
Intervento Mulè presentazione osservatorio nazionale indipendente sugli orfani speciali
Buon pomeriggio a tutti e benvenuti in questo luogo dove la storia si fa conoscenza del presente, dove la memoria ci insegna che è solo dal confronto delle idee che nascono buone pratiche.
Grazie per la loro partecipazione ai ministri e sottosegretari, alle presidenti delle commissioni per l’infanzia Michela Vittoria Brambilla e all’onorevole Martina Semenzato, che guida la commissione di inchiesta sul femminicidio, benvenuta all’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti mentre rivolgo un saluto a tutte le autorità, i colleghi parlamentari gli esperti presenti con un abbraccio speciale consentitemi a chi oggi testimonierà con la forza della verità e dell’esperienza personale che cosa significa essere o essere accanto a un orfano speciale. Questa è la settimana che ci accompagna al 25 novembre, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Due giorni fa ero accanto a Gino Cecchettin, il papà di Giulia uccisa un anno fa, per la presentazione della fondazione che Gino ha voluto si celebrasse qui alla Camera dei deputati, nel luogo dove i fenomeni vanno studiati, approfonditi e affrontati varando soluzioni legislative, correggendo provvedimenti già esistenti che però devono respirare lo spirito di un tempo nuovo e mutato.
L’incontro di oggi va esattamente in questa direzione: ascoltare le esperienze sul fronte degli orfani di femminicidio, fare tesoro delle testimonianze e misurarsi con la responsabilità propria del legislatore di avviare iniziative in grado di rispondere a un fenomeno drammatico e poco conosciuto, Come attraverso l’osservatorio nazionale indipendente sugli orfani speciali e con proposte di legge legate al tema.
Quando i nostri padri costituenti scrissero oramai 80 anni fa la legge delle leggi non potevano immaginare la piaga dei femminicidi. Gli articoli 29 30 e 31 della nostra carta si occupano della famiglia ed è solo nell’articolo 30 che troviamo un riferimento lessicale e di contenuto ai figli nel senso del dovere e diritto dei genitori di mantenerli, istruirli ed educarli con la sola derivazione in capo alla legge di provvedere a surrogare i genitori ad assolvere questi compiti nei casi di una loro “incapacità“. Oggi noi ci occupiamo di questa incapacità latu sensu, un’incapacità sopravvenuta a causa di eventi tragici che hanno distrutto quella famiglia fondata sull’articolo 29 e 30. Per questo lo spirito del nostro tempo ci chiama a dover essere all’altezza e interpretare e trovare il modo di supplire a questa incapacità che si fonda su drammi che non è questa la sede per indagarne la radice: oggi al centro del nostro incontro abbiamo coloro che necessitano di cure e assistenza, di un amore non naturale ma comunque dovuto come ogni atto che deve accompagnare la crescita, la maturazione e la formazione del carattere di ogni cittadino italiano affinché possa realizzarsi nella società come prescrive la Carta c costituzionale ed è la stessa costituzione che ci chiama a questo compito rimandandoci al dettato di uno dei principi fondamentali scolpito nell’articolo due: perché dobbiamo garantire i diritti inviolabili, perché dobbiamo adempiere ai doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. E allora eccoci qui ad affrontare con responsabilità e coraggio la condizione di chi ci ricorda i doveri assegnati della costituzione. Abbiamo una responsabilità enorme, quella di trovare la strada per supplire, scusate se utilizzo questo verbo, la mancanza di una madre, di un contesto familiare normale. Non è come trapiantare un cuore, non è come un organo che anche se non ci appartiene qualora trapiantato continua e garantisce il funzionamento del nostro organismo: l’amore e l’affettività non potranno mai essere quelli naturali nel rapporto tra un bambino e un altro soggetto. Possiamo e dobbiamo però avere la capacità di costruire un percorso, certamente complesso, di ricostruzione affettiva con un sostegno psicologico e legale, con un approccio concreto e multidisciplinare.ricostruire sulle macerie di una famiglia distrutta. È una sfida alta e terribile alla quale però non possiamo sottrarci, alla quale dobbiamo una risposta realmente sfidante. Siamo qui per questo e vi ringrazio per consegnarci oggi il portato umane scientifico di esperienze che miglioreranno ognuno di noi, come uomini e come legislatori. Una persona speciale per sua natura è una rarità, una gemma da custodire con estrema cura: è un figlio di tutti noi e nessuno di noi può sottrarsi al compito di accudirlo e amarlo.