
(AGENPARL) – gio 05 dicembre 2024 G R A N D I R E S TA U R I D E L L A
BASILICA
S A N TA M A R I A
POPOLO
D I C HI A R A Z I ONE DE L M I NI ST R O DE L L ’I NT E R NO M AT T E O P I A NT E DOS I
La basilica di Santa Maria del Popolo, oltre a essere un luogo di culto di grande importanza, è
custode del genio creativo di maestri come Pinturicchio, Raffaello, Caravaggio e Bernini, i cui
capolavori hanno contribuito a definire il volto della nostra civiltà. La conclusione di questi
complessi e importanti lavori restituisce il ruolo cruciale che il Fondo Edifici di Culto svolge nella
conservazione e nella valorizzazione del patrimonio storico e artistico del nostro Paese. Il FEC
rappresenta una delle più alte testimonianze del nostro impegno per la tutela di ciò che il passato
ci ha consegnato e che il presente ha il dovere di preservare. Il mio auspicio è che questa basilica,
con la sua storia e la sua ritrovata bellezza, possa essere non solo un luogo di preghiera e
contemplazione, ma anche un simbolo della nostra capacità di custodire ciò che abbiamo di più
prezioso.
D I C HI A R A Z I ONE DE L M I NI ST R O DE L L A C ULT U R A A L E S S ANDR O G I UL I
Il progetto che ha interessato lo splendido restauro di Santa Maria del Popolo da una parte è frutto
della virtuosa collaborazione tra pubblico e privato, dall’altro offre materia di dibattito sul prezioso
ruolo delle Soprintendenze. Sono proprio le Soprintendenze il punto di incontro diretto con le
amministrazioni locali e la cittadinanza, per esercitare la tutela, conservare e trasmettere alle
generazioni future i valori del patrimonio culturale italiano.
I GRANDI RESTAURI DI
SANTA MARIA
LA BASILICA TORNA A SPLENDERE DOPO
POPOLO
ANNI DI LAVORI
COMUNICATO STAMPA
Roma 5 dicembre 2024
I complessi restauri appena terminati nella Basilica di Santa Maria del Popolo, uno degli edifici religiosi
più rappresentativi del Rinascimento e del Barocco romano, sono il frutto della proficua
collaborazione tra la Soprintendenza Speciale di Roma – Ministero della Cultura, il Fondo Edifici di
Culto – Ministero dell’Interno – che è proprietario della chiesa – e due importanti sponsor privati.
I lavori, iniziati nel 2022 e terminati a novembre 2024, hanno interessato le superfici architettoniche, i
dipinti e le sculture che decorano la navata centrale e il transetto della chiesa agostiniana, costruita
nel Quattrocento per volontà di Sisto IV su una precedente cappella edificata sotto papa Pasquale II a
spese del popolo romano, da cui deriva il nome della basilica. Nel corso dei secoli, Santa Maria del
Popolo fu arricchita e modificata per mano di grandi architetti e artisti come Bramante, Raffaello,
Caravaggio e Bernini, dando origine a uno dei più importanti esempi della commistione tra arte e
architettura rinascimentale e barocca.
Gli interventi – finanziati dal Fondo Edifici di Culto e dalle sponsorizzazioni tecniche di Urban Vision
S.p.A. e Mecenati Roman Heritage – sono stati condotti dalla Soprintendenza Speciale di Roma, e
curati dai funzionari Carlo Festa, restauratore, Alessandra Lanzoni, storico dell’arte, e Alessandro
Mascherucci, architetto. Una collaborazione tra pubblico e privato che ha restituito una delle chiese
più importanti della Capitale ai suoi cittadini, ai visitatori di tutto il mondo e ai pellegrini del prossimo
Giubileo.
La prima tranche di lavori, finanziata dal FEC, ha riguardato l’arcone in oro e stucchi dell’altare centrale,
le cantorie e l’organo berniniani, e un raro, importante esempio di pavimento in cotto bicromo
dell’inizio del XVII secolo nella Cappella Cerasi, disegnata da Carlo Maderno e nota per i capolavori
di Caravaggio: la Crocifissione di san Pietro e la Conversione di san Paolo. Nella navata sinistra,
l’intervento ha interessato il monumento funebre di Flaminia Odescalchi Chigi, opera settecentesca
dell’architetto Paolo Posi e canto del cigno del tardo barocco romano. A fianco della tomba, si apre la
celebre Cappella Chigi, opera architettonica di Raffaello, di cui è stata restaurata la corona bronzea di
Bernini, erroneamente creduta nel passato una lanterna.
Estese parti dell’edificio sono state oggetto del finanziamento di Urban Vision S.p.A: i lavori hanno
interessato la navata centrale, con le volte, le lunette e gli apparati decorativi in stucco, realizzati da
artisti vicini al Bernini e raffiguranti sante agostiniane e lo stemma Alessandro VII, promotore del
rinnovamento barocco della basilica. Sulle volte a crociera e sotto gli archi della navata centrale è stata
ripristinata l’originaria policromia degli stemmi di Sisto IV della Rovere. I quattrocenteschi pilastri in
travertino, e i relativi capitelli rivestiti in stucco, sono stati oggetto di restauro, così come le volte e i
catini absidali del transetto. All’esterno, gli interventi hanno riguardato le coperture, con la verifica del
tamburo della cupola.
Al Bernini è riconducibile il disegno dei due altari marmorei che chiudono il transetto, restaurati