
(AGENPARL) – gio 26 settembre 2024 MANIFESTO
DELL’UNIVERSITÀ
INCLUSIVA
Presentazione dei risultati del
questionario 2023 rivolto a studenti
universitari richiedenti e beneficiari
di protezione
INDICE
SOMMARIO
MANIFESTO
1. INFORMAZIONI GENERALI
2. BACKGROUND MIGRATORIO E CULTURALE
3. ISCRIZIONE ALL’UNIVERSITÀ
4. SERVIZI PER L’INTEGRAZIONE ACCADEMICA
5. INTEGRAZIONE SOCIALE
RINGRAZIAMENTI
UNHCR ringrazia il gruppo di lavoro che ha ideato il questionario e che ha visto la partecipazione dell’Università
di Bari Aldo Moro, Università di Milano Bicocca, Università di Modena e Reggio Emilia, Università di Roma La
Sapienza, Università di Verona.
Uno speciale ringraziamento va alla Prof.ssa Rita Bertozzi e alla Prof.ssa Anna Fausta Scardigno che hanno
concorso all’arricchimento del presente rapporto attraverso la redazione di specifici contributi su tematiche di
rilievo, e alla Prof.ssa Cristina Giudici per i preziosi suggerimenti.
Un particolare ringraziamento va agli studenti che hanno dedicato il loro tempo alla compilazione del questionario
permettendoci così di dar loro voce attraverso l’elaborazione del presente rapporto.
SOMMARIO
Il presente rapporto illustra ed analizza i risultati di un questionario che l’UNHCR insieme alle Università italiane
che aderiscono al progetto “Manifesto dell’Università Inclusiva”, hanno promosso tra studenti richiedenti o
titolari di una forma di protezione, iscritti nei diversi atenei. Il questionario, che prevedeva una partecipazione
volontaria ed anonima, è stato somministrato nel secondo semestre del 2023.
Un totale di 194 studenti, provenienti da 35 università italiane, ha risposto al questionario composto da
88 domande. L’indisponibilità di dati sulla popolazione complessiva degli studenti costretti alla fuga iscritti
nelle università ed accademie italiane, impedisce di attribuire rappresentatività statistica al presente rapporto.
Si conferma tuttavia un esercizio che offre spunti di significativo interesse per future analisi mirate circa
l’integrazione degli studenti costretti alla fuga nel tessuto accademico e sociale.
Di seguito sintetizziamo i principali risultati emersi dal questionario.
Informazioni generali
Poco meno della metà dei partecipanti (44%) è titolare di status rifugiato; seguono gli studenti rifugiati in un
altro paese con permesso per motivi di studio (16%) e i titolari di protezione temporanea (14%). In percentuali
minori altri status giuridici. Vi è una pressoché equa distribuzione tra uomini (56%) e donne (40%), con un 4%
di studenti che non ha indicato il genere. Le due nazionalità maggiormente rappresentate sono quella afghana
(24%) e ucraina (22%).
Il 48% è iscritto a un corso di laurea triennale e il 49% magistrale, prevalentemente nelle scienze politiche ed
economiche, informatiche e linguistiche. L’89% dichiara di essere in corso.
Immatricolazione
Il 54% è stato esonerato dal pagamento delle tasse universitarie come beneficiario di protezione internazionale;
il 71% ha fruito di una borsa di studio, il 48% delle quali è stato messo a disposizione dalle Università, ed il 27%
dagli Enti Regionali per il Diritto allo Studio Universitario. Dalle risposte, tuttavia, emergono i limiti di accesso alle
varie forme di supporto dovuti alla poca conoscenza delle opportunità ed alla complessità delle procedure.
Emerge chiara l’attuale esistenza di significative barriere all’accesso legate all’autonomia di cui le Università
godono nel processo di validazione e riconoscimento dei titoli di accesso degli studenti rifugiati; i diversi atenei
richiedono documentazione specifica piuttosto che adottare il credential evaluation 1, così come previsto dalla
Convenzione UNESCO sul riconoscimento delle qualifiche relative all’istruzione superiore2. Lo European
Qualifications Passport for Refugees (EQPR), strumento elaborato al fine di agevolare e velocizzare questo
processo è stato utilizzato solo nel 2% dei casi.
Integrazione accademica
Il livello di conoscenza della lingua italiana rappresenta una delle principali difficoltà nei percorsi di integrazione:
Valutazione e riconoscimento credenziali accademiche ai sensi della legge 148/02 che ratifica la Convenzione di Lisbona del 1997 sul
riconoscimento dei titoli https://www.miur.it/0006menu_c/0012docume/0098normat/2547ratifi.htm
Su questo pende il fatto che l’Italia non abbia ancora ratificato la Convenzione – https://www.unesco.org/en/legal-affairs/global-convention-recognition-qualifications-concerning-higher-education?hub=66535#item-2
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
Executive Summary
il 37% dichiara di avere una conoscenza base e solo il 21% un livello avanzato. Il livello di conoscenza avanzato
dell’inglese triplica rispetto all’italiano (62%).
Le problematiche che emergono in maniera più evidente, e per le quali viene richiesto il maggior supporto,
sono quelle di natura finanziaria (30%), la comprensione e l’uso della lingua italiana (21%), la difficoltà nella
gestione amministrativa delle borse di studio, e la mancanza di tutoraggio. Emergono inoltre problemi legati alla
sfera personale tra cui la solitudine, la difficoltà di trovare un alloggio e l’assenza di un supporto ad hoc per
rifugiati.
