
La Corte Suprema dell’India ha recentemente stabilito che le demolizioni di proprietà private eseguite senza il giusto processo sono incostituzionali, in una sentenza volta a fermare l’escalation di “azioni da bulldozer” che colpiscono in particolare proprietà appartenenti a cittadini musulmani. Nella sentenza emessa mercoledì, i giudici hanno dichiarato che l’esecutivo “non può diventare giudice” e che la distruzione di case e attività senza rispettare i principi del giusto processo rappresenta una violazione dei diritti costituzionali.
Secondo la Corte, la demolizione di una casa, anche nel caso in cui il proprietario sia accusato o condannato per reati, senza la dovuta procedura legale, costituisce una violazione grave e “totalmente incostituzionale”. La vista “agghiacciante” di un bulldozer che demolisce edifici senza adeguata giustificazione legale, ha affermato la Corte, evoca immagini di uno “stato di cose senza legge”. Questa affermazione sottolinea la preoccupazione della magistratura verso pratiche governative percepite come arbitrarie e oppressive, che compromettono il diritto dei cittadini a un processo equo e trasparente.
Le nuove direttive della Corte Suprema
In seguito alla pronuncia, la Corte Suprema ha emesso una serie di direttive per gli stati indiani, stabilendo che nessuna demolizione dovrebbe essere eseguita senza un preavviso di comparazione per i proprietari degli immobili. Qualsiasi violazione di queste direttive, ha precisato la Corte, comporterà gravi conseguenze, tra cui accuse di oltreraggio alla corte e procedimenti penali contro le responsabilità. Questa linea di condotta mira a garantire che le autorità rispettino le normative e non abusino dei propri poteri per demolire proprietà in modo arbitrario.
Il Caso delle Demolizioni contro le Comunità Musulmane
Il caso è stato sollevato dalla Jamiat Ulama-i-Hind, un’organizzazione musulmana che ha presentato una petizione alla Corte Suprema per porre fine a quella che considera una campagna mirata contro la proprietà dei musulmani in stati come Madhya Pradesh e Rajasthan. Questi episodi hanno attirato l’attenzione pubblica e alimentato un dibattito sulle pratiche discriminatorie, in quanto, secondo i ricorrenti, le demolizioni spesso prendono di mira quartieri e proprietà musulmane, contribuendo a un clima di oppressione e ingiustizia.
Le demolizioni e gli sgomberi di massa
L’Housing and Land Rights Network, un’organizzazione indipendente con sede a Nuova Delhi, ha riferito che solo tra gennaio 2022 e dicembre 2023 oltre 150.000 casi sono state demolite, causando lo sfollamento forzato di più di 740.000 persone. Secondo il rapporto, l’uso dei bulldozer è diventato un simbolo di oppressione per le comunità musulmane, privando molti residenti dei loro mezzi di sostentamento e delle proprie abitazioni, e lasciando cicatrici profonde all’interno di comunità già vulnerabili.
La posizione di Amnesty International e la richiesta di una riforma
Amnesty International ha espresso la sua preoccupazione per le “demolizioni illegali” di casi, aziende e luoghi di culto musulmani, sottolineando la necessità di interrompere immediatamente queste operazioni. Secondo l’organizzazione, il ricorso massiccio a macchinari pesanti come i bulldozer per la distruzione della proprietà, senza il rispetto del giusto processo, rappresenta una violazione dei diritti umani e costituisce una grave minaccia alla giustizia e alla pace sociale.
Verso una nuova era di trasparenza e giustizia?
Questa sentenza rappresenta un segnale forte da parte della Corte Suprema indiana, che ha dimostrato di voler difendere il diritto dei cittadini a un processo equo, indipendentemente dalla religione o dall’origine etnica. La pronuncia potrebbe segnare un punto di svolta, imponendo limiti chiari all’azione dell’esecutivo e promuovendo un maggiore rispetto dei diritti costituzionali. Tuttavia, resta da vedere se e come le autorità locali rispetteranno queste direttive, in un contesto in cui le tensioni comunitarie e la questione della proprietà privata continuano a essere temi sensibili e controversi.
La Corte ha chiarito che una democrazia non può tollerare pratiche che ignorano il principio del giusto processo e minano il rispetto delle leggi. La speranza è che questa decisione diventi un deterrente efficace contro pratiche abusive, ponendo fine a una stagione di demolizioni ingiustificate che hanno colpito in modo sproporzionato le minoranze.
