
(AGENPARL) – mer 30 ottobre 2024 *Assemblea produttori bio-Cia: serve giusto prezzo e tetto a burocrazia*
Al biologico serve che ci sia un prezzo giusto definito da una Commissione
Unica Nazionale che regoli il mercato del biologico, in maniera
indipendente da quello dei prodotti convenzionali. Perché aumentare quote e
prezzi del biologico significa permettere di produrre cibo sano e pulito,
garantisce il reddito degli agricoltori, il rispetto dei diritti dei
lavoratori e quelli della terra. C’è però bisogno di una semplificazione
burocratica per mantenere la posizione di testa nel mercato europeo.
E’ quanto chiedono i produttori biologici riunitisi a Roma, nella sede
della Cia, nella seconda assemblea organizzata da Federbio. In assemblea si
sono riunite le 14 associazioni socie FederBio, un evento aperto a tutti
gli operatori agricoli.
Con 139mila ettari di coltivazioni biologiche (il 27,6% del totale) e 3280
operatori bio la Basilicata ha una forte caratterizzazione di agricoltura e
zootecnia biologiche e conferma la quarta posizione tra le regioni italiane
per incidenza delle superfici biologiche. Il 2023, primo anno di
applicazione della nuova Pac, ha visto crescere in regione le superfici
investite a biologico e il numero di operatori coinvolti. I dati del
rapporto Bio dell’Ismea lo certificano: in un decennio la superficie è
cresciuta del 174% (più 84mila ettari) e gli operatori in oltre 2mila. In
Basilicata al primo posto i cereali (39mila ha), seguiti da prati pascolo
(28mila ha), colture foraggere (20,5 mila ha), colture industriali (9.400
ha), olivo (6.600 ha) e vigneti (circa 1000 ha).
Il biologico è un settore che gode di buona salute, con un fatturato che
segna un +4,9% in termini di volume e +4,5% in valore negli ultimi 12 mesi,
e che ha già superato i 9 miliardi di euro di vendite, con un export che
dal 2012 al 2023 ha raddoppiato il fatturato. Ma, a più di un anno dalla
presentazione del ‘Manifesto dei produttori’ che elencava le richieste del
mondo del biologico, i produttori sottolineano l’esigenza di accelerare
ulteriormente la crescita del bio.
“È forte e chiara la voce degli agricoltori biologici e biodinamici che
chiedono un giusto prezzo a sostegno del servizio agroecologico e sociale
che svolgono nelle campagne italiane – sottolinea Maria Letizia Gardoni,
coordinatrice della sezione soci produttori FederBio – Così come una
semplificazione burocratica utile ad alleggerire il carico degli
adempimenti per chi è già certificato e a favorire la conversione al bio di
chi ancora non lo è”.
“L’agricoltura biologica e biodinamica risponde a tante delle sfide che,
oggi, l’Italia e l’Europa devono fronteggiare, dalla mitigazione climatica
alla sicurezza alimentare, passando per l’occupazione e la tenuta delle
aree considerate erroneamente marginali. Gli agricoltori agroecologici – ha
proseguito – sono pertanto i protagonisti di una transizione necessaria e
vanno quindi sostenuti e valorizzati”.
Anche il presidente Anabio-Cia, Giuseppe De Noia riparte dal documento
presentato lo scorso anno: “quest’oggi, con la seconda assemblea annuale
della sezione soci produttori biologici di FederBio, ripartiamo dalla firma
del Manifesto sul Biologico Italiano, siglato durante l’assemblea dello
scorso anno. Ripartiamo da alcuni punti cardine che stanno caratterizzando
la nostra azione politico-economica: oltre al giusto prezzo, alla
semplificazione amministrativa e il marchio unico del biologico italiano, è
fondamentale promuovere un percorso virtuoso di interprofessione, che può
rappresentare vero punto di svolta dell’intera filiera biologica del
comparto”.