Il 55% dei partecipanti conferma che nelle loro università sono presenti servizi di supporto specifico dedicati
a studenti richiedenti asilo o beneficiari di protezione e il 72% dichiara di usufruirne. Il 31% ne è “molto”
soddisfatto, mentre il 5% non lo è “per nulla”.
Tra i servizi definiti più importanti, seppur non garantiti da tutte le università, emergono il supporto amministrativo
burocratico, il tutoraggio e supporto didattico, la mediazione linguistica e la consulenza psicologica. Si nota
come alcuni di questi servizi corrispondano alle sfide dichiarate dai partecipanti.
Integrazione sociale
Emerge come fondamentale il supporto che viene fornito agli studenti da diversi soggetti presenti sul
territorio (le università, le associazioni, le reti sociali), coinvolti già dal momento dell’arrivo in Italia (il 75% dei
partecipanti è stato aiutato da associazioni, amici/familiari o UNHCR). Analogamente, il 54% è stato supportato
da associazioni o università nella ricerca di un alloggio mentre il 14% ha ricevuto una forma di aiuto economicomateriale dalle associazioni.
Le relazioni tra pari e con i docenti appaiono soddisfacenti ed in grado di influire positivamente sulla crescita
personale e intellettuale degli studenti. Ciò nonostante, emerge che il 35% ha avuto difficoltà nel conoscere
e fare amicizia con altri studenti. Alto il livello di riconoscimento attribuito all’impegno e alla motivazione
all’insegnamento dei docenti.
Il 55% dichiara di socializzare con italiani e persone di altri paesi, ma un significativo 12% dichiara di non farlo
con nessuno. Le associazioni studentesche sono quelle che attraggono il maggior numero di studenti (il 30%
dichiara di fare parte) mentre la partecipazione ad eventi culturali e attività proposte all’interno del contesto
accademico è molto bassa. La percentuale di coloro che dichiara di non aver mai partecipato a un concerto, una
mostra, uno spettacolo, un incontro di un’organizzazione studentesca si attesta tra il 42% e il 53%.
La discriminazione emerge come una problematica. Ma se il 46% afferma di essersi sentito discriminato, solo
un quarto degli stessi dichiara di averlo sperimentato all’interno del contesto accademico. Complessivamente il
6% afferma di aver subito fenomeni di discriminazione nel percorso accademico. Gli studenti asiatici e africani
percepiscono maggiormente questa discriminazione anche in ragione dell’apparenza fisica.
La dimensione lavorativa rimane critica e carica di aspettative da parte dei partecipanti. Due terzi degli studenti
non lavorano e solo un quarto lo ha fatto in passato.
Il 57% si dichiara soddisfatto dell’esperienza accademica nel complesso e solo il 9% prevede la possibilità di
abbandonare l’università prima di laurearsi. Rispetto alle prospettive future, il percorso di studi incide in maniera
positiva nel fornire maggiore chiarezza nella scelta di un lavoro (85%), e emerge il desiderio di voler rimanere
in Italia (73%) a conclusione del percorso.
MANIFESTO
Il progetto Manifesto dell’Università Inclusiva3, promosso da UNHCR a partire dal 2019, nel corso del 2023 ha
raggiunto l’adesione di 59 istituzioni, segnando un significativo passo avanti verso la costruzione di un ambiente
accogliente e integrante verso gli studenti e le studentesse rifugiati/e4.
Nel corso dell’anno precedente, sono state svolte attività che hanno contribuito alla missione del Manifesto. Tra queste,
due incontri tematici rivolti al personale delle università: il primo focalizzato sui principi e la procedura della protezione
internazionale e delle altre forme di protezione complementari, un secondo relativo al sistema di accoglienza dei
richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale in Italia, entrambi ritenuti rilevanti alla luce delle modifiche al
quadro normativo attuate nel corso del 2023.
Inoltre, sulla scorta dei risultati dei gruppi di lavoro svolti nel 2022, è stato finalizzato un questionario somministrato
agli studenti rifugiati, che ha raccolto preziose informazioni e i cui risultati saranno presentati nelle pagine di questo
rapporto.
Guardando al 2024, l’obiettivo è da un lato promuovere occasioni di approfondimento e confronto tra l’UNHCR e
le istituzioni aderenti al Manifesto per affrontare le sfide emerse. Dall’altro, espandere la rete di istituzioni coinvolte,
cercando nuove adesioni e rinforzando i legami esistenti. L’intento è stimolare iniziative volte a colmare le lacune
individuate, suggerendo una comprensione sempre più approfondita delle esigenze della popolazione studentesca
composta da richiedenti e beneficiari di protezione internazionale e temporanea, promuovendo ulteriori incontri e
sinergie con attori chiave e sostenendo, al tempo stesso, il loro coinvolgimento attivo, affinché possano fornire un
contributo prezioso alla definizione degli interventi a loro destinati.
Di seguito “Manifesto”
Di seguito verranno più brevemente utilizzati i termini “studenti rifugiati” o “studenti costretti alla fuga” con riferimento a tutte le categorie
di studenti e studentesse destinatarie del questionario, senza fare una distinzione sulla base del tipo di protezione e senza alcuna discriminazione di genere.
