
(AGENPARL) – mar 26 novembre 2024 La strategia di Confindustria Alto Adriatico per il benessere dei lavoratori passa anche attraverso il progetto promosso da UNIS&F | Tra le testimonianze quella del responsabile sanitario della Scuderia Ferrari, Alessandro Biffi e della campionessa di salto in alto Alessia Trost | Il Presidente Michelangelo Agrusti: Con la Regione è in corso un’interlocuzione per realizzare, nei compound industriali, luoghi in cui possa essere praticato dello sport
Pordenone, 26 novembre 2024 – La vera eccellenza si raggiunge integrando completamente corpo e mente, superando la logica della separazione e abbracciando una visione olistica della crescita personale: questa la sintesi di quanto emerso questa mattina in Confindustria Alto Adriatico nel corso del convegno dal titolo Allenare la mente e il corpo, nel lavoro e nello sport, ultima tappa di un progetto più articolato di UNIS&F, la società di servizi e formazione del Sistema Confindustria che opera nelle province di Treviso e Pordenone per affiancare il business con servizi di supporto altamente specializzati.
«L’allenamento integrale – è stato detto – rappresenta la chiave moderna della prestazione umana: un modello di sviluppo che supera le vecchie logiche settoriali, dove la crescita professionale e sportiva non sono più campi separati, ma dimensioni interconnesse di un’unica strategia di miglioramento personale, fondata sulla consapevolezza che l’eccellenza nasce dall’equilibrio tra capacità mentali e fisiche».
Di ciò è ben cosciente proprio Confindustria Alto Adriatico «focalizzata primariamente – ha detto il Presidente Michelangelo Agrusti nei saluti introduttivi – sulla sicurezza ma anche sulla salute nei luoghi di lavoro. Stiamo individuando le migliori pratiche in imprese che sul territorio hanno già avviato questo percorso virtuoso affinché diventino patrimonio comune e con la Regione è in corso un’interlocuzione per realizzare, nei compound industriali, luoghi in cui possa essere praticato dello sport. Al Nord Europa quest’esperienza è molto diffusa, qui in Italia sta crescendo e mi auguro che il trend vada in questa direzione». Il Presidente ha sottolineato come «creare un ambiente evoluto nelle fabbriche non riguardi solo lo sport, ma la qualità delle modalità produttive, quindi la digitalizzazione, la formazione dei lavoratori per diventare operai digitali e quindi far diminuir loro la fatica».
Sabrina Carraro, Presidente di UNIS&F, ha ripercorso le tappe del progetto articolatosi in una serie di incontri, «questo – ha detto – è la decima tappa dell’ottava edizione. Obiettivo, offrire formazione di alta qualità sulla sicurezza negli ambienti di lavoro, un percorso al quale hanno aderito oltre mille collaboratori provenienti da quasi 700 imprese del territorio, dato incontrovertibile sull’importanza che le aziende e i lavoratori attribuiscono alla sicurezza sul lavoro». Carraro ha ricordato che il progetto ha trattato una vasta gamma di temi, tra cui le migliori pratiche in materia di sicurezza sul lavoro, i rischi legati all’attività lavorativa, le verifiche degli impianti e la gestione delle sostanze, la sicurezza nei cantieri, le certificazioni di parità di genere e la gestione delle crisi.
Fernando Agrusti, Presidente della Federazione Medico Sportiva Italiana del Friuli Venezia Giulia, tra gli organizzatori dell’iniziativa e coordinatore dei lavori, ha introdotto il tema della salute generale come focus dell’attività associativa estendendo il campo d’azione dalla cura degli atleti alla prevenzione e alla promozione di stili di vita salutari per tutti sottolineando l’importanza del benessere in azienda indicando come uno stato di salute psicologico positivo possa influenzare la produttività e la salute dei lavoratori.
