
(AGENPARL) – gio 24 ottobre 2024 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
Sla. Metabolismo e Nutrizione
Esplorando le sinergie tra scienza e arte culinaria
*A Pollenzo, l’Università delle Scienze Gastronomiche e Slow Food si
uniscono al Centro Clinico NeMO, AISLA e SLAfood*
* per rivoluzionare la presa in carico attraverso la nutrizione*
*Pollenzo, 24 ottobre – *Nell’incantevole scenario dell’*Università di
Scienze Gastronomiche di Pollenzo*, si sta svolgendo fino a domani, 25
ottobre, *la prima edizione del Convegno “SLA: Metabolismo e Nutrizione.
Nuove frontiere nella presa in carico”.* L’evento, promosso dall’alleanza
tra *Centri Clinici NeMO, AISLA e SLAfood*, sotto l’egida di *Slow Food*,
si pone l’obiettivo di ridefinire il ruolo fondamentale di un intervento
nutrizionale mirato nella presa in carico delle persone con Sla, al fine di
agire concretamente sul decorso di malattia e migliorare la qualità di
vita.
*In questi due giorni di formazione immersiva per operatori, studenti e
caregiver, i Centri Clinici NeMO si confermano come punto di riferimento
nella presa in carico della persona con Sla e nella conoscenza scientifica
sulla patologia*, grazie ad una visione lungimirante e al modello di cura
multidisciplinare. Approccio che viene messo a fattor comune per continuare
a rispondere sempre di più e meglio ai bisogni complessi della malattia. Un
parterre di oltre 20 esperti, tra cui clinici, ricercatori, terapisti e
psicologi, infatti, si sta confrontando sull’importanza della nutrizione
nel percorso di malattia. *Spiega la dott.ssa* *Federica Cerri*, *neurologa,
referente Area Sla del Centro NeMO di Milano e coordinatore scientifico del
Convegno*: “*I nuovi obiettivi scientifici si rivolgono sempre più
all’interazione tra metabolismo e nutrizione, sia per approfondire le cause
della malattia, che per migliorare la pratica clinica. L’attenzione è verso
gli standard di cura per la gestione della disfagia, i metodi di
valutazione e di predizione dello stato nutrizionale, al fine di consentire
lo sviluppo di piani nutrizionali “cuciti” sulla storia di malattia di ogni
persona”. *
Proprio la disfagia, tema centrale del Convegno, rappresenta una delle
sfide più importanti da affrontare nella presa in carico, come afferma
il *prof.
Giorgio Calabrese, noto nutrizionista ed esperto della Commissione
medico-scientifica di AISLA: **“La disfagia è un ostacolo molto importante
per la nutrizione, ma anche per l’idratazione. Per questo il lavoro
multidisciplinare deve produrre ricette a consistenze modificate
bilanciando tutti i nutrienti necessari al fabbisogno richiesto dalla
malattia, senza però dimenticare l’importante funzione sociale e di
appagamento emotivo e psicologico del cibo”.*
Qualità della vita e difesa della cultura della buona tavola, oltre la
malattia, a poche settimane dalla ventesima edizione di “Terra Madre,
Salone del Gusto 2024″, che ha visto il Piemonte fulcro dell’incontro tra
eccellenze e culture del gusto. Sul territorio piemontese si stima che
siano 450 circa le persone affette da SLA con problemi di disfagia.
