
Il testo integrale dell’ intervento di Mulè.
“Buongiorno a tutti, educazione istituzionale pretenderebbe che in cima ai ringraziamenti ci sia il saluto alle autorità. Ma oggi in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità la piramide si rovescia e i ringraziamenti cominciano dalle ragazze e dai ragazzi di Pizzaut. Perché ci avete migliorato, perché avete fatto in modo di riuscire a entrare in comunicazione con voi, perché ci avete aiutato a riuscire a realizzare e dare il senso compiuto e più pieno a una parola assai usata e a volte abusata in questo tempo che è connessione. Grazie all’iniziativa del Concertozzo abbiamo imparato come in quella bolgia festosa che avvolge un evento musicale è possibile impiegare persone autistiche in luoghi affollati e rumorosi.
Il genio di Elio e dei suoi amici non poteva che cogliere in un neologismo la grandezza, l’originalità e l’unicità del nome dato all’evento, il Concertozzo. Perché sarebbe stato banale declinarlo secondo le formule dettate dalla teoria musicale che prevede il concerto grosso, il concerto di gruppo, il concerto ripieno, il concerto da camera, il concerto doppio, triplo, multiplo. No, questa sinfonia che va oltre la musica e esalta i sentimenti doveva necessariamente essere altro.
Il Concertozzo che tra poco vedremo è dunque in realtà una grande, straordinaria opera di sensibilità umana dove non c’è spazio per la commiserazione ma piuttosto la realizzazione dei principi e dei diritti scolpiti nella nostra Costituzione molte volte nei principi fondamentali che non riguardano alcuni ma devono includere, ripeto, includere tutti. Dell’articolo due che nel riconoscere e garantire i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità ci consegna il diritto a una vita piena e senza limitazioni consentendo alle persone con disabilità di inserirsi nella società. E poi l’articolo tre che introduce il principio di uguaglianza e richiama all’obbligo di fare in modo che le persone con disabilità abbiano concretamente le stesse possibilità del resto della popolazione. E che dire del diritto al lavoro, l’articolo quattro della nostra Carta, laddove ci chiama a promuovere le condizioni che rendono effettivo questo diritto, con quelle assunzioni obbligatorie che prevederebbero, ahimè devo usare il condizionale, che le aziende assumano un ragazzo disabile ogni 15 dipendenti. C’è anche l’articolo 38 che riguarda il diritto al mantenimento per chi ha una condizione sfavorevole: sarà il caso di rivedere la formula lessicale coniata quasi ottant’anni fa che in questo articolo individua negli “inabili ed i minorati” coloro che hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale, cioè quegli elementi necessari per realizzarsi. Il concertozzo è la sintesi, mirabile, di come è possibile realizzare tutto questo. Grazie dunque a Elio e le Storie Tese, al trio medusa, a Banijay Italia, a Real Time per darci la possibilità di vivere un concentrato di emozioni che diventa educazione civica e monito per chi abita questi luoghi. E grazie alla testarda, meravigliosa testardaggine e lungimiranza di Nico Acampora fondatore di Pizzaut che ci ha consegnato attraverso la storia di Bea,Lorenzo, Matteo e Andrea il senso di poter guardare avanti nella certezza che sì, ognuno di noi ce la può fare ad essere all’altezza di questi meravigliosi e unici ragazzi”.