(AGENPARL) - Roma, 9 Ottobre 2024(AGENPARL) – mer 09 ottobre 2024 On.le Piccolotti – Gruppo AVS
Signor Presidente,
Gentili Onorevoli,
occorre fare chiarezza sulla realtà dei fatti senza fare demagogia. Il 3 ottobre la Commissione Europea ha reso noto, in un suo comunicato, di avere deferito alla Corte di giustizia lo Stato italiano in ordine a una procedura avviata nel 2019 e che riguarda diverse categorie di lavoratori del settore pubblico, e non solo il personale scolastico.
Soprattutto, ad oggi, non sono ancora conosciute le questioni specifiche che verranno poste presso la Corte di Giustizia. Il comunicato, infatti, dà soltanto atto della chiusura dell’istruttoria tecnica, mentre i contenuti del ricorso verranno definiti nelle prossime settimane: pertanto, solo in quel momento potranno esprimersi valutazioni compiute in ordine alla procedura – la quale riguarda, peraltro, in massima parte scelte fatte dai precedenti governi.
Posso, invece, dire che si deve a questo Governo l’intervento volto ad allineare il trattamento economico dei docenti precari rispetto ai docenti di ruolo all’atto dell’assunzione a tempo indeterminato, attraverso la revisione della ricostruzione di carriera: una operazione, svolta nel decreto “salva infrazioni” del 2023, che ha richiesto anche un importante investimento economico, pari a 21 milioni di euro per il 2023, 30 milioni di euro per il 2024 e 21 milioni di euro a decorrere dal 2025.
Pur non conoscendo la procedura di infrazione, gli interroganti ritengono che la soluzione consista nel procedere alle assunzioni di tutti gli idonei dei precedenti concorsi.
A tal riguardo, anche in questo caso, sono costretto a precisare aspetti ben noti a chiunque si occupi seriamente del mondo della scuola.
Nella passata legislatura c’è stato un accordo fra il precedente Ministro e la Commissione Europea, con il quale l’Italia si è impegnata ad assumere 70.000 docenti con concorsi PNRR: nessuna prospettiva era prevista per gli idonei del concorso 2020, la cui graduatoria sarebbe presto scaduta se non fosse stata prorogata e resa ad esaurimento da questo Governo.
Originariamente l’accordo contemplava l’obbligo di assumere tutti i 70 mila docenti, con concorso, entro il 31 dicembre 2024, termine irrealistico. Trattando con la Commissione Europea, abbiamo ottenuto di prolungare questo termine al 31 dicembre 2026.
Proprio questa trattativa ci ha consentito, lo scorso anno, di assumere oltre 40 mila docenti fuori dai concorsi PNRR. Quest’anno abbiamo iniziato ad assumere gli idonei dei precedenti concorsi: 6 mila sono quelli che abbiamo immesso in ruolo e procederemo gradualmente fino all’esaurimento delle graduatorie.
Concludo ribadendo che l’impegno del Governo prosegue al fine di ottenere dalla Commissione Europea ulteriori margini di flessibilità nella revisione della riforma del reclutamento, attraverso un confronto con gli uffici di Bruxelles, che abbiamo già avviato e che possa consentirci di evidenziare le peculiarità del sistema italiano, del tutto trascurate nella fase di originaria definizione del PNRR. Per quanto riguarda gli stipendi dei docenti italiani in rapporto a quelli dei paesi OCSE, preciso che i dati si riferiscono al 2022 e non tengono conto dell’ultimo aumento stipendiale contenuto nel contratto firmato a gennaio 2024.
Non dimentichiamoci che dopo il 2009, ultimo contratto firmato, sono passati undici anni, sino al 2020, e in questi undici anni i docenti italiani non hanno mai avuto un rinnovo contrattuale. La discesa rispetto alle graduatorie europee deriva proprio da questa vacanza contrattuale di ben undici anni. Nel 2020 il contratto è stato del tutto inadeguato alle esigenze stipendiali dei docenti italiani.
Dobbiamo, invece, proseguire con gli aumenti contrattuali iniziati nell’ultimo contratto, quello firmato a gennaio 2024 e abbiamo stanziato, non a caso, 3 miliardi per arrivare rapidamente ad una nuova definizione contrattuale.
Mi auguro, ovviamente, che ci possano essere sempre più risorse destinate all’aumento degli stipendi dei docenti italiani.