(AGENPARL) – gio 19 dicembre 2024 SANT’ORSOLA, INAUGURATA LA CULLA DI BOLOGNA
CRESCE L’OSPEDALE DELLA DONNA E DEL BAMBINO
Scheda di approfondimento
La nuova Maternità. Vasche per il parto in acqua e partner in sala.
Il trasferimento del centro nascite del Sant’Orsola nei nuovi ambienti, previsto per fine gennaio, è pensato
per rispondere alle diverse esigenze delle famiglie, garantendo un’esperienza il più possibile confortevole e
sicura. Un concetto che si concretizza nelle otto nuove sale parto realizzate nel secondo piano dell’edificio,
due delle quali dotate di liane e vasche calde per il parto in acqua. A differenza del blocco parto attuale,
l’ampiezza degli spazi consente l’ingresso dei partner durante tutte le fasi del travaglio, mentre la luminosità
e il design interno (impreziosito dal parquet laminato e da decorazioni pittoriche alle pareti) sono studiati per
infondere serenità.
Oltre a rappresentare da sempre uno dei più importanti punti nascita dell’Emilia Romagna per volumi di
attività (oltre 2.300 parti nel 2023), il Policlinico di Sant’Orsola è il principale centro ostetrico di terzo livello
della Regione e uno tra i maggiori in Italia per la diagnosi e il trattamento della patologia ostetrica e della
patologia fetale. Nel nuovo reparto è presente anche un’isola neonatale dedicata alla prima assistenza
intensiva dei neonati, oltre a due moderne sale per i tagli cesarei e la gestione delle complicanze del parto.
Soltanto lo scorso anno l’Ostetricia e Medicina dell’Età Prenatale, diretta dal prof. Gianluigi Pilu, ha gestito
oltre 400 partorienti ad alto rischio per patologie severe, oltre a 45 parti gemellari e due trigemellari.
Nonostante questa alta quota di gravidanze complicate, gli indici di efficienza della sala parto per le pazienti
con minore livello di rischio sono migliori rispetto alla media: il tasso di tagli cesarei nelle pazienti al primo
parto in travaglio spontaneo è appena del 5%, come il tasso di tagli cesarei nelle donne al primo parto il cui
travaglio viene indotto (11%) e quello delle episiotomie (meno dell’1%). Al tempo stesso, la percentuale di
analgesia epidurale in travaglio (più del 50% nel 2024) è la più alta della regione.
Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale: tutto in un unico reparto
L’unificazione e fusione dei reparti di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, ottenuta grazie al
trasferimento al terzo piano del nuovo Padiglione, consente di concentrare nella stessa area operativoassistenziale tutti i neonati patologici con qualunque esigenza assistenziale e quindi di gestire il percorso
diagnostico-terapeutico con maggiore efficienza, consentendo al tempo stesso l’accesso ad entrambi i
genitori per 24 ore al giorno.
Ufficio Stampa – Comunicazione
IRCCS – Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna
Policlinico di Sant’Orsola
Un obiettivo perseguito anche con l’aumento dei posti letto, resosi necessario nel corso degli anni per
consentire la centralizzazione, presso il nostro reparto, anche di numerosi neonati provenienti da altri centri
di Terapia Intensiva Neonatale regionali ed extraregionali per patologie specialistiche: i bambini ricoverati in
terapia intensiva e subintensiva, in particolare, potranno ora essere assistiti in 13 stanze singole, mentre i 14
posti letto riservati alle patologie neonatali sono ospitati in stanze doppie. L’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola
è hub regionale per la patologia neonatale specialistica: l’unità operativa diretta dal prof. Luigi Corvaglia
ricovera ogni anno circa 850 piccoli pazienti, in parte inviati anche da altri ospedali della regione.
Anche in questo nuovo reparto, che è già pienamente operativo, le migliori dotazioni tecnologiche si
abbinano ad una marcata attenzione alla care del neonato e al comfort tanto del personale quanto delle
famiglie dei pazienti ricoverati. L’umanizzazione pittorica di corridoi e stanze, ideata e finanziata
dall’associazione Cucciolo e curata dalla designer e cartoonist Sally Galotti, crea un ambiente tranquillo e
accogliente, pensato per favorire la permanenza dei genitori all’interno delle stanze h24.
