
Nel surreale teatro della giustizia italiana, dove i colpi di scena sono all’ordine del giorno, arriva una nuova commedia degna di Pirandello: il Tribunale di Roma ha deciso che il Grande Oriente d’Italia (GOI), storica istituzione della massoneria tricolore, necessita di un curatore speciale. Perché? Apparentemente, il GOI non ha un rappresentante legale valido. Sì, avete letto bene: un’organizzazione nota per il rigore gerarchico e i riti solenni si ritrova priva di una figura che possa ufficialmente firmare una raccomandata.
Ora, la domanda è d’obbligo: se il GOI non ha un rappresentante legale, chi può mettere la firma sui conti bancari dell’organizzazione? Le banche saranno prese da un’illuminazione improvvisa e bloccheranno i fondi in attesa di capire chi, tra grembiuli e compassi, ha ancora il diritto di accedere al tesoro delle logge? E se i conti restano congelati, cosa accadrà alle fondazioni e società collegate? Le cariche verranno azzerate come in un gioco di società in cui qualcuno, a sorpresa, rovescia il tabellone?
C’è un’aria di mistero su chi detenga, al momento, le firme sui conti correnti del GOI. Forse si tratta di un custode segreto, o magari il tutto è scritto in un antico codice cifrato custodito sotto il pavimento di una loggia. Qualcuno suggerisce che un’azione giuridica di responsabilità potrebbe presto risolvere l’enigma. Chissà se i giudici saranno costretti a sfogliare manuali di esoterismo per districarsi tra sigilli e delibere massoniche.
Tra consigli non richiesti e sottigliezze legali, ecco che spunta l’articolo 2645-ter del Codice Civile, introdotto dalla Legge n. 51 del 2019. Un articolo che potrebbe rivelarsi utile a tradurre simboli ermetici in linguaggio giuridico. Perché la massoneria sarà anche antica, ma la burocrazia italiana è un’arte ancora più oscura.
Che sia un caso di paralisi burocratica o un eccesso di zelo giudiziario, resta il fatto che il Grande Oriente d’Italia sembra trovarsi in un curioso limbo. Un limbo che potrebbe diventare un paradigma di quella sottile ironia italiana dove persino chi ha il compasso in mano non riesce a tracciare una retta via verso la legalità. Nell’attesa, forse, la soluzione è solo una: un’assemblea straordinaria… con tanto di curatore speciale e, perché no, un po’ di popcorn per il pubblico curioso, per nominare il nuovo legittimo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Leo Taroni….