente politico, mentre esponenti della sinistra, come Jean-Luc Mélenchon, lo hanno accusato di aver alimentato “odio, razzismo, islamofobia e antisemitismo”.
D’altra parte, Le Pen è stato elogiato da alcune figure della destra. Éric Zemmour lo ha definito un visionario, sottolineando il suo coraggio nel denunciare presunte minacce esistenziali per la Francia. Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, ha ricordato Le Pen come un “tribuno del popolo” che ha sempre servito la Francia e difeso la sua sovranità.
Un’eredità divisiva
Jean-Marie Le Pen lascia un’eredità complessa e divisiva. Per i suoi sostenitori, è stato un patriota che ha denunciato problemi ignorati; per i suoi detrattori, un simbolo di politiche discriminatorie e divisive. La sua morte segna la fine di un’epoca per l’estrema destra francese, mentre il suo lascito continuerà a influenzare il dibattito politico per gli anni a venire.