La Procreazione Medicalmente Assistita e la preservazione della fertilità
Il trasloco nel nuovo padiglione 4N permetterà anche di ottimizzare la logistica del Centro di Infertilità e
Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) del Policlinico. Il percorso potrà infatti contare su due nuove sale
operatorie per il prelievo degli ovociti e su spazi dedicati alla processazione dei gameti e degli embrioni.
L’attività, che entrerà a pieno regime nella primavera del 2025, verrà inoltre valorizzata con l’introduzione di
un laboratorio dedicato esclusivamente alla componente seminologica e, soprattutto, di nuovi incubatori
timelapse, dotati di un sistema ottico di monitoraggio e di software di intelligenza artificiale per la valutazione
in tempo reale delle potenzialità di impianto degli embrioni, migliorando le probabilità di successo della
procedura. L’intero percorso è stato inoltre rivisto sia per ottimizzare la logistica e facilitare il lavoro dei
professionisti, sia per garantire a tutte le coppie il massimo del comfort possibile.
Il Centro, diretto dal prof. Renato Seracchioli, è da tempo un punto di riferimento per le coppie che
desiderano una gravidanza e i suoi numeri sono in costante crescita: i 4.208 accessi ambulatoriali del 2022
sono infatti raddoppiati nel 2023 a quota 8.416 (una soglia già superata dal dato parziale del 2024, che conta
già più di 10mila accessi), mentre i prelievi degli ovociti sono passati da 353 a 631 (con una proiezione sul
2024 ben oltre quota 800). Un’intensa attività che soltanto nel 2023 ha permesso di ottenere 172 gravidanze,
pari a un tasso di successo del 32%.
L’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola è inoltre destinata a diventare la prima struttura in Italia ad istituire un
centro di preservazione della fertilità per patologia maligna o benigna. Già da tempo le pazienti e i pazienti
oncologici o gravemente malati, prima di sottoporsi a trattamenti che possono compromettere la fertilità
come la chemioterapia o la radioterapia, possono scegliere di crioconservare i propri gameti (ovociti o liquido
seminale) per poi utilizzarli una volta guarite o guariti. Nei sotterranei del nuovo Padiglione è in corso di
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IRCCS – Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna
Policlinico di Sant’Orsola
realizzazione la criobanca dedicata alla conservazione di gameti, embrioni e tessuto ovarico, che permetterà
di strutturare sempre di più il servizio di preservazione della fertilità.
Le nuove sale per la chirurgia ginecologica o senologica
Il primo piano del Padiglione ospita anche quattro moderne sale operatorie (una delle quali sufficientemente
ampia da ospitare potenzialmente in futuro anche un robot) dotate delle più moderne tecnologie chirurgiche
e di ampi schermi alle pareti per la visualizzazione delle immagini diagnostiche e di chirurgia endoscopica. Il
blocco operatorio è dotato anche di una recovery room, uno spazio destinato all’osservazione delle pazienti
che vengono sottoposte a interventi complessi.
Le sale, che entreranno in funzione a inizio febbraio, verranno utilizzate per interventi di chirurgia
ginecologica e senologica. La Ginecologica e Fisiopatologia della Riproduzione Umana diretta dal prof.
Seracchioli, in particolare, rappresenta un centro di eccellenza con più di 25 anni di esperienza nell’ambito
della chirurgia mini-invasiva, endoscopica, dell’endometriosi e della patologia uterina: soltanto lo scorso
anno sono stati eseguiti oltre 4.700 interventi.
La Chirurgia Senologica, diretta dal prof. Marco Bernini, si occupa invece del trattamento chirurgico delle
patologie maligne e benigne della mammella femminile e del seno maschile: in media esegue 500 interventi
all’anno, con oltre 1.200 prestazioni ambulatoriali.
Il Pronto Soccorso Ostetrico e Ginecologico
Infine, gli spazi ricavati nel piano rialzato del Padiglione (con accesso da via Albertoni) permettono di
riorganizzare completamente la gestione delle urgenze ginecologiche e ostetriche. L’inquadramento
diagnostico ginecologico e ostetrico può avvalersi di ecografia, esami di laboratorio e monitoraggio
cardiotocografico. In base alla diagnosi, le pazienti vengono poi dimesse a domicilio o ricoverate presso il
reparto di degenza ostetrica, di degenza urgenza ginecologica e di Osservazione Breve Intensiva o, se in
travaglio, in sala parto.
L’edificio
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