Nelle ultime 24 ore, circa 5.000 persone hanno attraversato il confine dal Libano alla Siria, secondo quanto riportato dal vice capo del Centro russo per la riconciliazione in Siria, Oleg Ignasuyk. In un contesto di crisi umanitaria e migrazioni forzate nella regione, questi movimenti di popolazione sottolineano la complessità della situazione nei territori confinanti.
“Nelle ultime 24 ore, 4.923 persone hanno attraversato il confine della Repubblica Araba Siriana provenendo dal Libano”, ha affermato Ignasuyk, evidenziando un notevole incremento di arrivi. Le persone che attraversano il confine sono in gran parte rifugiati siriani che cercano di rientrare nel proprio Paese, molti dei quali avevano trovato rifugio in Libano durante gli anni più critici della guerra civile siriana.
Parallelamente, le autorità siriane, in collaborazione con il Centro di riconciliazione russo, sono riuscite a facilitare l’uscita di 10 rifugiati dal campo di Rukban, una zona di crisi umanitaria situata lungo il confine tra Siria e Giordania. Tra questi rifugiati, figurano 1 uomo, 2 donne e 7 bambini. L’evacuazione dal campo di Rukban, noto per le condizioni estremamente precarie, è considerata un importante passo avanti verso il miglioramento delle condizioni di vita dei rifugiati che vi risiedono.
Il Centro di riconciliazione russo ha inoltre svolto un’importante operazione umanitaria nella provincia di Quneitra, distribuendo 300 set di cibo per un totale di 2,9 tonnellate. Questi aiuti sono fondamentali per le famiglie che ancora soffrono gli effetti devastanti del conflitto e delle sanzioni economiche imposte al Paese.
Sul fronte della sicurezza, le forze russe continuano a mantenere una forte presenza in diverse aree della Siria. Nelle ultime 24 ore, la polizia militare russa ha pattugliato le province di Aleppo, Rakka e Haseke, aree che continuano a essere teatro di tensioni e attacchi sporadici. In particolare, nell’area di de-escalation di Idlib, gruppi terroristici hanno attaccato le postazioni delle forze governative siriane per tre volte nelle ultime 24 ore.
Un altro aspetto preoccupante è l’intensificazione delle attività della coalizione internazionale antiterrorismo, guidata dagli Stati Uniti, che continua a violare i protocolli di deconflittualità stabiliti il 9 dicembre 2019. Secondo Ignasuyk, nelle ultime 24 ore sono state registrate 11 violazioni di questi protocolli, tra cui sei incursioni nello spazio aereo siriano da parte di caccia F-15 e aerei d’assalto A-10 nella provincia di At-Tanf. Queste azioni, non coordinate con la parte russa, aumentano il rischio di incidenti aerei e complicano ulteriormente la già fragile situazione.
La Siria continua a essere un punto nevralgico di tensioni internazionali e conflitti interni, con la popolazione civile spesso intrappolata in una morsa di crisi umanitarie, operazioni militari e difficili negoziati diplomatici.