Le fasi di svolgimento del questionario
Il presente rapporto restituisce i dati ottenuti tramite il questionario di cui sopra rivolto agli studenti universitari
richiedenti asilo, titolari di un permesso di soggiorno per protezione internazionale o per un’altra forma di protezione
complementare, nonché studenti riconosciuti rifugiati in un altro paese e titolari, in Italia, di un permesso di soggiorno
per motivi di studio. Il questionario è stato elaborato tra il 2022 e il 2023 nell’ambito di un gruppo di lavoro che ha visto
la partecipazione dell’Università di Bari Aldo Moro, Università di Milano Bicocca, Università di Modena e Reggio Emilia,
Università di Roma La Sapienza, Università di Verona, con l’obiettivo di acquisire dati sui profili degli studenti rifugiati
in Italia, nonché di stimolare una comprensione più ampia e approfondita e con un orizzonte nazionale, dei punti di
forza e delle criticità dei percorsi di inserimento accademico delle persone costrette alla fuga, cosi contribuendo alla
definizione delle azioni delineate nel Manifesto. Il questionario è stato distribuito dalle università del Manifesto il 24
luglio 2023 e gli studenti rifugiati5 iscritti nei vari atenei hanno potuto parteciparvi fino al 10 ottobre 2023.
Struttura del questionario e nota metodologica
La partecipazione degli studenti era volontaria e anonima, fatta salva la possibilità di indicare il proprio nome e
contatto esclusivamente per venire informati di iniziative da parte di UNHCR. Il questionario si articolava su 88
domande, divise nelle seguenti sezioni:
1. Informazioni generali, per raccogliere dati anagrafici, status giuridico e percorso universitario
2. Background migratorio e culturale, riguardante le modalità di arrivo in Italia, la famiglia di origine, la conoscenza
delle lingue
3. Immatricolazione e iscrizione all’università, riferita all’accesso al percorso accademico e alle borse di studio
4. Servizi per l’integrazione accademica, sulle difficoltà incontrate e le opinioni su varie dimensioni dell’esperienza
accademica
5. Integrazione sociale, con domande relative al percorso di inclusione sociale fuori dal contesto accademico
Il questionario includeva domande con risposte multiple predefinite, per svolgere una raccolta dati quantitativa, e
domande aperte, per raccogliere un punto di vista più articolato e di tipo qualitativo. Al fine di renderle fruibili e
contestualizzate in una lettura complessiva, le risposte libere sono state categorizzate. Il questionario era disponibile
per la compilazione sia in italiano che in lingua inglese. La maggior parte degli studenti ha scelto di utilizzare la
versione inglese. Le risposte alle domande aperte presenti in questo report sono state tradotte.
Occorre precisare che l’indisponibilità di dati con riferimento alla popolazione complessiva degli studenti costretti
alla fuga iscritti nelle università ed accademie italiane, impedisce di attribuire rappresentatività statistica all’insieme
degli intervistati. Pertanto, occorre tenere presente la non generalizzabilità dei risultati che deriva dall’impossibilita di
definire l’universo e il suo campione significativo.
Le finalità del questionario e di questo rapporto mirano a raccogliere le esigenze degli studenti rifugiati dando loro
la parola; a suggerire lo sviluppo, a partire da questa esperienza, di strumenti sempre più accurati, di sistema e
replicabili, per conoscere e monitorare le evoluzioni dei contesti; stimolare la riflessione sulle principali barriere
all’accesso all’istruzione terziaria evidenziate dai partecipanti, nella consapevolezza che, pur non potendo dirsi
statisticamente rappresentative, le loro risposte possono costituire ottimi spunti di partenza per migliorare i servizi
offerti dalle università. Questo materiale potrà altresì essere utilizzato per futuri approfondimenti e per arricchire altri
progetti e ricerche. Si ritiene che il suo valore principale risieda nel fornire una panoramica generale dei vissuti e delle
esperienze di numerosi studenti costretti alla fuga nel loro percorso accademico in Italia.
In molti casi il questionario è stato inviato agli studenti internazionali; la prima domanda era finalizzata a determinare lo status giuridico
del partecipante e a permettere la compilazione solo a coloro che dichiaravano di avere un permesso di soggiorno tra quelli di interesse
per l’indagine.
1. INFORMAZIONI
GENERALI
Il questionario ha visto la partecipazione di 194 studenti rifugiati provenienti da 35 Università7. Al fine di poter
avere un quadro generale dei profili dei partecipanti, sono state loro sottoposte domande volte a delineare le
principali informazioni su genere, nazionalità, status giuridico ed accademico.
1.1 Status giuridico attuale dello studente internazionale
I partecipanti hanno affermato di aver avuto riconosciuto lo status di rifugiato in percentuale maggiore rispetto
agli altri permessi di soggiorno, pari a circa il 44% (principalmente da Afghanistan e Ucraina). Il 15,5% ha
invece affermato di essere stato riconosciuto rifugiato in un altro Paese ed essere al momento in Italia in virtù
di un permesso di soggiorno per motivi di studio. A seguire, sono circa il 14% del totale i partecipanti che
hanno sostenuto di avere il permesso di soggiorno per protezione temporanea (nazionalità ucraina, tunisina,
bangladese, afghana), mentre solo il 6,7% quello per protezione sussidiaria (con cittadinanza afghana, albanese,
colombiana, congolese, irachena, libica, nigeriana e venezuelana).
F1. STATUS GIURIDICO ATTUALE DELLO STUDENTE INTERNAZIONALE
43.8% Status di rifugiato
Rifugiato in altro paese con permesso
di soggiorno per motivi di studio
15.5%
14.4% Protezione temporanea
10.3% Richiedente asilo
6.7% Protezione sussidiaria
3.6% Permesso casi speciali
2.6% Protezione speciale
2.1% Rifugiato in altro paese con altro permesso di soggiorno
1.0% Protezione umanitaria
Con riferimento ai dati appena esposti, occorre ricordare che la protezione temporanea viene riconosciuta alle
persone di cittadinanza ucraina, o loro familiari, che hanno lasciato l’Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022 e
può altresì essere riconosciuta alle persone che, pur con nazionalità diversa o apolidi, vivevano stabilmente in
Ucraina con un permesso permanente o in ragione di una protezione internazionale o di protezione nazionale
equivalente8 . Inoltre, le persone di cittadinanza ucraina possono avere anche altre forme di protezione, inclusi
lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria.
