Mentre gli elettori degli Stati Uniti si recano alle urne per decidere il prossimo presidente, il leader populista olandese Geert Wilders ha espresso pubblicamente il proprio sostegno a Donald J. Trump. Wilders, alla guida del Partito per la Libertà (PVV) nei Paesi Bassi e figura di spicco nel movimento populista europeo, ha dichiarato il suo appoggio martedì, unendosi a una schiera di leader internazionali che guardano con interesse alla possibile rielezione di Trump.
“Se fossi americano, voterei per Trump”
Wilders ha utilizzato la piattaforma social X per comunicare la propria posizione, scrivendo: “Certo, spetta agli americani e solo agli americani decidere chi sarà il loro prossimo Presidente. E io non sono un americano. Ma se fossi americano, voterei sicuramente per il presidente Trump oggi. Buona fortuna, signor Presidente!”. Con questa dichiarazione, Wilders non solo ha elogiato Trump ma ha anche sottolineato la sua visione condivisa su temi come la sicurezza dei confini e la protezione dei valori nazionali.
Come Trump, Wilders è noto per la sua critica alle politiche di apertura delle frontiere e per la sua ferma opposizione alla migrazione di massa, che definisce una “minaccia” alla cultura e alla sicurezza nazionale. Entrambi i leader hanno basato buona parte del loro consenso su un programma anti-globalista, che denuncia l’immigrazione non regolamentata e le influenze sovranazionali sulle politiche nazionali.
La “mega vittoria” di Wilders e l’influenza sul panorama europeo
La carriera politica di Wilders ha subito un’impennata lo scorso anno, quando il suo partito PVV ha ottenuto una clamorosa vittoria nelle elezioni olandesi, diventando il principale partito dei Paesi Bassi. Questo successo ha provocato agitazione a livello europeo, accendendo un dibattito sul futuro dell’Unione Europea e sulle politiche migratorie comuni. La crescita di Wilders e del PVV rappresenta una sfida importante per l’Europa, dove movimenti simili stanno guadagnando terreno, specialmente tra gli elettori insoddisfatti delle politiche tradizionali.
Un bersaglio frequente di minacce e violenza
Wilders, come Trump, è stato spesso nel mirino di violenze e minacce per le sue posizioni controverse. Dal 2004 vive sotto scorta permanente a causa delle sue critiche all’islam, una protezione resasi necessaria dopo numerosi tentativi di attacco e minacce di morte. A settembre di quest’anno, due cittadini pakistani sono stati condannati in contumacia per aver incitato alla violenza contro Wilders, invitando i loro seguaci ad assassinarlo.
Questo scenario, che rende evidente il rischio che i leader conservatori devono affrontare, risuona anche oltre i confini europei. In effetti, Wilders ha recentemente lanciato un avvertimento sulle possibili minacce contro politici conservatori negli Stati Uniti, specialmente alla luce del tentato assassinio di Trump avvenuto a luglio. “Gli attacchi contro i politici conservatori non sono solo un problema europeo”, ha dichiarato Wilders, sottolineando che tensioni simili potrebbero svilupparsi anche negli Stati Uniti.
Populismo internazionale e la sfida al globalismo
L’appoggio di Wilders a Trump rafforza ulteriormente i legami tra i movimenti populisti a livello internazionale. Entrambi i leader incarnano l’opposizione al globalismo e sostengono politiche che promuovono l’autonomia nazionale rispetto alle influenze esterne. Con Wilders alla guida di uno dei principali partiti in Europa, il suo sostegno a Trump assume un valore simbolico, rappresentando un’alleanza ideologica che unisce le sponde dell’Atlantico.
Mentre gli elettori americani decidono il loro prossimo presidente, il sostegno di Wilders suggerisce che l’impatto di queste elezioni andrà oltre i confini degli Stati Uniti, influenzando anche il futuro dei movimenti populisti e sovranisti in Europa.