(AGENPARL) – mar 07 gennaio 2025 (ACON) Trieste, 7 gen – “? importante parlare e confrontarsi
per comprendere fino in fondo le questioni relative al
Tagliamento e tutto l’ecosistema che lo governa”. Cos?, in una
nota, la consigliera regionale Serena Pellegrino (Alleanza Verdi
e Sinistra) a margine del convegno “Facciamo il punto sul
Tagliamento”, organizzato a Enemonzo lo scorso sabato da
Legambiente Carnia, nella figura del presidente Marco Lepre, e da
numerose associazioni e comitati che si battono per la sua difesa.
“Sono stati affrontati e discussi i problemi che caratterizzano
tutta l’asta del fiume – fa sapere Pellegrino -, dalla Carnia
fino all’Adriatico. ? emerso come il Tagliamento abbia mutato nei
secoli il suo corso in modo del tutto naturale. Oggi, per?,
l’azione dell’uomo rischia di creare un impoverimento sociale,
industriale ed economico. Va sottolineato che le ricadute di un
danno ambientale vanno a scapito di tutta la popolazione. ? stato
evidenziato che le zone a maggior rischio di alluvione sono
quelle montane e che un possibile stato di massima allerta, nel
tratto dove l’alveo del fiume riduce la sua sezione, si pu?
presentare solo se contemporaneamente si verifichino 4 eventi:
piogge abbondanti ed estese, che siano contemporaneamente sia
nelle vallate alpine che prealpine con un alto grado di
saturazione del terreno, ovvero che abbia piovuto per molto tempo
e diffusamente tanto che il suolo non sia pi? in grado di
assorbire acqua.
Incalza la consigliera di opposizione: “C’? la necessit? di
ripulire l’alveo: l’ultimo sghiaiamento ? riconducibile a oltre
30 anni fa. Non va dimenticato che la natura ha fatto le cose per
bene creando delle casse di espansione naturali che negli anni
sono state urbanizzate. Resta la necessit? di ridare ampiezza al
Tagliamento, invece di continuare a captare le sue acque per usi
industriali come succede per lunghi tratti del fiume, in
particolare per il lago artificiale di Sauris e il bacino di
Verzegnis. Qualsiasi attivit? umana che non rispetti questi
precetti ? destinata a fallire, anche fosse l’opera di ingegneria
idraulica pi? evoluta e performante. Non dimentichiamo che anche
l’ingegnere Canali ha dichiarato in Commissione consiliare che
nessuna opera pu? garantire l’annullamento totale del rischio,
nonostante quelle valutazioni che da mesi stiamo attendendo da
parte dal massimo esperto mondiale in ingegneria idraulica, cos?
come ci ha promesso l’assessore Scoccimarro, senza per? farci
sapere n? chi sia, n? su quali basi scientifiche si possano
basare i suoi studi. Di contro, dal 2005 c’? chi chiede a gran
voce il riconoscimento Unesco di tutta l’asta fluviale del re dei
fiumi d’Europa e la costituzione del Parco nazionale della
pianura alluvionale del Tagliamento.
“La rinaturalizzazione e il mantenimento della connettivit?
fluviale ? un obiettivo chiave della normativa europea. Temo che
le opere che si vogliono realizzare a Dignano – non nasconde le
sue preoccupazioni l’esponente di Avs – non siano altro che la
foglia di fico per permettere di liberare nuove zone edificabili
nel basso tratto del fiume che verrebbe, sulla carta, messo in
sicurezza ma che, soprattutto, sia lo specchietto per le allodole
per dare la possibilit? di realizzare una nuova rete stradale che
da Gemona attraversa la pedemontana, per collegarsi a Dignano e,
superato il fiume con il nuovo ponte laminante che sostituisce
quello salvaguardato dalla Soprintendenza, si colleghi alla
bretella di Barbeano, ancora da realizzare ma gi? prevista dal
piano, che si aggancer? alla Cimpello-Sequals, poi alla gronda
Nord di Pordenone e infine raggiungere il Veneto cos? come
promesso alle grandi associazioni industriali e artigiane del
Friuli Occidentale e Veneto, sfregiando di fatto la nostra
regione da Est a Ovest”.
“Tutto questo – conclude Pellegrino senza mezzi termini – va
detto a chiare lettere ai cittadini friulani, ma anche che il
denaro dello Stato quasi sicurante proverr? dal ricco ministero
delle Infrastrutture piuttosto dal povero ministero
dell’Ambiente. I cittadini non sentono la necessit? di una nuova
strada, chiedono che i mezzi pesanti restino in autostrada perch?
realizzare un terzo tracciato viario che corre parallelo
all’autostrada e alla strada statale 13 Pontebbana, per una
regione che conta meno di un milione e duecentomila abitanti, ?
assolutamente sproporzionata”.
ACON/COM/rcm
071145 GEN 25
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