Alessandro Biffi – che nel 1994, dall’unione delle competenze con Fernando Fred maturate presso l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del CONI e con il Team di F1 della Scuderia Ferrari, ha costituito Med-Ex, nominata come esclusivo Medical Partner della scuderia stessa – ha illustrato il modello di prevenzione sanitaria, un programma che va oltre i semplici obblighi di legge in materia di medicina del lavoro ed abbraccia una visione olistica del benessere del dipendente. «Siamo partiti una trentina di anni fa circa con Formula Benessere, programma interamente finanziato dall’azienda che offre ai dipendenti una serie di servizi gratuiti volti a promuovere la salute e il benessere. Ognuno di essi – ha detto – viene sottoposto a una valutazione medica completa, con successivi controlli periodici. Questo sistema di monitoraggio continuo permette di individuare precocemente eventuali fattori di rischio o patologie silenti. Negli anni è stato implementato un database che raccoglie i dati sanitari dei dipendenti, permettendo un’analisi approfondita e la personalizzazione degli interventi. Il programma – ha detto ancora Biffi – prevede visite specialistiche gratuite in diverse aree mediche, come dermatologia e oculistica, ampliando l’offerta di servizi sanitari a disposizione dei dipendenti. Med-Ex organizza attività di educazione sanitaria all’interno dell’azienda, sensibilizzando i dipendenti sull’importanza della prevenzione e di uno stile di vita sano». Come suggerito dal nome stesso della società, Med-Ex (Medicine Exercise), l’attività fisica ricopre un ruolo centrale nel programma di prevenzione. Vengono prescritti programmi di allenamento personalizzati e promosse iniziative per incoraggiare il movimento. «Il modello Med-Ex genera una serie di benefici sia per i dipendenti che per l’azienda: maggiore fidelizzazione dei dipendenti, riduzione dell’assenteismo, miglioramento del clima aziendale e riduzione dei costi sanitari. In sintesi, il modello di prevenzione sanitaria di Med-Ex per la Ferrari rappresenta un esempio virtuoso di come un’azienda possa investire nella salute e nel benessere dei propri dipendenti, creando un circolo virtuoso di benefici per entrambe le parti. L’approccio olistico, che integra la medicina del lavoro con la promozione di stili di vita sani e la diagnosi precoce, dimostra la lungimiranza di Ferrari nell’aver compreso l’importanza del capitale umano come fattore chiave per il successo aziendale. l’esperienza di Med-Ex, azienda fondata circa trent’anni fa, dimostra come la prevenzione aziendale possa essere un investimento a lungo termine in grado di generare un circolo virtuoso di benessere, produttività e successo».
Ma quali sono, se ci sono, i parallelismi tra la gestione di un’impresa, soprattutto per quanto riguarda l’importanza della salute e del benessere per raggiungere il successo a lungo termine e Il percorso di un’atleta professionista? Entrambi i contesti richiedono un’attenta gestione delle risorse, un approccio strategico e una visione a lungo termine che metta al centro la salute e il benessere degli individui coinvolti. Di qui la testimonianza della più volte campionessa italiana di salto in alto Alessia Trost, olimpionica nella nazionale italiana (quinta a Tokio) che ha spiegato, tra l’altro, di come l’esperienza di un’atleta professionista metta in luce un’evoluzione significativa nel rapporto con il proprio corpo e la comprensione dei suoi limiti. «Inizialmente – ha detto – la spinta è verso il superamento, la ricerca costante di prestazioni più elevate attraverso l’allenamento intenso. Si impara a muoversi, ad allenarsi, a conoscere e applicare metodologie specifiche per migliorare le proprie capacità. Il corpo diventa uno strumento da plasmare e spingere al massimo, con l’obiettivo di raggiungere risultati sempre più ambiziosi. Si cerca di condizionarlo per ottenere la massima performance, spesso ignorando i segnali di affaticamento o di dolore. Tuttavia, con il tempo e l’esperienza, subentra una consapevolezza più profonda: il corpo è anche il limite. L’atleta professionista impara a riconoscere questo limite, non più come un ostacolo da superare a tutti i costi, ma come un elemento fondamentale da rispettare per poter continuare a praticare la propria disciplina a lungo termine. Rispettare i propri limiti non significa arrendersi, ma aprire nuove possibilità. Secondo Trost ascoltare il proprio corpo, riconoscerne i segnali e adattare di conseguenza l’allenamento e la strategia di gara permette di raggiungere un equilibrio fondamentale per una performance ottimale e duratura. L’atleta maturo impara a stare sulla soglia, a percepire il punto oltre il quale il rischio di infortunio supera il beneficio di un ulteriore sforzo.
Sergio Pecorelli, Presidente della Giovanni Lorenzini Medical Foundation di New York, ha esplorato il legame tra stili di vita, stress, emozioni e la performance lavorativa sottolineando l’importanza di considerare le aziende come sistemi complessi, paragonabili a un’orchestra dove ogni elemento (persone, procedure, tecnologia, cultura) è interconnesso e contribuisce all’efficienza globale. Pecorelli ha anche evidenziato come lo stress cronico, una tecnologia obsoleta e una cultura aziendale inefficace, siano in grado di ridurre la produttività e aumentino i conflitti. Il Presidente ha anche approfondito il concetto di salute come equilibrio complesso tra fattori fisici, psicologici e cognitivi, enfatizzando il ruolo cruciale del sistema nervoso autonomo nella performance e nel mantenimento del benessere.
Stefano Campostrini dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, esperto di longevità e stili di vita, ha spiegato che determinati investimenti che gli imprenditori possono fare sulla salute dei dipendenti hanno un ritorno che si articola in mille direzioni.
Massimo Boni