(AGENPARL) – lun 28 ottobre 2024 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
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*MILANO*
*MUSEO DIOCESANO CARLO MARIA MARTINI*
*UN CAPOLAVORO PER MILANO 2024*
*SANDRO BOTTICELLI*
* Adorazione dei Magi*
*Dalle Gallerie degli Uffizi*
A cura di *Daniela Parenti *e* Nadia Righi*
*Dal 29 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025*
– *Un Capolavoro per Milano 2024* giunge alla sua sedicesima edizione e
porta al Museo Diocesano una delle più affascinanti e celebri opere di
Sandro Botticelli.
– Nella tavola spiccano l’abilità ritrattistica del pittore, l’uso di
una gamma cromatica squillante e la resa minuziosa dei particolari.
– La scena sacra allude alla fedeltà da parte del committente ai Medici,
celebrati per il valore divino del loro operato terreno.
– L’opera sarà presentata in un percorso espositivo che consente un
approfondimento sia storico-artistico che spirituale, con l’ausilio di
apparati didattici, immagini, video e musiche, che permettono una
riflessione sull’opera e sul suo significato.
CARTELLA STAMPA E IMMAGINI
L’*Adorazione dei Magi*, una delle più affascinanti e celebri opere di *Sandro
Botticelli* (Firenze, 1445 – 1510), pittore simbolo del Rinascimento
italiano, è il *Capolavoro per Milano 2024*, in arrivo dalle Gallerie degli
Uffizi di Firenze e in esposizione al *Museo Diocesano Carlo Maria Martini*
di *Milano* * dal 29 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025*. L’iniziativa, giunta
alla sua sedicesima edizione, porta ogni anno un nuovo capolavoro al Museo,
per un’esposizione che nel 2024 è curata da *Daniela Parenti*, curatrice
della Pittura del Quattrocento delle Gallerie degli Uffizi, e da *Nadia
Righi*, direttrice del Museo Diocesano.
*Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano e curatrice della mostra*
“Siamo grati alle Gallerie degli Uffizi e al direttore Simone Verde per
aver lavorato con noi a questo progetto, ormai giunto alla sua sedicesima
edizione, fortemente identitario per il Museo Diocesano. Il tema dei Magi
riproposto da Botticelli con grande raffinatezza ci è particolarmente caro:
il museo fa parte del Complesso di Sant’Eustorgio, nella cui basilica sono
conservate le reliquie dei Santi Re Magi, da sempre oggetto di devozione da
parte dei milanesi”.
*Simone Verde, direttore delle Gallerie degli Uffizi*
“Le Gallerie degli Uffizi non possono che tendere la mano alle
collaborazioni culturali di pregio: e l’esposizione dell’Adorazione dei
Magi di Botticelli nello speciale, multidisciplinare allestimento del Museo
Diocesano di Milano, il cui percorso approfondisce dettagli, storia e
storie nascoste all’interno dell’opera, è una operazione scientificamente
validissima da inquadrare senz’altro in questo contesto”.
*Daniela Parenti, curatrice della Pittura del Quattrocento delle Gallerie
degli Uffizi e curatrice della mostra*
“L’Adorazione dei Magi di Botticelli, dipinta per l’altare di Gasparre da
Lama situato nella chiesa di Santa Maria Novella a Firenze, è un’opera
capace di narrare molte storie, oltre a quella dell’Epifania: testimonia
l’estro compositivo e l’abilità ritrattistica di Botticelli, in piena
ascesa sulla scena artistica all’epoca dell’esecuzione del dipinto, nella
prima metà degli anni Settanta del Quattrocento; tramanda la memoria del
suo ambizioso e sfortunato committente, Guasparre da Lama, che per un
eccesso di cupidigia fu poi condannato e privato delle ricchezze; celebra
la grandezza dei Medici, i veri protagonisti della raffigurazione; infine
ci parla di intrighi di corte che determinarono, nella seconda metà del XVI
secolo, l’ingresso del dipinto nella collezione del granduca di Toscana
Francesco I”.