Università Politecnica delle Marche, Politecnico di Bari, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Università
degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Università per stranieri di Perugia, Università degli Studi della Tuscia – Viterbo, Università degli
Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Università degli Studi di Bari, Università degli Studi di Bergamo, Università degli Studi
di Bologna, Università degli Studi di Brescia, Università degli Studi di Genova, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di
Milano – La Statale, Università degli Studi di Milano – Bicocca, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Parma, Università
degli Studi di Perugia, Università di Pisa, Università degli Studi di Siena, Università degli Studi di Torino, Università degli Studi di Trento,
Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Udine, Università degli Studi di Verona, Università LUISS Guido Carli, Università
degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Università degli Studi Roma Tre
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 marzo 2022 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/04/15/22A02488/sg Il DL
16/2023 ha prorogato la validità dei permessi di soggiorno per protezione temporanea al 31 dicembre 2023
La legge di bilancio 2024 (Legge 30 dicembre 2023, n. 213) proroga la scadenza dello stato di emergenza al 31 dicembre 2024 https://
http://www.servizidemografici.com/legge-di-bilancio-2024-proroga-dei-permessi-di-soggiorno-per-protezione-temporanea.html#:~:text=La%20
Legge%20di%20Bilancio%202024,Unione%20europea%20della%20protezione%20temporanea
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
1. Informazioni generali
1.2 Genere, età, nazionalità
Il 56% dei partecipanti è rappresentato da uomini, il 40% da donne e un 4% di persone che preferisce non
dichiarare un genere.
F2. GENERE
F4. NAZIONALITÀ DICHIARATA
UOMINI
DONNE
PREFERISCO NON DIRE
F3. ETÀ
18-25 39%
26-30 30%
31-35
36-40
41-45
Afghana
Ucraina
Congolese
Eritrea
Nigeriana
Russa
Irachena
Palestinese
Camerunense
Iraniana
Venezuelana
Turca
Albanese
Siriana
Libica
Colombiana
Sud Sudanese
Morocchina
Altro
Nelle nazionalità dei partecipanti, le due principali sono quella afghana con il 24% delle risposte e quella
ucraina con il 22%. La terza nazionalità rappresentata è quella congolese con il 7% delle risposte. Questi
dati appaiono in linea con i recenti sviluppi del fenomeno migratorio in Italia, segnati dalle operazioni di
evacuazione e dagli arrivi seguiti alla crisi politica in Afghanistan dell’agosto 2021 e dal conflitto in Ucraina che
da febbraio 2022 ha costretto alla fuga milioni di persone9, di cui più di 180.000 hanno chiesto protezione in
Italia10. Interessante notare, inoltre, la composizione della popolazione dei partecipanti di nazionalità afghana
e ucraina, in maggioranza uomini (68%) nel primo caso e donne (71%) nel secondo.
Refugees from Ukraine recorded globally: 6,319,700, last updated 28 November 2023 – Fonte: https://data.unhcr.org/en/situations/ukraine
185090 richieste di Protezione Temporanea sono state presentate in Italia al 12/01/2024. Fonte: https://mappe.protezionecivile.gov.it/it/mappe-e-dashboards-emergenze/mappe-e-dashboards-ucraina/richieste-di-protezione-temporanea/
Una persona per ciascuna di queste nazionalità: Bangladese, Gambiana, Indiana, Gabonese, Guineana, Salvadoregna, Somala, Etiope,
Ruandese, Tanzana, Burundese, Tunisina, Bielorussa, Curda, Pachistana, Cinese, Kosovara, Brasiliana
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
1. Informazioni generali
1.3 Corso di studi
Vi è una divisione pressoché equa tra i partecipanti rispetto al percorso di studio, essendo per il 48% iscritti ad
una laurea triennale (di questi il 23% sono ucraini e il 19% afghani) mentre per il 49% a un percorso di laurea
magistrale o specialistica (di cui il 30% sono afghani e 21% ucraini); il 2% è iscritto ad un master o dottorato.
Il 55% dei partecipanti è al primo anno di frequenza mentre poco meno di un terzo (29%) al secondo. Solo il 13%
è al terzo anno. Una maggioranza significativa (89%) degli studenti dichiara di essere in corso, mentre solo l’11%
dichiara di essere fuori corso.
ANNO DI FREQUENZA
1 anno 55%
4 anno 1%
?5 anno 2%
3 anno 13%
2 anno 29%
STATO DEGLI STUDI
11% fuori corso
in corso 89%
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
1. Informazioni generali
Il grafico riporta i corsi di studio frequentati dai partecipanti, classificati in categorie create sulla base delle
classi di laurea e dei dipartimenti di riferimento. A titolo esemplificativo, i corsi di Cooperazione allo Sviluppo
sono inclusi nella categoria Scienze politiche e Relazioni Internazionali; i corsi di management sono stati fatti
rientrare in Economia, marketing, ingegneria gestionale. Queste due categorie di corsi sono, per altro, quelle
maggiormente frequentate. A seguire, i corsi in ambito IT, che spaziano da scienze e tecnologie informatiche
a ingegneria informatica e gestione aziendale.
