La quinta commissione del CSM sta completando i lavori di riscrittura del testo unico sulla dirigenza giudiziaria, in attuazione di quanto previsto dalla riforma Cartabia e dal decreto legislativo n. 44 del 2024. La riforma Cartabia impone l’obiettivo di valorizzare le competenze e codifica i parametri di valutazione, riguardanti il merito, le attitudini e l’anzianità, rimettendo al CSM il compito di assegnare il rilievo da attribuire agli stessi, in relazione alla specifica tipologia di incarico da ricoprire.
Riteniamo che si tratti di un’occasione storica: la modifica della circolare che il CSM dovrà varare inciderà sul modello dei dirigenti del futuro, in un momento storico in cui enormi sono le aspettative, in termini di miglioramento del servizio, sull’intero comparto della giustizia, e nondimeno pressanti le esigenze di trasparenza e prevedibilità del conferimento degli incarichi.
Nel dibattito si confrontano due “visioni politiche” distanti tra di loro: l’una che, preservando l’attuale distinzione tra indicatori generali e indicatori specifici (oltre che la residualità del parametro dell’anzianità), tende a lasciare al Consiglio ampi margini di discrezionalità nel momento della scelta; l’altra che tende invece ad anticipare fortemente l’esercizio della discrezionalità al momento dell’individuazione delle “regole del gioco”, introducendo un sistema di punteggi in relazione ai parametri di merito, attitudini e anzianità che il legislatore ha individuato quali rilevanti ai fini della valutazione dei profili dei candidati e della loro comparazione.
Il tema degli incarichi giudiziari assume purtroppo oggi una valenza assorbente nell’attività del CSM e anche nella percezione dei magistrati. La “scelta” del direttivo o del semidirettivo ritenuto più idoneo è spesso fonte di polemiche. Ciò che vien posto in discussione è l’affidabilità dei criteri di scelta. Siamo ben consapevoli che le sfide che la giustizia deve raccogliere richiedono la presenza di direttivi e semidirettivi preparati e motivati, ma sappiamo anche che il Testo Unico nella versione attuale si presta a giustificare qualsiasi decisione e non sono mancate delibere nelle quali sono stati valorizzati aspetti diversi per lo stesso tipo di incarico. Siamo tutti chiamati ad approcciare il tema liberi da preconcetti.
Nessuno propone il ritorno all’anzianità senza demerito, che sarebbe in contrasto con il dettato normativo da attuare e, peraltro, proietterebbe la magistratura e la giustizia verso epoche passate, che vedevano spesso a capo degli uffici dirigenti anziani, demotivati e scarsamente preparati. Se, pertanto, il tema della professionalità è un tema fondamentale che deve stare a cuore a tutti, non possiamo non ammettere che l’attuale Testo Unico si presta ad interpretazioni ondivaghe, scarsamente comprensibili dai magistrati e dagli stessi cittadini.
Se la finalità ultima è la individuazione del dirigente più idoneo per l’incarico da ricoprire, riteniamo che l’esercizio anticipato della discrezionalità al momento della individuazione dei criteri di scelta consenta di contemperare l’esigenza di valorizzare merito e competenza con la necessità, soprattutto in questo momento storico, di garantire, attraverso la trasparenza e prevedibilità della scelta, il sereno e proficuo esercizio dell’attività giurisdizionale ed il recupero di più ampi spazi per il CSM di esercizio delle funzioni proprie dirette a concorrere alla politica giudiziaria del Paese. Il gruppo di Unità per la Costituzione è giunto a questo appuntamento con il peso dell’enorme responsabilità di percorrere una strada mai percorsa da nessuno.
Guai a quegli uomini che non sono in grado di imparare dagli errori del passato! Il confronto con i colleghi, che chiedono forte e chiaro un messaggio di “pacificazione interna” attraverso lo scardinamento degli attuali meccanismi carrieristici, ci determina a “fare sul serio” e a chiedere a tutti gli altri gruppi associati un segnale di rigore, anche per il rispetto di tutti gli elettori ai quali hanno promesso, nei programmi elettorali, un cambio di passo rispetto al passato. Il CSM e, in particolare, la componente togata ha oggi nelle sue mani la possibilità concreta di cambiare passo e di aprire ad una stagione di rinnovato e sincero impegno per il bene della giustizia e dei cittadini.
La Direzione Nazionale di Unicost.