La tavola è stata realizzata intorno al 1475 per la cappella dedicata ai
Magi della chiesa di Santa Maria Novella, a Firenze, fatta costruire a
partire dal 1469 dal ricco e ambizioso uomo d’affari Gasparre da Lama.
Quando la caduta in disgrazia del committente porta all’abbandono della
cappella, l’*Adorazione dei Magi *entra quindi nella collezione della
famiglia dei Medici, come risulta dagli inventari di fine XVI secolo, e
dunque esposta agli Uffizi dal 1796.
Il tema – scelto sia per ragioni legate al nome del committente, Gasparre,
come il più giovane dei re Magi, sia per rendere omaggio ai Medici,
ferventi sostenitori della Compagnia dei Magi con sede a San Marco, a
Firenze – viene affrontato dall’artista con grande originalità, in una
composizione equilibrata, con la capanna in posizione centrale e le
numerose figure disposte in maniera articolata intorno a essa, in grande
varietà di pose e atteggiamenti, rappresentate con cromie sgargianti e una
precisa resa dei particolari.
Al suo interno, su un alto basamento, sotto *i raggi della luce divina*, è
raffigurata la Madonna con il Bambino, mentre alle sue spalle Giuseppe
appare in assorta concentrazione. Ai lati, divisa in due schiere, la parata
di personaggi che giungono al seguito dei Magi, composta perlopiù dai
protagonisti della società fiorentina al tempo dell’ascesa dei Medici.
Nel re inginocchiato ai piedi della Vergine è riconoscibile Cosimo il
Vecchio, mentre gli altri due Magi hanno le sembianze dei suoi figli, che
si guardano fra loro: Piero il Gottoso, con il manto rosso e inginocchiato
al centro, e Giovanni, vestito di bianco. Fra gli altri membri della
famiglia medicea ritratti, forse, Lorenzo il Magnifico sulla destra, di
profilo, con lo sguardo abbassato e i capelli scuri, vestito di nero e
rosso; mentre suo fratello minore Giuliano sarebbe riconoscibile nel
giovane spavaldo con la spada da cavaliere in primo piano a sinistra. Lo
stesso Botticelli si ritrae nel ragazzo biondo sulla destra, posto di tre
quarti con il manto giallo oro, che ricerca lo sguardo dello spettatore.
La scena ha dunque l’evidente intento di sottolineare la fedeltà politica
alla potente famiglia fiorentina da parte del committente, rappresentato
nell’uomo canuto con il manto azzurro sulla destra, rivolto verso lo
spettatore, ma anche quello di *riconoscere il valore divino nell’operato
terreno dei Medici*.
L’opera mette in risalto l’abilità ritrattistica del pittore, evidenziata
in modo particolare nella gamma cromatica squillante, dove spiccano i
rossi, gli arancioni e gli azzurri, così come nella resa dei particolari,
quali i doni preziosi o le raffinate vesti degli astanti, ma anche negli
squarci di paesaggio sullo sfondo, con rovine di un complesso edificio
antico, pretesto per un esercizio prospettico ma anche allusione alla fine
del mondo pagano con la nascita di Cristo. Sul muro diroccato, sulla destra
della composizione, si scorge infine un pavone, simbolo di Resurrezione.
Questi dettagli simbolici e altri ancora rafforzano la sacralità della
scena che è evidenziata dall’aver posto in posizione sopraelevata la Sacra
Famiglia. Non è un caso che il fulcro della composizione sia il gesto del
re anziano che inginocchiandosi riconosce la divinità del Bambino, offerto
da Maria come dono prezioso*. *
La mostra è realizzata con il contributo e il patrocinio di *Regione
Lombardia* e con il contributo di *Fondazione Banca del Monte di Lombardia*;
sostenitori: *Gi Group*, * Fondazione Rocca*, * SZA Studio Legale*, *
Studio Legale BSTC*; media partner: *ONE*; travel partner: *Trenord*.
Fondazione Banca del Monte, che supporta la mostra, promuove la visita da
parte dei più giovani (fino ai 25 anni) garantendo loro l’ingresso ridotto
speciale a 4€ ogni venerdì dalle 14.00 alle 18.00.
*PROGETTO NESSUNO ESCLUSO*