
(AGENPARL) – mer 04 dicembre 2024 DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
DIREZIONE CENTRALE PER LA POLIZIA SCIENTIFICA E LA SICUREZZA CIBERNETICA
SERVIZIO POLIZIA POSTALE E PER LA SICUREZZA CIBERNETICA
Prima Divisione
Settore Analisi e Pianificazione Strategica
POLIZIA POSTALE E PER LA SICUREZZA CIBERNETICA
CYBERBULLISMO
e primi nove mesi del 2024
evento:
Cuori connessi presentazione documentario
(Non ne vale la pena)
Dati aggiornati al 30 settembre 2024
Roma, 2 dicembre 2024
Ispettore della Polizia di Stato
Gaetano Martucci
Assistente della Polizia di Stato
Luigi Ummaro
Sommario
PRIMO CAPITOLO …………………………………………………………………………………………………………. 2
CYBERBULLISMO ………………………………………………………………………………………………… 2
SECONDO CAPITOLO……………………………………………………………………………………………………… 5
CAMPAGNE PREVENTIVE DI SENSIBILIZZAZIONE …………………………………………………… 5
APPENDICE …………………………………………………………………………………………………………………… 7
PRIMO CAPITOLO
1. CYBERBULLISMO
Nel contesto del cyberbullismo, si è osservata una diminuzione dei casi. Questa tendenza
è probabilmente dovuta al ritorno a una vita sociale senza restrizioni, che ha avuto un
impatto positivo sulla qualità delle interazioni sociali e delle relazioni tra coetanei. Un
altro fattore determinante è stata l’incessante attività di informazione e sensibilizzazione
condotta dalla Polizia Postale nelle scuole. Questo impegno ha contribuito a mantenere
alta l’attenzione sia degli adulti di riferimento che dei giovani sulla necessità di utilizzare
la rete in modo corretto e responsabile.
Nel 2023, la Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica ha ricevuto 291 denunce di
casi di cyberbullismo. Rispetto all’anno precedente, si è registrata una diminuzione del
numero di minori autori di reato. Questo dato è incoraggiante e sottolinea l’importanza di
continuare a lavorare sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione, per garantire un uso
sicuro e responsabile del web da parte dei giovani.
CYBERBULLISMO
TOTALE
casi trattati
trattati
vittime
trattati
vittime
10-13
trattati
vittime
14-17
Anno 2021
Anno 2022
Anno 2023
CYBERBULLISMO
Minori indagati
TOTALE
Anno 2021
Anno 2022
Anno 2023
Primi nove mesi del 2024
trattati
trattati
vittime
trattati
vittime
10-13
trattati
vittime
14-17
TOTALE
CYBERBULLISMO
Primi nove mesi
del 2022
Primi nove mesi
del 2023
Primi nove mesi
del 2024
CYBERBULLISMO
Minori indagati
TOTALE
Primi nove mesi del 2022
Primi nove mesi del 2023
Primi nove mesi del 2024
SECONDO CAPITOLO
2. CAMPAGNE PREVENTIVE DI
SENSIBILIZZAZIONE
Nell’ambito dell’attività di prevenzione svolta dalla Specialità, oltre al monitoraggio
continuo della rete, la Polizia Postale e per la sicurezza cibernetica è impegnata
costantemente nella progettazione e realizzazione di campagne di sensibilizzazione e di
educazione al corretto uso delle tecnologie, nel tentativo di far comprendere agli
adolescenti, che talora non ne percepiscono a pieno il disvalore, le conseguenze che
possono derivare dall’uso distorto della rete.
Una coinvolgente campagna realizzata periodicamente è il format teatrale #cuoriconnessi,
dedicato agli studenti delle scuole, con il quale, attraverso uno spettacolo in cui il
conduttore concentra l’attenzione del pubblico sull’importanza delle parole in tutte le sue
sfumature, con filmati, letture, musiche e testimonianze dirette, vengono fornite agli
spettatori informazioni utili alla corretta navigazione in rete, volte anche a stimolare nei
ragazzi una sempre maggiore consapevolezza della gravità delle azioni commesse online,
in relazione all’impatto prodotto nella vita dei loro coetanei.
Nell’anno 2024, l’evento relativo alla 8^ edizione della campagna “Cuoriconnessi” si è
svolto lo scorso 6 febbraio nell’ambito del “Safer Internet Day – giornata mondiale per la
sicurezza in rete” ed è stato seguito in diretta streaming da più di 225 mila studenti.
Permane tra le iniziative più significative, la campagna itinerante per l’Italia, denominata
“Una vita da Social”, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito
nell’ambito del progetto “Generazioni Connesse”, che ha travalicato negli ultimi anni
anche i confini nazionali e della quale sono state già realizzate undici edizioni. A bordo
dell’iconico truck simbolo dell’iniziativa, che si trasforma in una vera e propria aula
multimediale, gli operatori della Specialità incontrano numerose scolaresche e cittadini,
a cui illustrano le più attuali insidie della rete e forniscono utili strumenti per un corretto
utilizzo del web.
