
(AGENPARL) – mer 23 ottobre 2024 INOLTRIAMO IL COMUNICATO DELLA REGIONE TOSCANA http://w3.webrt.it/pgBxB
Arno, tappa finale per la cassa d’espansione Pizziconi, Giani e Monni:
“Opera straordinaria”
Sopralluogo di presidente e assessora con il sindaco di Figline e Incisa
Valerio Pianigiani
I tre monoliti di cemento armato spinti sotto l’Autostrada A1 Milano –
Napoli segnano di fatto la chiusura della fase cruciale del cantiere che
realizza la cassa di espansione Pizziconi, i cui lavori sono cominciati a
marzo del 2021 e che saranno definitivamente conclusi entro il primo
trimestre del 2025.
Il sistema di laminazione di Figline Valdarno, uno dei principali a difesa
dal rischio alluvioni per la città di Firenze, fa dunque un passo avanti
fondamentale e questa mattina il presidente* Eugenio Giani* e l’assessore
alla Protezione civile e difesa del suolo *Monia Monni* hanno fatto un
sopralluogo per constatarne gli sviluppi e le tappe finali. Con loro anche
il sindaco di Figline e Incisa Valdarno *Valerio Pianigiani*.
La realizzazione del *lotto 2* (l’importo dell’intervento è di 13milioni e
300mila euro), oggetto del sopralluogo, permetterà l’entrata delle acque di
piena dell’Arno nei due moduli e quindi la messa in funzione della cassa
realizzata con il lotto 1.
“Questo – ha detto *Giani *- è l’esempio che ci spiega che nel tratto
dell’Arno fra Pontassieve e Firenze, se dovesse succedere qualcosa, abbiamo
3 milioni e 100 mila metri cubi in più di acqua che invece di uscire fuori
dal fiume, vengono canalizzati in una vasca di espansione.Tutto questo è
stato reso possibile grazie al lavoro di grande ingegneria dell’opera che
vediamo oggi, che consente all’acqua di trovare sfogo nella campagna di
Pizziconi. È la prima delle aree di laminazione ma è importantissima. Se ci
fosse un’emergenza l’Arno può già trovare sfogo. E’ un intervento da oltre
13milioni di euro che consente di dare una risposta concreta e stamani
ufficialmente possiamo far vedere ai nostri cittadini come i lavori sono
andati avanti”. Giani ha poi sottolineato come il lavoro fatto sotto
l’autostrada dove sono stati spinti i tre monoliti favorisca l’allargamento
della A1 “Ci sono già le assi per poter sostenere una terzia corsia – ha
spiegato-. La Società autostrade che la svilupperà da Incisa, dove sono già
in corso i cantieri, a lValdarno e poi verso Roma, qui troverà già un
vantaggio”
Per invasare i 3,8 milioni di metri cubi che è la totale capacità della
cassa Pizziconi, manca un ultimo tassello, il ‘terzo modulo’ già a gara
(l’importo è di 3milioni 200mila euro fondi Fsc) che verrà realizzato a
monte di quello già realizzato. Si tratta di un nuovo argine parallelo alla
linea ferroviaria Alta Velocità, opera di connessione fra il modulo due e
il modulo tre e dell’elettrificazione delle paratoie del reticolo minore e
dell’opera di presa della cassa di espansione.
