In questo periodo nel quale i comuni stanno predisponendo il bilancio di previsione 2025-2027 è necessario ricordare che gli stessi sono sottoposti a partire dal 2024 ad un taglio di 300 milioni annui per il 2024-25 e di 200 milioni annui per il 2026-28. Taglio che il Governo ha deciso di mettere in pratica tagliando in proporzione ai fondi PNRR ottenuti, più soldi ottenuti per fare investimenti e più taglio ricevuto.
Ma veniamo ai contenuti della manovra di bilancio che il Governo Meloni ha impostato.
La prima questione che merita attenzione è quella relativa al personale degli enti dove si registra un preoccupante e ingiustificato ritorno al passato con un turn over al 75% per le assunzioni a tempo indeterminato nell’anno 2025 per tutti i Comuni con più di 20 dipendenti di ruolo in servizio.
Per circa 3 mila enti rientranti nell’ambito soggettivo della disposizione si intravedono alcuni effetti paradossali per enti che già vedono una continua contrazione del personale in servizio e che, proprio con la regola della sostenibilità finanziaria, a partire dal 2020 hanno faticosamente introdotto un principio virtuoso di governo della spesa per assunzioni di personale.
Siamo quindi davanti ad un taglio indifferenziato e trasversale che rischia di bloccare assunzioni in corso e di lasciare i comuni nell’impossibilità di sostituire il personale che va in pensione.
In questo modo manutenzioni e servizi vari saranno erogati sempre con maggiore difficoltà, basta pensare ai servizi di prossimità come la Polizia Municipale che necessitano di più personale e che invece si troveranno nell’impossibilità di sostituire chi va in pensione tornando ad avere così una riduzione dell’organico.
Il Governo da una parte si fa paladino della sicurezza e dell’altra toglie la possibilità ai comuni di occuparsene in modo serio.
Se proprio si vuole ottenere risparmi sul personale degli Enti Locali che almeno si lascino fuori servizi sociali, polizia locale e altri servizi essenziali.
Nella manovra del Governo è prevista anche ulteriore “spending review” nella quale si chiedono ai comuni risparmi (ovvero tagli) per circa 130 milioni nel 2025 e 260 milioni nel 2026.
Questo taglio, del quale ancora non si conoscono i criteri di riparto tra gli enti, rischia di colpire ulteriormente i servizi che i comuni erogano e che hanno costi che continuano ad aumentare.
In ultimo arrivano tagli anche per i finanziamenti per gli investimenti (piccole e medie opere, rigenerazione urbana, progettazione) dove sono previste riduzioni nel prossimo quinquennio di circa il 20-30%.
Se questo è solo l’inizio si preannuncia un triennio di grandi sacrifici per tutti gli enti locali, sacrifici che poi saranno pagati dalla parte più fragile della cittadinanza.
Alessio Mugnaini
Sindaco