(AGENPARL) – mar 08 ottobre 2024 Il diario, poi! Un diario non è niente,
e chi lo inizia (e termina) è innocente.
I versi, poi! Quelli che si conoscono,
i versi dell’inchiostro e quelli persi
lungo la strada, il meglio
che deriva dal sonno con risveglio.
E tuttavia rimane
qualcosa come su la mensa il pane.
Poesia, dico, anche questa
non s’intenda modesta, ma privata
e senza data, un po’ misteriosa.
Da non saper più tardi come fatta
e come nata, e non stia un po’ zitta.
Non è però un giocattolo di latta,
né bizza d’una rosa.
Marino Moretti Diario senza le date
Diario senza le date
Marino Moretti
In quella che fu detta la terza stagione
di Moretti, la poesia prende veste del
tutto informale e di stenografia della vita
quotidiana (d’altronde quotidianità e
stagionalità ne occupano i titoli maggiori)
ma la sua funzione è sia di autoritratto
itinerante sia, più in generale, di bilancio
dell’intera vicenda poetica morettiana. Il
movente non è però la confessione né, tanto
meno, l’omaggio alla virtù della sincerità
che dal poeta è sempre stata pregiatissima.
Il gioco è adesso molto più sottile e di
continuo rilanciato nella retrospettiva dello
spazio e del tempo. L’io dell’ottuagenario,
che si esprime al presente, si specchia nel
giovane poeta che simula a sua volta tutta
l’ingenuità e la sublime negligenza di un
bambino, dentro un raffinatissimo gioco
metapoetico, da telescopio o da boîte-surprise
[…]. Ne esce una pronuncia originale
ed inclassificabile se non nella forma del
contrappunto che intreccia il ritratto in
chiaro e i lampi di una oscurità introversa,
l’impulso della esternazione e il ludus della
mistificazione, vale a dire di una necessaria,
costitutiva, ambiguità.
(dalla Prefazione di Massimo Raffaeli)
€ 18,00
peQuod
Marino Moretti è nato a Cesenatico il 18
luglio 1885. Nel 1901 frequentò a Firenze
la scuola di recitazione diretta da Luigi
Rasi, dove conobbe Aldo Palazzeschi, che
divenne suo fraterno amico. Tra il 1902 e
il 1903 escono le prime raccolte di novelle
e poesie, e nel 1905 i versi di Fraternità.
Usciranno quindi La serenata delle zanzare
(1908), Poesie scritte col lapis (1910), Poesie
di tutti i giorni (1911) e Il giardino dei
frutti (1915). Approda alla narrativa con
la raccolta di racconti I lestofanti (1909).
Tra i primi romanzi, ricordiamo La voce
di Dio (1920), I puri di cuore (1923), Il
trono dei poveri (1928), L’Andreana (1938),
La vedova Fioravanti (1941), Il fiocco
verde (1948).Collaborò con vari giornali
e riviste, tra cui «La Riviera Ligure»; nel
1914 diresse «La Grande Illustrazione» di
Pescara. Cominciò la sua collaborazione
trentennale con la pagina letteraria del «Il
Corriere della Sera» nel 1923. Nel 1932,
per aver firmato il manifesto antifascista
di Croce, si vide rifiutare da Mussolini il
Premio dell’Accademia d’Italia. Moretti
inaugurò la sua stagione più felice con il
romanzo I grilli di Pazzo Pazzi (1951), cui
seguirà La camera degli sposi (1958). Nel
1952 ricevette il Premio dell’Accademia dei
Lincei per la Letteratura, nel 1955 il Premio
Napoli e il Premio Viareggio per il volume
Tutte le novelle. Tornò inaspettatamente alla
poesia nell’ultima parte della sua vita, con le
raccolte L’ultima estate (1969), Tre anni e un
giorno (1971), Le poverazze (1973) e Diario
senza le date (1974), che viene riproposto
nell’edizione mondadoriana del 1974. Morì
a Cesenatico il 6 luglio 1979.
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