NOME DEL CORSO DI LAUREA/MASTER/DOTTORATO12
Scienze Politiche e Relazioni Internazionali
Economia, marketing, ingegneria gestionale
Information Technology
Lingue
Ingegneria edile e Architettura
Comunicazione
Biologia e Biotecnologie
Ambiente, energia, territorio
Medicina e professioni sanitarie
Scienze fisiche, della terra e dell’ambiente
Discipline arti, moda, design
Studi giuridici
Psicologia
Lettere, storia, filosofia
Ingegneria meccanica
Archeologia
Nella categoria n/a rientrano tutte le risposte indicanti la tipologia di corso invece che il nome, per esempio laurea triennale, magistrale
oppure più generale “program”.
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
1. Informazioni generali
Nella seguente tabella è possibile osservare le percentuali riferite ai titoli di studio acquisiti dai partecipanti
precedentemente all’immatricolazione e il corso di studio attualmente frequentato. Nella maggioranza dei casi
essi avevano già ottenuto un titolo di laurea triennale, mentre la laurea specialistica o magistrale era stata già
conseguita da circa il 7%. Queste risposte, insieme a quelle relative all’attuale percorso accademico, forniscono
una panoramica sulla possibilità che i partecipanti hanno avuto di proseguire nella loro carriera essendosi
iscritti ad un percorso di studi più avanzato di quello già concluso. Importante sottolineare che l’86% di studenti
con un titolo triennale è al momento iscritto alla magistrale, mentre tra i 15 che già avevano un Master’s, solo
3 stanno seguendo un percorso post-laurea, 9 stanno ripetendo lo stesso livello di studi, e 3 persone stanno
frequentando un corso di livello inferiore.
TITOLO DI STUDIO PRECEDENTE ALL’IMMATRICOLAZIONE E ATTUALE PERCORSO ACCADEMICO13
Laurea Triennale
Bachelor’s degree program (Triennale)
Master’s degree program (Specialistico/Magistrale)
Postgraduate/PhD (Master o Dottorato)
Diploma di Scuola Superiore
Bachelor’s degree program (Triennale)
Master’s degree program (Specialistico/Magistrale)
36.6%
Laurea Specialistica/Magistrale
Bachelor’s degree program (Triennale)
Master’s degree program (Specialistico/Magistrale)
Postgraduate/PhD (Master o Dottorato)
Percorsi successivi alla Scuola Superiore
Bachelor’s degree program (Triennale)
Non chiaro
Bachelor’s degree program (Triennale)
Totale
194 100%
titolo di studio precedente
attuale percorso accademico
Nella categoria “Percorsi successivi alla Scuola Superiore” rientrano le risposte indicanti: college degree; diploma e corso foundation year;
2 years of midwife; incomplete bachelor
“non chiaro” comprende le risposte indicanti: certificates from university in Ukraine; computer science; spacial degree
2. BACKGROUND
MIGRATORIO E CULTURALE
2.1. Famiglia di origine
Non ci sono differenze rilevanti tra i titoli di studio dei genitori degli studenti, in entrambi i casi c’è una prevalenza di coloro
che sono in possesso di una laurea seguiti da un diploma di scuola secondaria. Rilevante anche la percentuale di genitori
che non sono in possesso di alcun titolo (17% dei padri, 23% delle madri). Il numero di padri che è in possesso di un titolo
post-laurea è il doppio rispetto a quello delle madri.
TITOLO DI STUDIO DEI GENITORI
Titolo di studio del padre
Titolo di studio della madre
Post-laurea
Post-laurea
Istruzione Primaria
Nessuno
Laurea
Istruzione Primaria
Nessuno
Istruzione secondaria
Laurea
Istruzione secondaria
Ai partecipanti sono state sottoposte domande relative alla professione dei genitori, dando loro la possibilità di scegliere
tra quattro risposte multiple (nessuna; operaio/a; impiegato/a; insegnante) e una risposta libera. Nell’osservare i risultati, è
necessario tenere conto del fatto che alcuni partecipanti hanno indicato solo una professione o affermato che il genitore
è pensionato o deceduto o che non svolge alcuna professione, senza fornire indicazioni in merito alla possibilità che lo
stesso o la stessa abbia svolto una professione in passato o, laddove indicato l’impiego, se questo si riferisca alla situazione
attuale o, ad esempio, all’impiego principalmente svolto nel corso della sua vita; altri partecipanti hanno invece fornito due
o tre risposte, indicando più professioni o una professione accompagnata da una risposta relativa al fatto che il genitore è
anche pensionato, deceduto o disoccupato.
Le risposte in merito all’occupazione dei padri mostrano come in 61 casi su 194 (31%) i partecipanti hanno indicato che
il genitore non svolge alcun lavoro e in particolare in 50 casi di questi (26%) non è stata data alcuna altra informazione,
suggerendo che circa un quarto dei padri è, almeno al momento, non occupato. Il 28% (55) svolge o ha svolto la
professione di operaio e per l’87% di questi (48) i partecipanti non hanno indicato un’altra professione. L’operaio è l’impiego
più rappresentato tra le categorie lavorative riferite ai padri, seguito dall’impiegato, registrato nel 13% delle risposte (25,
di cui 22 senza l’indicazione di altre professioni). Seguono le categorie di insegnante e manager, pur con un’incidenza
inferiore al 5% sul totale (9 risposte rispettivamente). In 5 casi i partecipanti affermano che il genitore è in pensione, mentre
in 11 casi è deceduto. Molte sono state le risposte classificate come “altro” che rivelano una varietà d’impieghi che spaziano
dal capitano di nave allo scienziato di laboratorio, dal sarto all’autista, solo per citarne alcuni.
