
(AGENPARL) – mar 12 novembre 2024 Da 25 anni nel nome di Laura Scotti, per i bambini del Kosovo
Amici dei Bambini ricorda la collaboratrice Laura Scotti, a 25 anni dalla tragedia aerea che
la strappò alla vita nei cieli di Prishtina. Una ricorrenza per celebrare il bene fatto, che
ancora “porta il suo nome” nella scuola che le è stata dedicata a Grabovc
Mezzano di San Giuliano Milanese – 12 novembre 2024
C’era la nebbia, quel venerdì mattina di 25 anni fa, sui monti del Kosovo, come intorno alla sede di
Amici dei Bambini, dove amici e colleghi di Laura Scotti cercavano conferma alla terribile notizia
appena arrivata: ovvero che non c’era più traccia sui radar del volo ATR-42 della PAM (Programma
Alimentare Mondiale) diretto a Prishtina.
La conferma, purtroppo, non tardò ad arrivare: l’aereo si era schiantato sul costone di una
montagna poco a nord della città. Nessuna delle 24 persone a bordo (due piloti, l’assistente di
volo e ventuno passeggeri, nove dei quali italiani) si era salvata.
Tra quelle persone, c’era Laura Scotti, milanese, insignita dell’Ambrogino d’Oro nel 2000 per il suo
impegno umanitario, che aveva lasciato il suo lavoro in un’agenzia di pubbliche relazioni per unirsi
ad Amici dei Bambini e intraprendere con passione il suo ruolo nel settore Comunicazione.
In particolare, era il Kosovo ad averla “rapita”, per le persone che lì aveva incontrato e,
soprattutto, per i bambini che aveva conosciuto e per i quali sentiva di doversi impegnare senza
risparmio.
Quel maledetto volo è stato l’ultimo dei 22 che aveva preso nel corso degli ultimi sei mesi, per
portare giornalisti e operatori in quei luoghi e per continuare l’opera di ricostruzione intrapresa da
Ai.Bi. in una terra uscita devastata dalla lunga guerra.
Nella scuola “di Laura”
Oggi, a Grabovc, non lontano dalla capitale, sorge una moderna scuola che di Laura Scotti porta il
nome. E ancora oggi, ogni 12 novembre, viene organizzata una cerimonia per ricordarla e
ringraziarla.
Proprio nella hall d’ingresso c’è un disegno che la ritrae, opera di Gezim Berisha, insegnante di
arte e direttore della scuola, che sogna di poterlo sostituire con un più celebrativo busto.
Anche perché, qui, Laura Scotti è conosciuta da tutti.
Ricorda il dirigente: “Laura è nota a tutti gli studenti e alle loro famiglie e nel villaggio tutti sanno
perché la scuola ha questo nome fuori dal comune. Anche chi non ha potuto incontrarla di
persona conosce la sua storia e ha sentito parlare della sua determinazione nel volere la scuola,
come segno tangibile della possibilità per i ragazzi di vivere in armonia e realizzare i propri sogni”.
Ma anche tornando in Italia il ricordo di Laura non si è spento in questi 25 anni, come conferma
un’amica e collega ai tempi dell’agenzia pubblicitaria: “Laura era un po’ come Peter Pan, una
sognatrice, con la sua vivace personalità. La famosa foto che c’è in Ai.Bi. e la ritrae insieme ai
bambini in Kosovo, mostra una Laura diversa rispetto all’immagine professionale che
conoscevamo in agenzia. Quello era proprio uno sguardo diverso”.
Uno sguardo che a 25 anni di distanza, ancora è capace di ispirare e di guidare.
Ai.Bi. Amici dei Bambini – ETS
Amici dei Bambini è un movimento di famiglie che dal 1986 opera in Italia e in oltre 30 Paesi del mondo (in
Europa dell’Est, America, Africa e Asia) per dare a ogni bambino abbandonato una famiglia e garantire il
suo diritto a essere figlio.
Ogni giorno, in tutto il mondo, Amici dei Bambini lotta per combattere l’emergenza abbandono: una vera e
propria emergenza umanitaria che, a differenza di fame, malattia e guerre, presenti principalmente nei
Paesi in via di sviluppo, è comune a tutti i Paesi del mondo con dimensioni sempre più allarmanti. Secondo
una stima basata su un report di Unicef di qualche anno fa, sono almeno 200 milioni i bambini
abbandonati nel mondo. In Italia, i minori “fuori famiglia” sono oltre 30mila.
Amici dei Bambini interviene laddove si manifesta l’abbandono: negli orfanotrofi, negli istituti, nei centri di
assistenza… in tutte quelle realtà in cui l’assistenza permette loro di “sopravvivere”, ma non di vivere
pienamente, perché manca l’amore di una famiglia che faccia sentire davvero “figli”.
http://www.aibi.it
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Ufficio Stampa Ai.Bi. Amici dei Bambini