(AGENPARL) – lun 28 ottobre 2024 *Lettera aperta dell’AUPI al Ministro della Salute Schillaci*
*PSICOLOGI, TRA SANITARI NESSUN INDIGENTE MA TANTI UMILIATI*
*Iacob: “La salute mentale resta fanalino di coda tra le priorità da
affrontare”*
“Le affermazioni che abbiamo letto sui giornali, secondo cui non esistono
medici indigenti, purtroppo, hanno il sapore di una posizione fuorviante e
potremmo dire demagogica. Forse non si può parlare di indigenza in senso
stretto, ma quello che vedo ogni giorno negli occhi dei colleghi con cui
lavoro è spesso una profonda umiliazione”.
Lo afferma, in una lettera aperta inviata al Ministro della Salute, Orazio
Schillaci, il segretario generale nazionale dell’Associazione Unitaria
Psicologi Italiani, Ivan Iacob.
“Sicuramente anche la Fnomceo e altre rappresentanze sindacali avranno
modo di contestare – ha aggiunto -. Il medico si forma per molti anni, un
percorso che lei, in qualità di professore, conosce bene; si tratta di una
preparazione di altissimo livello, specialistica, che richiede costanza e
impegno. Quando un medico entra nel mondo del lavoro, deve alternare turni
di guardia, notti e disponibilità continua, tutto per garantire la salute
pubblica; in caso di emergenza, operazioni o persino durante una pandemia –
e forse ce lo siamo dimenticati – è lui a correre in prima linea, spesso
mettendo a rischio la propria vita senza chiedere compensi extra. Nel fare
tutto questo, molti medici cadono nel burnout, le loro relazioni familiari
ne soffrono e le loro vite private si frammentano: l’ospedale, il distretto
o l’ambulatorio diventano il loro mondo, il loro centro”.
“Umiliare questa categoria sostenendo che i medici non si trovano in
difficoltà economiche non sembra una strategia utile a motivare chi già
ogni giorno fa sacrifici per il sistema sanitario nazionale – ha precisato
Iacob -; anzi, sembra quasi mirare a qualcos’altro. I sanitari, non solo i
medici, tutti i professionisti della salute intraprendono questa
professione non solo per una questione economica, ma per contribuire a
migliorare la salute della collettività, oggi concepita in chiave bio
psicosociale, come indica l’OMS e come è scritto sulla targa all’ingresso
del suo Dicastero”.
“Eppure, negli ultimi tempi, sembra sempre più evidente un tentativo di
dividere i professionisti sanitari: talvolta si ‘tifa’ per i medici, altre
per gli infermieri, altre ancora per i farmacisti, ma mai per gli psicologi
– questi sembra siano lasciati a loro stessi. Pregevolissimo Ministro,
esistiamo anche noi! Condividiamo con i medici almeno nove anni di
formazione, quella specialistica a carico delle nostre famiglie, mentre per
i medici è a carico dello Stato”.
“Comprendo la frustrazione di un Ministro che, di fronte a promesse
fatte, deve misurarsi con i limiti imposti dal Ministero dell’Economia:
tuttavia, ciò non giustifica umiliare il medico e, con esso, l’intera
categoria sanitaria – ha concluso Iacob -. Oggi tocca ai medici, domani
potrebbe toccare agli infermieri. Invece, sarebbe bastato un messaggio più
semplice: ‘Non ci sono risorse, stiamo facendo il possibile’. Nessuno
avrebbe potuto biasimarla per aver ammesso questa verità”.
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