(AGENPARL) – mer 11 dicembre 2024 *Riforma ordinamento della professione, Cataldi (commercialisti): “Bene
proposta Consiglio Nazionale per valorizzare giovani, ma servono
interventi migliorativi” *
*/Il presidente dell’UNGDCEC: necessario definire le specializzazioni e
avere un quadro più completo delle stesse /***
ROMA. “L’Unione Giovani Dottori Commercialisti era ed è favorevole alla
riforma di una professione che è cambiata radicalmente. Aggiornare la
nostra “carta costituzionale”, essendo trascorsi quasi venti anni dalla
sua entrata in vigore, è imprescindibile. Per questo, accogliamo con
favore l’attenzione che la proposta di riforma ha dedicato ai giovani
colleghi, che dimostra la volontà di coinvolgere le nuove generazioni
nella governance della professione. Il fatto che nelle liste di ogni
Ordine e del Consiglio Nazionale potranno esserci due under 45, figure
in grado di perorare le istanze dei giovani, dando una visione più
attuale della professione, è molto positivo e fa seguito alle nostre
richieste”. Lo afferma Francesco Cataldi, presidente dell’Unione
Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili.
“Ma il lavoro non può fermarsi qui: adesso – sottolinea il presidente
UNGDCEC – riteniamo necessario prevedere l’obbligo di preferenza per gli
under 45 nelle elezioni degli Ordini territoriali, che garantirebbe
realmente la presenza della quota generazionale anche nei vari Consigli
territoriali oltre che nel Consiglio Nazionale; previsione che è già
presente, correttamente, per la tutela della quota di genere”,
sottolinea Cataldi.
Un altro principio cardine dell’UNGDCEC è il ricambio nella governance:
“Riteniamo che il limite ai due mandati, consecutivi o non, sia
imprescindibile. Non dovrebbe, dal nostro punto di vista, essere
possibile ricandidarsi oltre i due mandati, perché viene meno la
garanzia di un ricambio che alla lunga è anche e soprattutto di
carattere generazionale. Per le stesse ragioni, siamo contrari
all’estensione del mandato a 5 anni, perché riteniamo prioritario il
ricambio generazionale”.
Altro aspetto “sicuramente migliorabile – spiega Cataldi – riguarda
l’introduzione delle specializzazioni: riteniamo eccessivi i requisiti
di anzianità proposti (10 anni di iscrizione e 5 di esercizio della
specializzazione) e proponiamo invece 5 anni di iscrizione e 3 anni di
svolgimento continuativo della specializzazione. Le ore di formazione
necessarie, inoltre, dovrebbero essere adeguate alle caratteristiche di
ciascuna specializzazione e non fissate a priori. Infine, riteniamo
fondamentale coordinare la formazione con le varie iscrizioni, definire
la qualifica di professionista specializzato e regolamentare l’accesso
diretto agli albi per chi è già iscritto”.
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