(AGENPARL) – gio 28 novembre 2024 Roma, 28 novembre 2024 – Tiziana Cignarelli, Segretario Generale Flepar e Confederazione Dirigenza Pubblica CODIRP, durente la consultazione sindacale sul disegno di Legge di Bilancio dal Ministro Zangrillo, lancia le proposte di Codirp chiedendo che almeno si applichino in Manovra dei correttivi di equità fiscale e si diano indicazioni per la riduzione delle disparità di trattamento tra categorie di lavoratori pubblici. Appoggia la proposta di innalzamento del reddito di dipendenti e pensionati per accedere alla flat tax del 15%, una misura per contrastare almeno in parte la scarsità di risorse economiche da investire sul personale e l’erosione dei redditi dei dipendenti pubblici per l’inflazione.
Di seguito la sintesi dell’intervento di Cignarelli.
ll 19 aprile 2023 nella trasmissione Di martedì già parlavamo di flat tax, chiedendone però l’estensione ai dipendenti PA e pensionati “Un governo politico può anche scegliere la flat tax, ma allora va estesa anche ai dipendenti pubblici e pensionati”.
Lo abbiamo ribadito in audizione sulla legge di bilancio per il 2025: non vi è ragione di mantenere la disparità di regime fiscale tra lavoratori autonomi, per i quali si applica la flat tax, e lavoratori dipendenti.
La nostra organizzazione si batte da anni su temi legati al lavoro pubblico, in particolare sulla necessità di correggere disparità di trattamento tra lavoratori delle stesse categorie. Lo abbiamo fatto anche il 4 novembre 2024, nella recente audizione sulla Legge di Bilancio attualmente in discussione, evidenziando le contraddizioni e le sperequazioni di fondo del testo in esame, a partire dal quadro generale dei regimi fiscali, contributivi e pensionistici, sempre più diversificati tra categorie di contribuenti e lavoro pubblico e privato.
Così pure, non vi è parità di trattamento nemmeno sotto il profilo contributivo tra tutti i dipendenti, (un esempio è la disciplina degli oneri riflessi che vede anomale distribuzioni a danno di mirate categorie di dipendenti pubblici) o tra tutti i lavoratori autonomi.
Ne è un esempio la disciplina dell’erogazione del TFS e TFR che penalizza i dipendenti pubblici per tempi e modalità di erogazione della retribuzione differita. Sul punto stiamo proseguendo le iniziative interconfederali insieme ad altre 7 confederazioni del pubblico impiego. L’obiettivo è richiamare il sistema complessivo a dare una risposta a una sperequazione evidente che ha già due volte subito le censure della Corte Costituzionali.
In più – si può leggere nella nostra memoria acquisita dalla Camera – si è registrato da gennaio a giugno 2024 un aumento delle entrate contributive e tributarie soprattutto dovuto dal lavoro dipendente, tuttavia l’aumento del drenaggio con questa manovra non comporta spese in favore di quei destinatari. La riduzione del cuneo fiscale è di fatto finanziata dal lavoro dipendente che vede penalizzato il regime delle detrazioni per redditi superiori a 40.000 euro, che sono gli stessi che reggono il sistema fiscale. Anche una manovra di stampo ragionieristico non dovrebbe limitarsi a recuperare gettito dragando dal solito bacino di lavoratori dipendenti e pensionati, a cui vengono pure riservati ulteriori peggioramenti e prospettive economiche e di vita lavorativa e pensionistica
Con l’inserimento in Manovra delle disposizioni relative a tetti sui compensi di amministratori pubblici, si creano altre differenziazioni e deroghe. Si dovrebbe invece procedere verso la omogenizzazione e l’uniformità dei trattamenti economici diretti, indiretti e differiti. Anziché sulle retribuzioni attuali e/o su quelle dei futuri nuovi assunti a parità di mansioni, si potrebbe prevedere un tetto, ad esempio come quello già previsto come tetto delle retribuzioni parametrato alla retribuzione del Presidente della Repubblica, su tutti i TFS e TFR dei dipendenti pubblici riducendo la forbice eccessiva tra dipendenti che varia più o meno tra 50/60 mila e 600/700 mila.
Abbiamo fatto presente nell’ultima audizione che “Il 15% degli italiani regge il peso fiscale e di conseguenza la tenuta dei servizi pubblici sulle proprie spalle. ll 53.19% dei contribuenti, pari a 31,4 milioni di cittadini, versa soltanto il 6,21%: di tutta I’Irpef (11.75 miliardi) e forse una percentuale simile di altre Imposte. A pagare sono in pochi, quindi. Solo 6,4 milioni gli italiani che superano i 35 mila euro di reddito lordo e in sostanza reggono i conti di tutti gli altri. Per garantire a tutti la sanità occorrono 60 miliardi (Osservatorio annuale su entrate e spesa pubblica). Chi guadagna dai 55.000 euro in su si fa carico di circa il 42% del gettito fiscale e non riceve nulla in cambio” (cfr. osservatorio itinerari previdenziali sulle entrate fiscali realizzato dal Centro Studi e Ricerche)”.
Mancano correttivi per l’equità fiscale e la riduzione delle disparità di trattamento anche tra categorie di lavoratori pubblici, I pochi indirizzi in questo senso riscontrati nel testo della manovra non hanno valenza generale, ma settoriali; in più, risultano parziali per alcune aree di contrattazione (Sanità) e totalmente carenti per altre (per la dirigenza scolastica e per le Funzioni Centrali).
Nel nostro intervento è stato evidenziato come, ad esempio, l’articolo del trattenimento in servizio dei dipendenti pubblici, associato al limitato tetto per le nuove assunzioni, non rappresenti un vero risparmio, mantenendo in servizio i lavoratori più anziani e quindi più costosi, restringendo peraltro gli spazi per l’ormai indispensabile e urgente ricambio generazionale nella PA, tra l’altro uno degli obiettivi del PNRR.
Per CODIRP infine il disegno di legge di bilancio non offre una svolta per preservare e valorizzare il SSN. Pur registrando segnali positivi, come l’incremento extracontrattuale dell’indennità di specificità per i dirigenti medici, veterinari e sanitari, l’attuale stanziamento di risorse rischia di accentuare le disparità tra i professionisti dell’Area Sanità, non garantendo incrementi equamente distribuiti e equa correlazione con i contributi previdenziali versati.
Sono necessarie indicazioni di sistema su obiettivi di perequazione retributiva che dovrebbe trovare una traccia già nella manovra di bilancio in quanto fa parte delle direttive di politica retributiva del settore pubblico.
Ministro, dal suo arrivo a Palazzo Vidoni ci ha dato sempre ragione. Già il 23 ottobre del 2022 in una Sua intervista a Repubblica rassicurava sull’uso dello smart working sebbene misurato per risultati e sull’esigenza di sburocratizzazione della PA richiesta da CODIRP, quella di adottare subito un piano di estensione generalizzata del Lavoro Agile, perfezionando il modello già adottato per far fronte alla pandemia da Covid, anche contro il caro energia.
Ecco, ci ascolti anche stavolta. Le chiediamo, ribadendo il suo personale impegno a combattere la narrazione che descrive la Pubblica amministrazione “come una organizzazione di serie B”, di impegnarsi affinché il Governo rimetta al centro della agenda politica lo sviluppo della più grande e complessa struttura del Paese, attraverso il suo capitale umano.
Avv. Tiziana Cignarelli, Segretario Generale CODIRP
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