
(AGENPARL) – lun 25 novembre 2024 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
Comunicato stampa
25 novembre 2024
Gaza: Save the Children, in 50 giorni di assedio 130.000 bambini sotto i 10 anni privati di cibo e medicine nella parte nord della Striscia
L’Organizzazione lancia l’allarme sui numeri:oltre 4 persone uccise su 10 sono minori e, di questi, la maggior parte ha un’età compresa tra i 5 e i 9 anni. Save the Children, chiede il cessate il fuoco immediato e un accesso umanitario sicuro per consentire all’assistenza umanitaria di raggiungere coloro che sono intrappolati nel nord di Gaza.
Circa 130.000 bambini sotto i 10 anni sono rimasti intrappolati per 50 giorni nel nord delle Striscia di Gaza, quasi del tutto inaccessibile agli operatori umanitari, dove non arrivano cibo o forniture mediche, nonostante i continui allarmi sul rischio carestia[1]. Lo ha affermato oggi Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Dal 6 ottobre 2024, i bambini che vivono nella parte settentrionale della Striscia e nei governatorati, sono stati quasi completamente tagliati fuori dalla distribuzione di cibo, acqua e medicine, quando le forze israeliane hanno dichiarato l’area zona militare chiusa, mentre il Famine Review Committee (FRC) lancia l’allarme sulla carestia imminente o che probabilmente è già in corso nell’area.
Quasi un mese fa, le Nazioni Unite hanno anche avvertito che l’intera popolazione del governatorato nell’area settentrionale era a rischio di morte, ma i tentativi del personale umanitario di accedervi sono stati ripetutamente negati dalle forze israeliane.
Save the Children non è stata in grado di avere accesso al nord di Gaza per oltre sette settimane per consegnare pacchi alimentari a 5.000 famiglie, insieme a 725 kit igienici e altri aiuti. Prima che l’area fosse chiusa, Save the Children ha lavorato con i suoi partner locali per raggiungere migliaia di bambini in emergenza nella zona, distribuendo oltre 1.000 pacchi alimentari, 600 kit igienici e fornendo un supporto psicosociale, attività ricreative e gestione caso per caso a circa 15.000 bambini e famiglie. I 5.000 pacchi alimentari sono stati di conseguenza reindirizzati e consegnati nel sud della Striscia, dove le necessità sono ancora molto forti, anche se non così critiche come nell’area a Nord.