
(AGENPARL) – mer 11 dicembre 2024 Ufficio Stampa / Press Office
CAMBIAMENTI CLIMATICI | Aumento della turbolenza aerea e dei rischi
nei cieli europei
[Roma, 11 dicembre 2024]
Un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha
condotto uno studio, pubblicato su Geophysical Research Letters, sull’aumento
significativo della turbolenza aerea nei cieli europei, inclusi quelli italiani. Questo
fenomeno è strettamente legato ai cambiamenti climatici e può manifestarsi in diverse
modalità con gravi implicazioni per la sicurezza dei voli.
Lo studio ha esaminato i dati degli ultimi 44 anni, concentrandosi nello specifico sugli
episodi di turbolenza moderata o forte. È emerso un aumento significativo di tali eventi,
in particolare nei cieli del Regno Unito, dell’Europa settentrionale e nella regione
mediterranea. Tra le varie forme di turbolenza, quella convettiva, ad esempio, è causata
dai moti verticali dell’aria dovuti ad un intenso riscaldamento della superficie terrestre,
spesso associato alla formazione di nuvole cumuliformi e fenomeni temporaleschi. La
turbolenza d’aria chiara (CAT), a differenza di quella convettiva, si verifica in assenza di
segnali visibili ed è provocata dalle forti variazioni verticali nella velocità del vento,
generalmente legate alle correnti a getto.
“La CAT risulta essere particolarmente pericolosa” spiega Tommaso Alberti ricercatore
INGV, “poiché difficile da individuare e da prevedere. Questo rappresenta un rischio per
piloti e passeggeri. Esistono vari livelli di turbolenza, quella leggera, la più comune, può
provocare lievi movimenti senza compromettere la sicurezza, mentre la turbolenza
moderata o forte (MOG) può causare bruschi cambiamenti di altitudine e/o rotta, mettendo
in pericolo la sicurezza dei passeggeri, aumentando così il rischio di danni strutturali agli
aeromobili. Il 20 maggio scorso, il volo SQ381 Singapore Airlines, mentre sorvolava il Golfo
del Myanmar si è imbattuto in una improvvisa ed importante turbolenza”.
Il risultato più significativo dello studio riguarda proprio il ruolo delle correnti a getto, in
particolare quella subtropicale. La ricerca ha dimostrato come, nelle vicinanze di questa
corrente, la probabilità di turbolenza MOG in aria chiara sia quasi triplicata nel corso
dello stesso periodo, passando dall’1.5% al 4%.
“La corrente a getto subtropicale favorisce la turbolenza nelle regioni meridionali dello
spazio aereo europeo”, prosegue Alberti, “mentre quella subpolare è responsabile degli
eventi di turbolenza MOG vicino al Regno Unito e nelle aree del Nord Europa. Tuttavia,
l’intensità e la frequenza degli eventi di turbolenza, nelle vicinanze di queste correnti a
getto, sono aumentate notevolmente negli ultimi decenni a causa del riscaldamento
globale.
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Analizzati i dati della turbolenza medio forte degli ultimi 44 anni al fine di comprendere
l’impatto dei cambiamenti climatici e contribuire ad un futuro per l’aviazione più sicuro
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Questi risultati evidenziano l’importanza di sviluppare nuove tecniche di previsione e
strategie di mitigazione, al fine di migliorare la sicurezza e il comfort dei passeggeri,
riducendo così anche i costi operativi delle compagnie aeree. L’incremento della
frequenza e dell’intensità della turbolenza continua ad avere un impatto economico
rilevante, ed in futuro le spese potrebbero aumentare ulteriormente. Grazie alla
combinazione di dati climatici delle rianalisi di ERA5 e nuovi approcci statistici, il lavoro
offre una visione più approfondita del ruolo del riscaldamento globale nei cambiamenti
della circolazione atmosferica e dei suoi effetti sulla turbolenza aerea, contribuendo a un
futuro più sicuro e sostenibile per l’aviazione.
Link allo studio
Link utili:
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
Seguono immagini
—–MC
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Questo ha comportato un maggior coinvolgimento delle aree interessate dalla turbolenza,
con episodi distribuiti su una zona più ampia. Tale zona si estende dall’Atlantico
settentrionale alle regioni scandinave, fino al Mediterraneo centrale e meridionale, con
l’interessamento anche dell’Italia. Gli effetti variano a seconda della stagione, più intensi
d’inverno e più tenui durante il periodo estivo”.
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Figura 1. Confronto delle condizioni tipiche (pannello superiore) e delle condizioni indotte dal
cambiamento climatico (pannello inferiore) sulla turbolenza aerea monitorata dall’indice di Ellrod TI1 che
identifica le zone dove si sviluppano forti gradienti verticali di velocità del vento.
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Figura 2. Confronto delle condizioni tipiche (pannello superiore) e delle condizioni indotte dal
cambiamento climatico (pannello inferiore) sulla turbolenza aerea monitorata dall’indice di Ellrod TI3 che
identifica le zone dove si sviluppano forti gradienti verticali di temperatura.
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