Con riferimento alle madri, in 3 casi viene riportato che la stessa è deceduta, in 2 casi in pensione e in altri 2 casi che non
lavora a causa di una disabilità. Il tasso di disoccupazione quasi raddoppia (43%), segnalato in 95 casi sui 194 totali; di
questi, 81, pari al 42%, sono senza l’indicazione di alcuna altra attività svolta, così suggerendo che, nel caso delle madri, una
su due non svolge alcuna professione. 9 madri sono indicate come casalinghe, e solo in due casi sono state associate ad
un ulteriore impiego. Guardando alle categorie di lavoro, quello di operaia è il maggiormente segnalato (36 volte) e in 28
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
2. Background migratorio e culturale
casi risulta essere l’unica mansione svolta. Segue il lavoro dell’impiegata, registrato nel 13% delle risposte (25). A seguire,
l’impiego numericamente più significativo è quello dell’insegnante, comunque pari solo al 4,5% (9 casi). Anche per le madri
si registrano risposte che includono impieghi diversi per un totale di 32 segnalazioni relative a mansioni quali, a titolo
esemplificativo, infermiera o ostetrica, medica, sarta, imprenditrice, ciascuna incontrata 1 o al massimo 4 volte nelle risposte.
F.10 OCCUPAZIONE PADRE RISPOSTE CLASSIFICATE “ALTRO”
Agricoltore
Arciprete
Sarto
Costruttore
Capitano di nave
Tecnico informatico / Esperto IT
Libero professionista/lavoratore autonomo
Manager
Dirigente
Imprenditore
Ingegnere
Architetto
Soldato
Autista
Farmacista
Avvocato
Medico
Cuoco
Allenatore di calcio
Fotografo
Pastore/Ministro del culto
Scienziato/Lavoratore di laboratorio
F.11 OCCUPAZIONE MADRE RISPOSTE CLASSIFICATE “ALTRO
Ostetrica Infermiera
Casalinga
Libera professionista /Lavoratrice autonoma
Cameriera
Responsabile delle risorse umane
Architetta
Biologa
Truccatrice
Truccatrice
Manager
Contabile
Cuoca
Barista
Imprenditrice
Agricoltrice
Sarta
Poliziotta
Babysitter
Giornalista
Medica
Addetta alle pulizie
Terapeuta
Scienziata
2.2. Quando e come sei arrivato in Italia?
La maggior parte dei partecipanti è arrivata in Italia tra il 2021 (22%) e il 2022 (42%), un dato che conferma quanto dichiarato
rispetto all’anno di studio. Il 77% dei partecipanti dichiara di essere arrivato via aereo (di questi il 30% sono afghani)
mentre il 16% via terra, principalmente in autobus (di cui vi è una prevalenza di ucraini che raggiunge il 90%) e a seguire
treno o auto. Solo il 7% dei partecipanti dichiara di essere arrivato via mare.
La maggior parte dei partecipanti (75%) dichiara di esser arrivata grazie all’aiuto di qualcuno che era già presente in
Italia, mentre solo il 24% afferma di essere arrivato in autonomia e senza alcun supporto.
F.12 AVEVI QUALCUNO GIÀ PRESENTE IN ITALIA CHE TI HA AIUTATO AD ARRIVARE?
26% Amici
24% No
1% Nessuna risposta
3% Governo italiano/NATO
4% Università
16% Associazioni
12% UNHCR
13% Familiari
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
2. Background migratorio e culturale
2.3. Vita in Italia
Vi è una divisione pressoché equa tra chi dichiara di vivere da solo (57%) e chi no. Chi non vive solo dichiara
di condividere l’alloggio con altre persone che sono state qui raggruppate nella categoria “coinquilini”, in cui
rientrano2.3.
coloroVita
definiti
amici ma anche altri studenti, o con la famiglia. Le associazioni e l’università giocano
income
Italia
entrambeViun
ruolo
fondamentale
nell’aiutare
gli chi
studenti
a trovare
un da
alloggio,
mentre
il 20%
di essi
di dichiara
è una divisione pressoché
equa tra
dichiara
di vivere
solo (57%)
e chi
no. Chi
nondichiara
vive solo
non averdi
ricevuto
alcun supporto.
Circaaltre
la metà
dei partecipanti
dichiara
di vivere in un
appartamento
privato in cui
condividere
l’alloggio con
persone
che sono state
qui raggruppate
nella
categoria “coinquilini”,
(di cui il 25%
composto
ucraini
seguiti
afghani)
mentre
afghani
ucraini)
rientrano coloro definiti come amici ma anche altri studenti, o con la famiglia. Le associazioni
e l’università
in uno studentato.
giocano entrambe un ruolo fondamentale nell’aiutare gli studenti a trovare un alloggio, mentre il 20% dichiara di
non aver ricevuto alcun supporto. Circa la metà dei partecipanti dichiara di vivere in un appartamento privato
(di cui il 25% è composto da ucraini seguiti dal 19% di afghani) mentre il 35% (di cui 34% afghani e 18% ucraini)
F.13 VIVI
DA SOLO;
SE NO, CON CHI?
in uno
studentato.
Attualmente vivi da solo/a?
Con chi?
2% Struttura religiosa
2% Famiglia ospitante
17% Compagno/a Coniuge
Familiari 36%
F.14 CHI TI HA AIUTATO A TROVARE UN ALLOGGIO?
