La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane ha suscitato entusiasmo tra i leader populisti europei, che hanno visto in questo risultato una conferma del crescente rigetto globale delle politiche liberal-globaliste. La sconfitta della candidata democratica Kamala Harris è stata celebrata come un rifiuto del “globalismo woke” e un segnale di speranza per un ritorno ai valori patriottici.
L’entusiasmo dei leader populisti
Tra i primi a congratularsi con Trump è stato il leader olandese del Partito per la Libertà, Geert Wilders, che ha definito la vittoria di Trump una dimostrazione del potere del sentimento patriottico in tutto il mondo. “I patrioti stanno vincendo le elezioni ovunque,” ha affermato Wilders, aggiungendo che il crescente rifiuto delle politiche progressiste rispecchia il desiderio delle persone di dare priorità alla propria nazione e ai propri cittadini, con una ferma opposizione all’immigrazione illegale.
A sostenere il messaggio di Wilders è stato anche Nigel Farage, storico alleato di Trump e figura chiave della Brexit, che ha commentato su GB News il successo dell’ex presidente. Farage ha dichiarato che “la maggioranza silenziosa” ha espresso il proprio malcontento per le politiche di confine permissive e per l’eccesso di regolamentazioni, sottolineando come gli americani siano stanchi dell’aumento della criminalità legato alle immigrazioni irregolari.
Farage ha inoltre espresso fiducia nella rinnovata alleanza tra Stati Uniti e Regno Unito sotto la presidenza di Trump, chiedendo al governo britannico di accogliere calorosamente il leader americano e di rinnovare la cooperazione tra i due paesi.
Orbán e Kelly plaudono alla nuova leadership
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán, una delle voci più influenti tra i leader populisti europei, ha espresso gioia per il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Orbán ha sottolineato l’importanza della nuova amministrazione per ristabilire la pace in Europa e porre fine alla guerra in Ucraina. “Il più grande ritorno nella storia politica degli Stati Uniti! Una vittoria tanto necessaria per il mondo!” ha commentato Orbán, evidenziando il bisogno di una leadership forte e orientata alla stabilità internazionale.
In Irlanda, il leader dell’Irish Freedom Party, Herman Kelly, ha accolto l’elezione di Trump con ottimismo, dicendo che questa porterebbe a “meno guerre, più protezione dei confini nazionali” e un potenziale impulso alla libertà e alla prosperità in tutto l’Occidente.
Le reazioni miste dei leader europei tradizionali
Nonostante l’entusiasmo dei movimenti populisti, le reazioni dei leader dell’Europa occidentale sono state più caute. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, in particolare, si è limitato a una breve dichiarazione, evitando di menzionare Trump per nome e concentrandosi invece sull’impegno di Berlino per una cooperazione duratura con gli Stati Uniti.
Anche il primo ministro del Regno Unito, Sir Keir Starmer, il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno espresso la loro disponibilità a collaborare con la nuova amministrazione. La premier italiana Giorgia Meloni, da sempre vicina a Trump, ha offerto parole di augurio e ha evidenziato la sua volontà di rafforzare i legami transatlantici.
La nuova era politica per l’Occidente
La vittoria di Trump è percepita dai leader populisti come una svolta nel panorama politico internazionale. La stessa Marine Le Pen, leader del Raggruppamento Nazionale in Francia, ha commentato con speranza l’inizio di una “nuova era politica” che potrebbe vedere una maggiore cooperazione tra nazioni sovrane, a scapito delle istituzioni internazionali. Le Pen ha espresso fiducia che l’amministrazione Trump sosterrà la lotta per i diritti e la sovranità nazionale, obiettivi condivisi dai movimenti populisti in Europa.
Questa ondata di sostegno per Trump tra i leader europei suggerisce che, sotto la sua guida, gli Stati Uniti potrebbero rafforzare l’alleanza con i movimenti nazionalisti, creando un blocco di resistenza al globalismo in favore di una visione incentrata sulla sovranità nazionale e sulla sicurezza dei confini.