
Il Monastero Rosso risorge: una mostra celebra il genio di Luigi De Cesaris
Il Monastero Rosso, gioiello dell’arte copta e gemello del celebre Monastero Bianco, rivive grazie ad un accurato restauro durato oltre 15 anni. Una nuova mostra fotografica, “Il restauro del Monastero Rosso: l’ingegno e la storia”, celebra questo straordinario lavoro e l’impegno dei restauratori che lo hanno reso possibile, con particolare attenzione al contributo di Luigi De Cesaris.
Abbandonato nel XIV secolo e segnato dal tempo, il Monastero, dedicato ai Santi Bishoi e Bigol, custodiva al suo interno un tesoro nascosto: quattro strati di affreschi che raccontano oltre mille anni di storia.
Nel 1999, con la committenza dell’American Research Center in Egypt (ARCE), un team di esperti italiani guidati da Luigi De Cesaris, figura di spicco nel campo del restauro, ha intrapreso la sfida di recuperare questo patrimonio.
I numeri del restauro
durata 15 anni
2.500 m2 di dipinti murali a secco
5.700 giorni di lavoro in cantiere
8,7 anni di giorni di lavoro
88 anni di forza lavoro (Luigi e la sua equipe)
De Cesaris, con una carriera dedicata alla conservazione di opere d’arte in Italia e all’estero, ha portato al Monastero Rosso la sua vasta esperienza maturata anche nel restauro di importanti cicli di pittura a fresco in chiese e palazzi francesi a Roma. La sua competenza e la sua dedizione gli sono valse, nel 2004, il titolo di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere conferitogli dal Ministro della Cultura di Francia.
Con pazienza e maestria, in 5.700 giorni di lavoro, De Cesaris e il suo team hanno riportato alla luce le antiche pitture murali del Monastero, documentando ogni fase del processo.
La mostra fotografica, fortemente voluta dall’Ambasciata Italiana in Egitto , dall’Istituto Italiano di Cultura in Egitto, e dal centro Archeologico italiano di Egitto, sarà ospitata permanentemente presso il Museo di Sohag. Curata dal Console Onorario Francis Amin, offre uno sguardo unico sul meticoloso lavoro di restauro, rendendo omaggio all’ingegno e alla dedizione di De Cesaris, che ha restituito al mondo questo inestimabile tesoro.