Nel corso dell’11^ edizione, relativa all’anno scolastico 2023/2024, sono stati veicolati
contenuti educativi a circa 400.000 studenti, a oltre 25.000 docenti e circa 28.000 tra
genitori e partecipanti.
Oltre all’esperienza estera nell’ambito di “Una vita da social”, nel maggio di quest’anno,
operatori del Servizio Polizia Postale e per la sicurezza cibernetica si sono recati ad Atene
per degli incontri educativi di prevenzione e sensibilizzazione sui rischi e pericoli della
rete, rivolti agli studenti della Scuola Italiana di Atene1, che è una delle 8 scuole italiane
attive all’estero.
Istituto composto dalla scuola primaria, secondaria di primo grado e dal Liceo Scientifico.
Dopo l’intenso lavoro svolto durante il periodo scolastico, è proseguito l’impegno a
favore dei ragazzi per limitare la loro esposizione ai possibili rischi derivanti da un uso
inappropriato di Internet, anche nel periodo estivo.
Il 28 giugno u.s. a Roma ha avuto inizio il “Cybersummer”, una nuova iniziativa di
educazione al digitale, promossa dalla Polizia Postale e per la sicurezza cibernetica presso
i centri estivi e i luoghi di aggregazione giovanile sostitutivi dell’attività scolastica.
Considerato che, nel periodo estivo, i ragazzi, liberi dai tanti impegni scolastici, tendono
a trascorrere molto tempo sul web, si è inteso rivolgere a loro questa iniziativa, per
discutere insieme dei rischi e delle opportunità che la rete offre e per renderli più
consapevoli e responsabili nell’uso dei dispositivi informatici.
Sono state realizzate, infine, con enti e aziende di trasporto pubblico, anche a livello locale
con il coinvolgimento delle strutture territoriali della Specialità, “pillole” sulla sicurezza
in rete per la diffusione dei contenuti attraverso i loro canali informativi rivolti all’utenza.
È stato così possibile per il cittadino ascoltare consigli su come proteggere le proprie
password, difendersi dalle truffe on line, non cadere nelle trappole della rete, sui mezzi
pubblici, nelle sale di attesa degli aeroporti e presso le Università.
APPENDICE
Rielaborazione
Contributo U.A.C.I. – Dott.ssa BONUCCHI
CYBERBULLISMO
Il cyberbullismo è un fenomeno complesso, anche nella definizione, poiché i servizi di
internet attraverso i quali si manifesta cambiano continuamente, così come varia
l’attrattiva che questi esercitano sui giovani internauti, che subiscono o mettono in atto le
prepotenze in rete. A partire dal giugno 2017, il nostro Paese si è dotato di una legge
nazionale che definisce strategie, azioni e strumenti attraverso i quali prevenire e
contrastare il cyberbullismo.
La legge n.71/2017 definisce il fenomeno così: qualunque forma di pressione,
aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità,
alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in
danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché’ la diffusione di contenuti
on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore, il
cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di
minori, ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.
Nel maggio del 2024, la nuova legge n.70 estende anche al bullismo una serie di misure
preventive e di azioni educative già definite in riferimento al cyberbullismo, ribadendo la
continuità tra questi due fenomeni e l’indissolubile legame tra prepotenze online e offline
tra minori. Secondo le indagini svolte dalla Specialità, coordinate dal Centro Nazionale
per il contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO) e approfondite dall’Unità di
Analisi del Crimine Informatico, cyberbulli e vittime spesso si conoscono nella vita reale:
vicini tra i banchi di scuola, in palestra, frequentano la stessa comitiva, magari si
scambiano appena un saluto, ma appartengono allo stesso contesto sociale.
L’innesco delle persecuzioni cibernetiche è spesso banale: un capo di abbigliamento
singolare, un voto ritenuto troppo alto rispetto ai compagni, timidezza o, magari, una
spigliatezza che viene scambiata per presunzione. Tramite il touch sullo smartphone,
messaggio dopo messaggio sui gruppi di classe, le prepotenze vengono amplificate nei
gruppi di messaggistica e sui socialnetwork, soprattutto su Instagram, e le vittime si
trovano progressivamente portate al silenzio e alla vergogna di essere passive, derise e
deboli.
La fenomenologia delle azioni di prepotenza cibernetica è ampia: si passa dagli insulti
alle minacce, dalla pubblicazione sui gruppi di conversazioni private in chat, alle foto
intime condivise, dagli accessi furtivi ai profili social degli altri, sino alla completa
sostituzione di persona in rete. Ognuna di queste azioni diventa grave da un punto di vista
sia giuridico che personale: senza limiti di tempo e di spazio, le vittime vengono
accerchiate su ogni spazio virtuale e vivono nel silenzio e nella vergogna.
