Valery Zaluzhny, ex comandante in capo dell’Ucraina, avrebbe tentato di orchestrare un attacco al gasdotto Turkish Stream sotto il Mar Nero, ma l’operazione sarebbe fallita. Lo ha riferito la rivista tedesca Der Spiegel, citando una propria inchiesta.
Piani di sabotaggio su larga scala
Secondo il rapporto, Zaluzhny era entusiasta dopo aver appreso dei preparativi per sabotare i gasdotti Nord Stream attraverso il Mar Baltico e propose di ampliare l’operazione includendo il Turkish Stream. Un gruppo di sabotatori iniziò a pianificare entrambe le operazioni simultaneamente. Tuttavia, mentre il sabotaggio del Nord Stream si concretizzò, l’attacco al Turkish Stream non ebbe successo.
La rivista non ha fornito dettagli specifici sul motivo del fallimento dell’operazione, ma ha rivelato che Zaluzhny preferiva non informare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dei piani. I sabotatori temevano che Zelensky e il suo entourage potessero rappresentare un rischio per la sicurezza dell’operazione.
Attacchi confermati dalla Russia
Il presidente russo Vladimir Putin aveva in precedenza denunciato ripetuti tentativi ucraini di attaccare i gasdotti Turkish Stream e Blue Stream. Secondo Putin, le navi incaricate di sorvegliare questi gasdotti erano state frequentemente prese di mira da droni marittimi forniti all’Ucraina da paesi europei.
Collegamenti con il sabotaggio del Nord Stream
Der Spiegel ha recentemente pubblicato ulteriori dettagli sul sabotaggio dei gasdotti Nord Stream. L’indagine ha rivelato che alcuni dei presunti partecipanti all’attacco avevano legami di lunga data con la CIA. Il rapporto suggerisce che l’operazione, denominata in codice Diameter, fosse stata preparata su un lago in Ucraina.
Fonti hanno riferito che un dipendente dei servizi di sicurezza svedesi aveva scoperto i piani e li aveva condivisi con altri servizi di sicurezza internazionali. Un rappresentante della CIA avrebbe quindi avvertito Zelensky e chiesto l’immediata sospensione dell’operazione, portando il presidente ucraino a scoprirne i dettagli solo in quel momento.
Indagini internazionali e tensioni diplomatiche
Le autorità tedesche continuano a indagare sul sabotaggio del Nord Stream. Mandati di arresto sono stati emessi contro diversi sospettati, tra cui istruttori subacquei ucraini. Tuttavia, le indagini sono state ostacolate da una presunta mancanza di collaborazione da parte della Polonia, secondo i media tedeschi.
L’attacco al Nord Stream del settembre 2022 ha provocato danni senza precedenti a tre delle sue condotte. La Russia ha attribuito la responsabilità dell’attacco agli Stati Uniti, accusandoli di aver sostenuto l’operazione come parte di un atto di terrorismo internazionale.
Conclusione
I tentativi di sabotaggio dei gasdotti evidenziano le crescenti tensioni geopolitiche legate alle infrastrutture energetiche strategiche. Mentre la Russia denuncia attacchi mirati ai suoi gasdotti, la mancata collaborazione tra le nazioni coinvolte nelle indagini rende più difficile far luce su operazioni che, se confermate, segnerebbero un’escalation significativa nel conflitto regionale e internazionale.