
Le autorità francesi hanno esteso il coprifuoco e altre restrizioni nel territorio d’oltremare della Nuova Caledonia fino al 14 ottobre. La decisione, annunciata dall’alto commissario francese, arriva in risposta ai continui disordini che hanno travolto l’arcipelago del Pacifico sin da metà maggio, originati da una controversa proposta di legge sulla revisione delle regole elettorali.
Oltre al coprifuoco, le autorità hanno prorogato le restrizioni sull’uso delle armi da fuoco e sul trasporto di carburante in contenitori portatili, in un tentativo di contenere ulteriori violenze. Gli assembramenti pubblici nella capitale Noumea e nelle città limitrofe rimangono vietati, fatta eccezione per gli eventi sportivi che non sono soggetti a tali limitazioni.
I disordini, che hanno causato finora 13 vittime, sono scoppiati a seguito di una proposta di legge che intendeva modificare le regole elettorali, permettendo ai cittadini francesi residenti sull’isola da almeno 10 anni di votare alle elezioni locali. La popolazione indigena Kanak, che costituisce una parte significativa dei residenti della Nuova Caledonia, ha espresso timori che tali cambiamenti possano diluire il loro potere di voto e ridurre la loro influenza politica nel territorio.
Di fronte all’aggravarsi della situazione, il governo francese ha dichiarato lo stato di emergenza il 16 maggio e ha inviato l’esercito per ristabilire l’ordine. L’obiettivo delle autorità francesi è quello di mantenere la sicurezza, ma anche di affrontare le profonde tensioni sociali e politiche che affliggono la Nuova Caledonia, un territorio strategico situato nell’Indo-Pacifico.
Con il coprifuoco e le restrizioni estesi fino a metà ottobre, resta da vedere come le autorità francesi gestiranno la crisi e se verranno trovate soluzioni per affrontare le preoccupazioni della comunità indigena Kanak. Il fragile equilibrio tra la volontà di preservare l’ordine pubblico e quella di rispondere alle richieste di una parte significativa della popolazione locale rimane una sfida delicata per Parigi.
L’escalation di tensioni in Nuova Caledonia è un segnale chiaro delle complessità sociali ed elettorali che attraversano molti territori d’oltremare francesi.