Gli autori di reato sono spesso ragazzi qualunque; in qualche caso, sono i più alti e forti
della classe, a volte invece sono i più timidi e introversi, che trovano in rete la possibilità
di sperimentarsi in un ruolo, apparentemente anonimo, fatto di prese in giro e ripicche
verso i coetanei. Quando, dopo la denuncia delle vittime e la conclusione delle indagini,
vengono eseguiti i provvedimenti di perquisizione e sequestro dei supporti informatici, le
reazioni dei cybebulli sono spesso di disperazione e sorpresa: con grande frequenza, i
prepotenti non hanno una percezione precisa della gravità degli effetti sugli altri dei loro
“scherzi”. A molti Millenials risulta ancora difficile concepire che esistano delle leggi
che regolano con precisione i comportamenti in rete; ignorano la portata amplificatoria
delle condivisioni, oppure decidono scientemente di ignorare questi aspetti, traditi
dall’impulsività propria dell’età.
Le famiglie sono spesso sono completamente all’oscuro di quanto compiuto online dai
figli e, nonostante questo, quando per caso o per segnalazione di altri, i fatti vengono a
galla, partecipano attivamente, denunciando azioni illegali compiute dai figli; si mostrano
collaborativi nei percorsi di riabilitazione imposti ai ragazzi, in esecuzione dei
provvedimenti di messa alla prova del Tribunale per i Minorenni.
I ragazzi più grandi (dai 15 anni ai 17) sono quelli che compiono le azioni più gravi: il
tema della sessualità è centrale in queste fasce di età. L’esplorazione necessaria alla
trasformazione da adolescenti ad adulti mal si sposa con l’abitudine a documentare ogni
istante della propria vita: momenti privati di reciproca attrazione, l’intimità, diventano
qualcosa con cui vendicarsi per un abbandono sentimentale o con cui “punire” la buona
fede di chi è più ingenuo.
In tutti questi casi ci si trova davanti alla commissione di reati gravi e infamanti, come
quelli di detenzione e diffusione di materiale perdopornografico, che necessitano di un
intervento, così come previsto per legge, tempestivo: è infatti necessaria e auspicabile una
protezione immediata per le vittime che rischiano di vedere disintegrata la loro
reputazione in capo ad un pomeriggio.
Recentemente, anche in relazione all’anticipazione dell’approccio alle nuove tecnologie
da parte dei bambini, si assiste ad un progressivo abbassamento dell’età media dei ragazzi
implicati in casi di reati online, sia nel ruolo di vittime che in quello di autori. Si tratta di
elemento di forte preoccupazione, dal momento che impone interventi complessi che
tengano conto anche della condizione di non imputabilità, nonché della fragilità cognitiva
ed emotiva delle vittime.
Un altro trend osservabile più recentemente è quello di una progressiva circolazione nei
gruppi di messaggistica istantanea, Telegram e Whatsapp in primis, molto in voga tra i
preadolescenti, di un coacervo di immagini, filmati e sticker a forte contenuto perturbante
(cd. genere “gore”): video di pornografia violenta, pestaggi, uccisioni e incidenti cruenti,
pedopornografia e video privatissimi vengono scambiati, uploadati e storati in cloud
virtuali, allo scopo di ingaggiare gare di “resistenza”, misurandosi con l’orrore. I rischi di
traumatizzazioni precoci e di influenze negative sullo sviluppo psicosessuale sono molto
alti e documentati in un’ampia gamma di studi psicologici che insistono sulla necessità
di ridurre al minimo l’esposizione precoce a tale ordini di contenuti.
Di seguito i dati relativi alle condotte illecite che più frequentemente sono collegate a
dinamiche di cyberbullismo:
Cyberbullismo
DENUNCE con vittime
minorenni per:
stalking, diffamazione
minacce e molestie online,
divulgazione di materiale
pedopornografico su
socialnetwork e chat, furto di
identità digitale su socialnetwork
Minori denunciati all’A.g
per reati riconducibili al
cyberbullismo
La Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica studia il rischio online per i minori da
anni, attraverso il supporto degli psicologi dell’Unità di Analisi dei Crimini Informatici
del Servizio stesso, e cerca di aiutare le potenziali vittime, i cyberbulli, i genitori e gli
insegnanti a comprendere cosa sia possibile e cosa sia invece vietato fare in rete,
attraverso importanti progetti di sensibilizzazione, come la Campagna itinerante “Una
vita da Social” (pagina Fb “Una vita da Social”) e la campagna teatrale di
sensibilizzazione in collaborazione con Unieuro, “Cuori Connessi”.
Più recentemente il panorama dei rischi della rete per i più giovani si è arricchito
purtroppo di nuove forme di violenza. La complessità di quanto si osserva in termini di
interazione tra giovani ed internet richiede uno sforzo complessivo di prevenzione e
contrasto, in cui il continuo aggiornamento delle tecniche investigative, il monitoraggio
costante della rete e l’approccio multidisciplinare sono gli elementi portanti a cui si ispira
quotidianamente l’operatività della Polizia Postale.