Associazioni
Università
Nessuno
Amici
Familiari
Autorità locali/nazionali
Famiglia ospitante
Lavoro
42% Coinquilini
(amici, studenti, altro)
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
2. Background migratorio e culturale
FOCUS LINGUA
La componente relativa alla lingua italiana, come vedremo in seguito, rappresenta una delle principali
difficoltà nei percorsi di integrazione. Il grafico riporta l’autovalutazione degli studenti in merito alla
loro conoscenza della lingua italiana.
F.15 LIVELLO DI CONOSCENZA DELLA LINGUA ITALIANA
Nessuno
Avanzato
Intermedio
Analizzando le 183 risposte positive, è possibile osservare l’incidenza di ciascuna delle modalità
attraverso le quali i partecipanti hanno appreso la lingua italiana. Emerge che i corsi tenuti da
organizzazioni della società civile e lo studio personale hanno un ruolo determinante nel percorso di
apprendimento linguistico della maggior parte delle persone, mentre nelle risposte ricorrono meno
frequentemente le interazioni con gli amici e i colleghi studenti universitari. Ciononostante, coloro
che affermano di aver imparato l’italiano con altri studenti o con gli amici, raramente riportano livelli
bassi di conoscenza della lingua, dimostrando l’importanza del contesto relazionale nei processi di
integrazione. Ciò suggerisce che lo sviluppo di programmi di supporto peer-to-peer e di buddying
da parte delle università potrebbe costituire un efficace strumento sia per l’apprendimento
della lingua che per il rafforzamento delle relazioni sociali. Ai fini di questo lavoro, vale segnalare
come l’università appaia relativamente poco presente in questa dimensione, in particolare con
riferimento ai livelli più avanzati. In questa sede non si dispone di informazioni sufficientemente
accurate e complete per poter analizzare questi dati in maniera approfondita; riteniamo comunque
che possano stimolare una riflessione volta a meglio identificare i principali percorsi attraverso i quali
gli studenti in esame si avvicinano alla lingua italiana e quali possano essere le misure correttive da
implementare in futuro.
F.16 DOVE HAI IMPARATO L’ITALIANO E LIVELLO DI CONOSCENZA DELL’ITALIANO
Livello di conoscenza della lingua italiana
Dove hai imparato l’italiano?
Avanzato intermedio
nessuno Totale
All’università in Italia
Da solo
Corsi di lingua
organizzati da associazioni
Nel paese d’origine
Con altri studenti o amici
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
2. Background migratorio e culturale
Nel questionario è stato chiesto agli studenti di indicare il loro livello di conoscenza di quattro lingue;
inglese, spagnolo, francese e arabo. Circa due terzi degli studenti dichiarano di avere una conoscenza
avanzata della lingua inglese. Le altre lingue rivelano livelli di conoscenza molto meno avanzati. È da
notare che spesso gli studenti rifugiati frequentano corsi universitari in lingua inglese.
F.17 LIVELLO DI CONOSCENZA DELLA LINGUA INGLESE
Avanzato
Intermedio
Nessuno
Mentre l’inglese rimane la lingua prevalentemente utilizzata per comunicare nel contesto universitario,
seguita dall’italiano, quando si tratta di interazioni con gli amici diminuiscono leggermente le
percentuali di entrambe le lingue che però rimangono quelle maggiormente utilizzate, a discapito
delle lingue madri anche tra le comunità maggiormente rappresentate (Afghanistan e Ucraina)
F.18 PRINCIPALI LINGUE UTILIZZATE
In quale lingua ti esprimi
quotidianamente in università?
In quale lingua ti esprimi
quotidianamente con i tuoi amici?
Inglese
Inglese
Italiano
Italiano
Ucraino
Ucraino
Francese
Francese
Tigrino
Tigrino
Russo
Russo
Farsi
Farsi
Arabo
Arabo
Spagnolo
Spagnolo
3. ISCRIZIONE
ALL’UNIVERSITÀ
In questo lavoro di osservazione dei profili e percorsi accademici degli studenti rifugiati, abbiamo ritenuto fosse
importante approfondire anche le questioni di natura amministrativa e burocratica concernenti l’iscrizione ai corsi.
È bene considerare che anche i richiedenti asilo, pur non avendo sempre pieno accesso ai percorsi universitari,
hanno risposto al pari degli altri a tutte le domande del questionario, incluse le seguenti. Il primo elemento che
si ritiene essenziale far emergere è quello della documentazione formale richiesta per l‘immatricolazione
La legge 148/2002 conferisce alle istituzioni universitarie il potere di riconoscere, ai fini accademici,14 i titoli di
istruzione conseguiti all’estero, determinanti per l’accesso e la prosecuzione degli studi. Le diverse istituzioni
accademiche, nell’ambito della loro autonomia, disciplinano i processi e la documentazione richiesta a
questo fine, che può includere documenti rilasciati da altri soggetti a sostegno della validità del percorso di
istruzione effettuato all’estero. Tra questi, hanno particolare rilevanza la Dichiarazione di valore in loco, rilasciata
dalle rappresentanze diplomatiche italiane, che descrive il valore del titolo nel Paese in cui è stato ottenuto,
laddove disponibile; e l’Attestato di comparabilità rilasciato da CIMEA. Tuttavia, alcuni documenti necessari ad
una valutazione possono risultare difficili da ottenere per i richiedenti asilo e i rifugiati, i quali potrebbero non
potere o non volere rivolgersi alle autorità del proprio paese.