Diventano 65.000 tenendo conto di altre patologie come Alzheimer, demenza,
stroke, Parkinson e sclerosi multipla. *L’Assessore alla Sanità della
Regione Piemonte Federico Riboldi, *intervenuto al convegno, commenta: “*Quando
parliamo di nutrizione clinica per patologie invalidanti come la Sla,
dobbiamo imparare a cambiare il paradigma, facendo riferimento ad un
sistema di continuità assistenziale in cui condivisione, dialogo,
multiprofessionalità e responsabilità diventino le parole chiave per
l’ampliamento dell’accesso ai servizi al maggior numero di persone ma, al
tempo stesso siano calibrati sul singolo soggetto. Lo spirito di queste
giornate di Pollenzo e degli enti promotori recepisce in pieno questi
valori.*”
*Al centro, dunque, la persona con Sla ed il suo desiderio di vivere
appieno la vita.* Ecco perché le due giornate di Pollenzo vedono scienza e
pratica clinica sulla malattia, insieme ai professionisti delle scienze del
gusto, dell’alimentazione e della cultura della condivisione del cibo, per
una formazione esperienziale e pratica: *“La cucina è un atto di amore
– *aggiunge
*lo chef Roberto Carcangiu, presidente di APCI chef, l’Associazione
Professionali dei Cuochi Italiani e vicepresidente SLAfood* – *Quando la
ricerca e il talento in cucina sono al servizio dell’altro si esprime al
meglio la nostra professionalità e la nostra passione. In questo percorso
anche la ristorazione collettiva può e deve fare molto”. *
Con lui, sono presenti gli chef *Cristian Benvenuto*, *Elio Sironi*, *Roberto
Valbuzzi* e *Fabio Zanetello* anche loro chiamati da *Davide
Rafanelli,* *presidente
di SLAfood e consigliere nazionale AISLA. *Piemontese d’origine e brianzolo
d’adozione, dopo la diagnosi di Sla, da paziente del NeMO di
Milano, Rafanelli sceglie di mettere al servizio della comunità Sla le sue
competenze nel mondo del food per sostenere i progetti di presa in carico
nutrizionale. *È sua l’intuizione della realizzazione delle giornate di
Pollenzo*: “*Provo sulla mia pelle cosa significa essere costretti a
rinunciare ad un buon pasto mangiato insieme ai propri cari, per questo è
fondamentale che si faccia gioco di squadra per preservare il desiderio di
ciascuno di godere delle gioie quotidiane della vita. È vero, la Sla è una
“ladra del gusto”, ma non può privarci della bellezza e dell’emozione di
vivere il presente. Insieme possiamo iniziare un nuovo racconto della
malattia e queste giornate a Pollenzo ne sono un esempio concreto”.*
Un nuovo racconto della malattia, dunque, per formare anche i futuri
professionisti delle scienze gastronomiche a comprendere i bisogni della
persona con Sla e della sua famiglia. Così racconta *la prof.ssa Maria
Giovanna Onorati, delegata del Rettore e Responsabile delle politiche di
antidiscriminazione, disabilità e inclusione sociale dell’ateneo*: *“L’Ateneo
pollentino, nella sua visione olistica dello studio del cibo, dedica grande
attenzione alla relazione tra alimentazione e salute, sia nelle attività di
ricerca nazionali e internazionali, che in quelle didattiche. A Pollenzo il
cibo è studiato come motore di integrazione culturale e sociale e viene
concepito come fattore importante di inclusione anche in ordine a bisogni
nutrizionali diversi delle persone. È per noi importante, perciò, prendere
parte ad una due giorni come questa, dove si mette in evidenza il diritto
ad un cibo che dia gioia e piacere a tutti anche attraverso nuove pratiche
di trasformazione degli alimenti e delle materie prime”.*
È il mettere a fattore comune le reciproche esperienze e competenze il
messaggio potente che emerge dalle giornate di Pollenzo, con l’obiettivo di
cambiare paradigmi culturali, di cura e assistenza.
*”L’evento di oggi dimostra come sia possibile tracciare nuove strade
lavorando insieme. Pensiero, innovazione, scienza e formazione, infatti,
sono strumenti fondamentali per affrontare la Sla – conclude **Fulvia
Massimelli, presidente nazionale AISLA** – Questa è la forza che unisce
AISLA e i Centri NeMO, nati dalla volontà di chi vive ogni giorno la
malattia e che oggi rappresentano un modello concreto replicabile sui
territori italiani. Ci auguriamo di poter avere anche qui in Piemonte un
Centro multidisciplinare per le malattie neuromuscolari.”.*
Il Convegno è patrocinato da *SIMeF,* * FNOMCeO*, *CNOP e FNO TSRMePSTRP* e
gode del contributo non condizionante di *Zambon* e * Nutrisens*.
Budino di riso dello chef *Cristian Benvenuto*
Ingredienti per 4 persone
? 500 ml latte di riso
? 50 g amido di mais
? 100 g zucchero
? Mezza bacca di vaniglia
? 2g di pistilli di zafferano
? 150gr di cioccolato bianco
Procedimento
In un pentolino versare lo zucchero, l’amido di mais e mescolare.
Unire a filo il latte di riso e continuare a mescolare. Unire i pistilli di
zafferano e porre sul fuoco, aggiungere la bacca di vaniglia e fare cuocere
per circa 8 minuti fino a che il budino di riso non comincerà ad addensarsi.
A quel punto, rimuovere la bacca di vaniglia e fate addensare ancora un
minuto.
Trasferire il budino nei pirottini di alluminio. Lasciare raffreddare prima
a temperatura ambiente e poi in frigo per almeno 3 ore.
Prima di servire grattare il cioccolato bianco su ogni budino.
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Uffici Stampa
?Elisa Longo
*AISLA e SLAfood*
?Stefania Pozzi
*Centri Clinici NeMO*
?Alessandra Abbona
*Uni. Scienze Gastronomiche*