(AGENPARL) – ven 11 ottobre 2024 Stellantis, in Commissione oggi l’audizione dell’ad Tavares. De Carlo (FdI): Numeri preoccupanti e posizioni ambigue: chiediamo chiarezza e certezze
Produzione automobilistica del gruppo Stellantis in Italia sotto i riflettori oggi della X Commissione Attività produttive della Camera e della IX Commissione Industria del Senato, riunite nella Sala del Mappamondo di Montecitorio; a rispondere alle domande dei commissari, l’amministratore delegato Carlos Tavares.
“Sono state tante le questioni che abbiamo sottoposto all’AD di Stellantis”, spiega il presidente della IX Commissione Senato di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo. “Siamo partiti dai dati: quelli dei volumi produttivi italiani, che parlano di oltre un milione di veicoli prodotti nel 2017 contro gli 817 mila nel 2023; per i primi nove mesi del 2024 parliamo di 387.600 unità contro le 567.525 dello stesso periodo dell’anno precedente. Ci preoccupano poi i livelli occupazionali: 11.500 i lavoratori usciti in 10 anni, 3800 le ulteriori uscite incentivate nel 2024 e 3000 contratti di somministrazione non rinnovati nel giugno di quest’anno. Numeri che hanno effetti diretti anche sulla rete di fornitori: 2.200 imprese, 167.000 addetti, 56 miliardi di euro di fatturato”.
Nel documento sottoposto a Tavares, i commissari hanno ricordato la condivisione con il Ministero del Made in Italy – nel luglio 2023 – dell’obbiettivo di un milione di mezzi prodotti in Italia, ad alcune condizioni; condizioni che si sono verificate grazie all’impegno del Governo in Europa e della maggioranza parlamentare, che hanno portato alla modifica del Regolamento Euro 7 e ad un piano di incentivi alla domanda da un miliardo di euro.
“Nonostante questo, Stellantis ha ridotto i volumi complessivi anche per quanto riguarda i modelli avvantaggiati dall’ecobonus e la quota di mercato italiana in dodici mesi ha perso due punti percentuali, passando dal 33,2% al 31,2%”, sottolinea De Carlo. “In più, non capiamo quale sia il piano di Stellantis per arrivare nel 2035 all’azzeramento della sua impronta di CO2, come previsto dalle vigenti norme europee. Norma che prevede multe salate per i costruttori, e non vorremmo che la posizione di Stellantis, isolata nel panorama europeo, nascondesse una volontà di dismettere la produzione europea o – peggio – puntasse ad una sostituzione di mezzi e componenti arrivati dalla Cina”.
In questo senso, si cita il paradosso che si sta vivendo in questi giorni a Mirafiori, con gli operai “richiamati dalla cassa integrazione per certificare le vetture cinesi e assicurarne così l’accesso ai canali di vendita europei”, evidenzia ancora De Carlo. “Da un lato si mette a rischio la vocazione produttiva dello storico sito piemontese, dall’altro lo si mortifica riducendolo a un centro di distribuzione di veicoli prodotti all’estero. Non capiamo nemmeno il rinvio dei progetti di Termoli e di Kaiserslautern per la produzione di batterie destinate alle auto elettriche, a meno che non si pensi di far arrivare le batterie da mercati extra europei”.
“Serve certezza sul piano industriale, che deve prevedere una mission chiara per ogni stabilimento e per ogni marchio”, l’appello finale di De Carlo. “Non ci possiamo permettere di perdere altri pezzi storici dell’industria che contribuiscono al prestigio del nostro Made in Italy. Chiediamo garanzie sul fatto che la direzione del gruppo sia all’altezza della sfida che una situazione così complessa impone”.
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Ufficio stampa
Fratelli d’Italia
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