
Egregio Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, Egregio Presidente della commissione antimafia, On. Chiara Colosimo, Egregio Presidente del Tribunale di Roma, Egregio Curatore speciale, Avv. Raffaele Cappiello,
con la presente, a nome di Agenparl e mio personale, desidero sottoporre alla Vostra attenzione alcune gravi questioni emerse in relazione al comunicato stampa del Grande Oriente d’Italia, recentemente pubblicato e tuttora visibile sul loro sito ufficiale. La vicenda solleva importanti interrogativi che, alla luce dell’interesse pubblico manifestato, meritano un approfondimento e interventi istituzionali urgenti.
Un nostro recente articolo intitolato “Il Grande Oriente d’Italia: Leo Taroni è il nuovo Gran Maestro” ha registrato oltre 92.000 lettori, dimostrando come il tema sia di interesse nazionale. Tuttavia, la gestione delle comunicazioni da parte del Grande Oriente d’Italia, unitamente ad alcune azioni intraprese dal sig. Stefano Bisi, Gran Maestro uscente, appaiono non solo discutibili ma potenzialmente in contrasto con il quadro normativo e con i provvedimenti già adottati dal Tribunale di Roma.
Nello specifico, sorgono dubbi rilevanti sulla rappresentanza e sul rispetto del ruolo decretato dal Tribunale di Roma in favore del curatore speciale, avv. Raffaele Cappiello. Nonostante il suo operato impeccabile volto a garantire trasparenza e rispetto delle regole, continuano a verificarsi episodi di delegittimazione e comportamenti che appaiono volti a ostacolare l’esercizio del suo mandato.
Tra questi, segnaliamo la diffusione di comunicati stampa da parte del Grande Oriente d’Italia contenenti affermazioni palesemente prive di fondamento, che contestano persino la pubblicazione di informazioni tratte dalla memoria di costituzione del curatore speciale. Tale comportamento non solo mina l’autorevolezza delle istituzioni coinvolte, ma rappresenta anche un grave tentativo di disinformazione pubblica, gettando discredito su una testata giornalistica autorevole come Agenparl e sulla libertà di stampa.
Alla luce di quanto sopra, sorgono alcune domande che, con rispetto e umiltà, rivolgiamo alle istituzioni competenti:
- Cosa sta aspettando il Ministero della Giustizia per intervenire con decisione su questa vicenda, al fine di garantire il rispetto delle regole e delle decisioni giudiziarie?
- Cosa sta aspettando il Tribunale di Roma per decretare all’avv. Raffaele Cappiello l’amministrazione giudiziaria del Grande Oriente d’Italia, considerato il suo straordinario lavoro e la necessità di garantire una gestione trasparente?
- Cosa sta aspettando la Commissione Antimafia, presieduta dall’On. Chiara Colosimo, per approfondire questa vicenda, che appare rilevante non solo per la giustizia ma anche per il contesto più ampio di trasparenza e legalità?
Infine, vorremmo evidenziare che il comportamento del sig. Stefano Bisi, che continua a ignorare il ruolo del curatore speciale e a diffondere contenuti denigratori nei confronti di Agenparl, rappresenta un chiaro segnale della necessità di un commissariamento del Grande Oriente d’Italia, simile a quanto già avvenuto in passato per altre istituzioni come la Croce Rossa Italiana.