Google, Microsoft e Amazon stanno intensificando i loro investimenti nel settore energetico per far fronte all’enorme domanda energetica dell’intelligenza artificiale (IA). Con l’espansione dell’intelligenza artificiale generativa, come ChatGPT e i modelli avanzati di intelligenza artificiale, il consumo di energia nei data center è destinato a crescere significativamente.
Secondo Goldman Sachs, il fabbisogno energetico dei data center aumenterà del 160% entro il 2030. Attualmente, i data center globali consumano il 2% dell’energia totale, una percentuale che potrebbe salire al 4% nel prossimo decennio.
Per affrontare questa sfida, Google ha deciso di alimentare i suoi data center di IA utilizzando piccoli reattori nucleari, collaborando con Kairos Power. Il primo di questi reattori sarà operativo entro il 2030, con ulteriori installazioni pianificate entro il 2035.
Anche Microsoft, insieme al partner OpenAI, sta investendo pesantemente in energia. Ha siglato un accordo per mantenere operativa la centrale nucleare di Three Mile Island, mentre Amazon ha acquistato un centro elaborazione dati nucleare in Pennsylvania.
Il motivo di questi massicci investimenti è chiaro: una singola richiesta a un’intelligenza artificiale generativa consuma 2,9 wattora di elettricità, dieci volte più di una normale ricerca su Google, che utilizza 0,3 wattora. Anche gli strumenti di generazione di immagini tramite IA hanno un impatto energetico significativo, richiedendo la stessa energia necessaria per ricaricare uno smartphone medio per una sola immagine.
L’elevato consumo di IA rappresenta una sfida crescente per le infrastrutture energetiche globali, spingendo i colossi della tecnologia a cercare soluzioni innovative e sostenibili.