“Oggi verifichiamo lo stato di avanzamento dell’intervento. Sono lavori
assai complessi, – ha proseguito l’assessora *Monni*- di un’ opera di
ingegneria straordinaria. Stiamo sostanzialmente realizzando il rubinetto
della cassa di espansione di Pizziconi che è già collaudata e in funzione,
ma con questo sistema, fatto da sei monoliti in cemento armato di 16 metri
per 5, l’ingresso nella cassa potrà essere regolato a seconda del bisogno
fino 3 milioni e 100 metri cubi di acqua. La Cassa di di Pizziconi è parte
di un complesso di opere a difesa dell’abitato fiorentino, che comprende
altre 4 casse di espansione nella zona del Valdarno fiorentino, il rialzo
della Diga di Levane, gli argini provvisori lungo il tratto dell’Arno nel
centro storico fiorentino, aggiungendosi già a Bilancino che oltre a
fornire l’acqua a tutta l’area metropolitana fiorentina, svolge un’attività
di laminazione potendo invasare fino 25milioni di metri cubi. Come diciamo
da sempre – ha aggiunto Monni- e con più forza dal 2 novembre scorso, le
opere sono fondamentali ma non bastano più a difendere la popolazione. La
crisi ambientale in corso determina una condizione meteorologica estrema,
ma non più rara. Accanto alle opere dunque è necessario il coinvolgere i
territori e i cittadini. In nuova visione della gestione del territorio, ci
devono stare i piani urbanistici, il sistema fognario, per rendere sempre
di più le città resilienti a questi nuovi fenomeni”.
E sulla tempestività degli interventi Monni sottolinea la necessità di
mettere mano al sistema normativo della realizzazione delle opere
idrauliche, soprattutto nei territori particolarmente fragili e quelli
colpiti dalle alluvioni.“In questo paese – ribadisce- sono troppo lunghi i
tempi di autorizzazione delle opere, ad esempio il sopralzo della diga di
Levane è ancora fermo al Mase per la sua autorizzazione pur essendo
un’opera strategica fondamentale per la nostra regione. Non è possibile che
in questo paese per realizzare un’opera di difesa di una comunità e di un
territorio si debba sottostare alla stessa burocrazia che si usa per fare
una lottizzazione”.
L’obiettivo del complesso progetto di ingegneria civile è stato, prima di
tutto, quello di aver ridotto al minimo se non annullare i periodi di
chiusura dell’autostrada direttamente coinvolta nella costruzione dei tre
scatolari di sotto attraversamento per il collegamento del Fiume Arno con
le aree della cassa di espansione. Con la tecnica dello spingitubo sono
stati costruiti sul posto tre monoliti in cemento armato delle dimensioni
di 15 metri per 6, che sono stati inseriti all’interno della piattaforma
autostradale per mezzo di appositi martinetti idraulici. L’ingresso delle
acque di piena dell’Arno verrà regolato da tre paratie metalliche che
potranno essere gestite da remoto attraverso un sistema di telecontrollo.
“Quello di oggi- ha concluso *Valerio Pianigiani*-, è un momento
importante in cui possiamo finalmente intravedere la conclusione di
un’opera strategica per la sicurezza idraulica non solo del nostro comune,
ma dell’intera area fiorentina. Tuttavia, dobbiamo anche considerare che i
lavori in corso stanno limitando significativamente l’utilizzo di ampie
porzioni del nostro territorio. Finché il sistema non entrerà completamente
in funzione, rimangono aree dove non è possibile sviluppare attività o
pianificare investimenti. Questo ha chiaramente generato aspettative tra i
nostri cittadini che sperano di vedere al più presto il ritorno alla
normalità, con la possibilità di tornare ad essere una zona attrattiva per
gli investimenti, per nuove iniziative imprenditoriali e per le aziende
agricole. Ora più che mai, è essenziale mantenere alta l’attenzione
affinché i lavori possano concludersi rispettando le scadenze previste e
restituendo la piena operatività al nostro territorio. Solo così potremo
tornare a valorizzarne al meglio le potenzialità garantendo sicurezza e
nuove opportunità di sviluppo.”
La cassa di Pizziconi è un intervento previsto dal Piano stralcio relativo
alla riduzione del rischio idraulico del bacino del fiume Arno (D.P.C.M.
01/12/2022) per la riduzione del rischio idraulico lungo il fiume Arno. Il
soggetto gestore è la Regione Toscana, attraverso il Genio Civile Valdarno.