Il Cremlino ha lanciato un avvertimento contro una “seria escalation” se gli Stati Uniti consentiranno per la prima volta all’Ucraina di utilizzare missili a lungo raggio per colpire obiettivi strategici all’interno della Russia. Secondo indiscrezioni trapelate a Washington, l’amministrazione Biden potrebbe autorizzare l’impiego di missili ATACMS per attacchi in territorio russo, decisione che aumenterebbe la tensione nel conflitto ucraino a pochi mesi dall’insediamento del presidente eletto Donald Trump, che ha manifestato l’intenzione di negoziare un accordo di pace.
Il Cremlino ha reagito con toni allarmanti, affermando che tale autorizzazione rappresenterebbe “una partecipazione diretta degli Stati Uniti al conflitto”. Leonid Slutsky, capo della Commissione per gli affari internazionali della Duma di Stato, ha sottolineato come gli attacchi “in profondità nelle regioni russe porterebbero inevitabilmente a una grave escalation, con conseguenze molto più gravi”.
La tensione tra Biden e Trump sull’approccio alla guerra
L’approvazione dei missili ATACMS, ritenuti strategici per colpire i punti nevralgici della logistica russa, potrebbe inoltre complicare il futuro impegno diplomatico del presidente eletto Trump, che ha promesso di negoziare una soluzione pacifica. Trump ha già iniziato colloqui con vari leader internazionali e ha indicato che ridurre il sostegno militare all’Ucraina potrebbe essere uno dei suoi strumenti per portare Kiev al tavolo delle trattative. “L’amministrazione Biden”, ha affermato Slutsky, “lascia al team di Trump il problema di risolvere non solo il conflitto ucraino, ma anche di evitare un possibile scontro globale”.
Risposta della Russia: Dalla minaccia di escalation alla fiducia nella difesa
Figure di spicco del Cremlino hanno sostenuto che la Russia sia pronta a neutralizzare l’uso dei missili ATACMS, minimizzando l’efficacia della minaccia ucraina. Viktor Bondarev, ex comandante dell’aeronautica russa, ha dichiarato che la logistica delle Forze Armate ucraine è già nota ai sistemi di difesa russi, assicurando che le nuove armi a lungo raggio saranno intercettate e distrutte. Tuttavia, l’Ucraina ritiene che attaccare direttamente la Russia sia fondamentale per prevenire il rafforzamento delle forze russe in Ucraina, mirando a colpire i sistemi d’arma prima che possano essere impiegati sul fronte.
La retorica del Cremlino: Escalation inevitabile o minacce retoriche?
Sebbene le dichiarazioni del Cremlino siano allarmanti, alcuni osservatori notano che la Russia ha minacciato “linee rosse” simili in passato, senza però rispondere con azioni decisive. La Russia ha in precedenza dichiarato la sua intenzione di reagire duramente a qualunque coinvolgimento diretto della NATO o degli Stati Uniti nel conflitto, ma le forniture di armi avanzate, come carri armati e jet da combattimento, non hanno finora provocato una risposta militare maggiore da parte di Mosca.
Le parole di Putin: Una guerra tra Russia e NATO?
Alla luce delle ultime mosse diplomatiche e delle notizie sulla possibile autorizzazione dei missili ATACMS, il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha ribadito le parole del presidente russo, che aveva avvertito che attacchi a lungo raggio cambierebbero la “natura stessa del conflitto” portando inevitabilmente la Russia a considerare la NATO come un partecipante diretto nella guerra.
Con il progredire del conflitto, la questione dell’escalation appare incerta. La comunità internazionale guarda con preoccupazione alle prossime mosse di Biden, consapevole che ogni passo potrebbe comportare un cambiamento radicale nella dinamica del conflitto tra Russia e Occidente.