(AGENPARL) – mer 09 ottobre 2024 Passo indietro per le vendite al dettaglio nello scorso mese di agosto con
prospettive incerte per consumi e crescita più accentuate per i mercati dei
centri minori lucani. E’ il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio. Dopo
il risultato positivo del mese precedente, ad agosto le vendite al
dettaglio hanno invertito la direzione, almeno su base mensile visto
il calo dello 0,5% in valore e dello 0,4% in volume. Su base annua, invece,
nelle stime preliminari Istat resta un segno più grazie all’aumento dello
0,8% in valore e dello 0,2% in volume.
Rispetto al mese scorso le vendite dei beni alimentari in sono stazionarie
in valore e diminuiscono in volume (-0,2%), mentre quelle dei beni non
alimentari scendono sia in valore che in volume (rispettivamente -0,7% e
-0,5%). Dal confronto con agosto 2023 emergono invece una crescita del
2,1% in valore e dell’1% in volume per i primo, mentre i secondi
diminuiscono tanto in valore quanto in volume (rispettivamente -0,3% e
-0,2%).
Nel trimestre giugno-agosto 2024, in termini congiunturali, le vendite sono
in aumento in valore (+0,2%) e in flessione in volume (-0,1%).Per quanto
riguarda i beni non alimentari, l’aumento maggiore è per i prodotti di
profumeria e cura della persona (+3,3%), mentre registrano il calo più
consistente utensileria per la casa e ferramenta (-2,1%).
Rispetto ad agosto 2023, il valore delle vendite sale per la grande
distribuzione (+3%) e cala per le imprese operanti su piccole superfici
(-0,9%), le vendite al di fuori dei negozi (-2%) e il commercio elettronico
(-4,7%).
“Desta preoccupazione la flessione in volume registrata ad agosto dalle
vendite al dettaglio, peraltro successiva alla revisione al ribasso della
stima per il mese di luglio. Peggiora, dunque, una situazione che sul
versante dei consumi, in particolare di beni, risultava già fragile. Gli
indici dei volumi acquistati, al di là di piccole oscillazioni mensili,
sono fermi sui valori di fine 2023 e risultano del tutto stagnanti nel
confronto annuo. Il dato appare di non agevole interpretazione, perché in
netto contrasto con le dinamiche ampiamente positive dell’occupazione e del
potere d’acquisto, che cresce sia in termini congiunturali, sia in termini
tendenziali: aumenta dunque il reddito reale, ma la spesa risulta
flettente”: questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati
diffusi dall’Istat.
Per il *presidente Federmoda-Confcommercio Giulio Felloni,* *“il tema della
sostenibilità è molto sentito dai negozi di moda, abbigliamento, calzature,
pelletteria, accessori, tessile casa e articoli sportivi, che
rappresentiamo. Per questo dobbiamo lavorare tutti insieme, istituzioni e
filiera della moda, sulla valorizzazione del commercio di prossimità che
rappresenta un punto di riferimento di trasparenza e fiducia per la
clientela. Le scelte dei prodotti che i nostri negozi mettono in vendita
rispondono a valutazioni sui fornitori, sul rispetto dell’adozione del
contratto collettivo di lavoro nazionale, sulla qualità e salubrità dei
luoghi di lavoro e sulle materie prime impiegate. A queste variabili si
aggiungano i servizi di qualità e professionalità che diamo alla
clientela. Preoccupa molto, però, la concorrenza di quei colossi del web
che, pur operando sullo stesso mercato, non seguono le stesse regole,
provocando effetti devastanti sul retail come dimostrano i dati evidenti a
tutti. Abbiamo perso 5.080 negozi di moda nell’ultimo anno in Italia con
quasi 10mila persone in cerca di nuova occupazione”.*
*“Come Federazione Moda Italia-Confcommercio stiamo lavorando su più
fronti, sia a livello nazionale che territoriale, per ridare fiducia alle
imprese e per diffondere il valore economico e sociale dei nostri negozi di
prossimità. Nei giorni scorsi* – prosegue Felloni – *abbiamo avuto modo di
segnalare anche in Senato, alla Commissione Industria, Commercio, Turismo,
Agricoltura e produzione agroalimentare, i problemi della nostra categoria
e di riportare l’attenzione sulla filiera della moda che lega la produzione
ai consumi. Abbiamo evidenziato, in tal senso, il ruolo fondamentale dei
negozi di vicinato quale motore dell’economia e delle nostre città
ribadendo anche in questa sede l’emergenza e quindi l’urgenza di interventi
a favore del commercio di moda così come rappresentati al Ministro delle
Imprese e del Made in Italy in occasione dell’ultimo Tavolo della Moda.
Dopo l’entrata in vigore della global minimum tax e del nuovo Codice del
Consumo che regolamenta per la prima volta le vendite online. Occorre
proseguire, al fianco di Confcommercio, con azioni mirate a tutela del
principio ‘stesso mercato, stesse regole’ “.*
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