Per superare queste difficoltà, l’art. 26 del Decreto Legislativo 251/2007 stabilisce che le istituzioni competenti
devono individuare adeguati sistemi di valutazione, convalida e accreditamento per il riconoscimento dei
titoli dei titolari di protezione internazionale. L’importanza di dotarsi di strumenti pratici è stata ribadita anche
dalla Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore del
MIUR, che ha sollecitato le università ad istituire procedure e meccanismi interni volti a valutare le qualifiche
dei titolari di protezione internazionale, anche nel caso in cui manchino, in tutto o in parte, i documenti
comprovanti i titoli di studio.
Laddove la documentazione non sia sufficiente, le università possono ricorrere ad altri strumenti e metodologie
a supporto della procedura di valutazione. Lo strumento più ampiamente adottato è l’European Qualifi
cations Passport for Refugees (EQPR) del Consiglio d’Europa (COE), un documento frutto dell’analisi della
documentazione disponibile e di colloqui strutturati, che fornisce una valutazione delle competenze del
candidato. Tale strumento è utilizzabile in caso di documentazione frammentaria o del tutto assente, che
tuttavia richiede competenze specifiche nella valutazione dei titoli da parte dell’ateneo. In situazioni in cui la
documentazione non è sufficiente a determinare il possesso effettivo dei titoli, può essere necessario valutare
direttamente le competenze del candidato coinvolgendo il corpo docente, adottando un approccio flessibile
e modalità innovative.
Il riconoscimento di titoli e qualifiche per altre finalità (ad esempio a fini professionali) ricade nella responsabilità di altri organi ed istituzioni
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
3.Immatricolazione/iscrizione all’università
3.1. Iscrizione:
agevolazioni e
documenti
Lo status giuridico degli studenti,
dunque l’essere beneficiario di
protezione, appare essere stato un
fattore determinante nell’esonero
dal pagamento delle tasse
universitarie. Più della metà dei
partecipanti lo afferma, mentre il
18% dichiara di non sapere se sia
stato questo il motivo.
F.19 ESONERO DAL PAGAMENTO DELLE TASSE UNIVERSITARIE
IN QUANTO BENEFICIARIO DI PROTEZIONE
Non so
Il grafico rivela come più di un terzo degli studenti sia stato supportato da servizi interni alle università stesse per la
procedura di iscrizione; significativo è anche il ruolo giocato dalle associazioni (sia quelle studentesche che quelle
del territorio) così come il supporto fornito dai conoscenti. Una minoranza, il 19%, dice di non essere stata aiutata da
nessuno.
F.20 CHI TI HA AIUTATO A RACCOGLIERE LE INFORMAZIONI PER ISCRIVERTI ALL’UNIVERSITÀ?
36% Servizi interni dell’università
19% Nessuno
1% Ente per lo studio
2% UNHCR
12% Associazioni studentesche
9% Amici-Compagno/a-Coniuge
11% Altri connazionali
10% Associazioni del territorio
FOCUS BARRIERE ALL’ACCESSO: una lettura attraverso i territori
A cura della Prof.ssa Anna Fausta Scardigno, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
I risultati mostrano come l’accesso delle persone rifugiate all’istruzione terziaria sia ancora fortemente
condizionato da “meccanismi di contesto”, da Nord a Sud, che possono ostacolarne di fatto la riuscita.
Ogni istituzione accademica è autonoma nel processo di validazione e riconoscimento dei titoli di
accesso delle persone rifugiate ad un corso di studio, ma questo meccanismo che sarebbe generativo
di outcomes positivi e in linea quindi con le sfide che il Manifesto dell’Università Inclusiva si pone sin
dalla sua costituzione, non è ancora realisticamente utilizzato. Guardando ai diversi territori delle nostre
Università purtroppo questa considerazione non cambia.
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
3.Immatricolazione/iscrizione all’università
L’analisi evidenzia infatti che, in fase di immatricolazione, la quasi totalità delle università ha richiesto una
documentazione specifica agli studenti piuttosto che dotarsi di procedure di valutazione e riconoscimento
dei titoli e delle competenze interne al sistema accademico (credential evaluation) così come vorrebbe il
diritto internazionale e anche la strategia globale dell’Education (global recognition). Si nota che questa
pratica è leggermente meno diffusa nelle università del sud (29%), rispetto a quelle delle regioni di nord
(20%) e centro Italia (15%).
F.21 DOCUMENTI RICHIESTI IN FASE DI IMMATRICOLAZIONE
In fase di immatricolazione al corso di studi, la tua Università ha richiesto dei documenti
specifici sul/i tuo/i titolo/i di studio?
Università
Università
CENTRO
Università
I documenti maggiormente richiesti dalle università, purtroppo, restano ancora le dichiarazioni di
valore del titolo di studio (46%) e l’attestazione di comparabilità (35%). In minor considerazione i
documenti di autocertificazione (10%). Si osserva una maggiore richiesta della dichiarazione di valore
del titolo di studio nelle regioni centrali (50%) rispetto a quelle settentrionali (46%) e meridionali (40%).
Al contempo, l’attestazione di comparabilità è richiesta in misura simile nelle tre aree geografiche (N.
36%; C. 35%; S. 33%).
F.22 DOCUMENTI RICHIESTI IN FASE DI IMMATRICOLAZIONE
Se si, quali?
Dichiarazione di valore del titolo
Attestato di comparabilità rilasciato da Cimea Naric
Autocertificazione
Diploma scuola superior
European Qualifications Passport for Refugees – EQPR
Diploma
Titolo di studio precedente
Non ricordo
Documento rilasciato dall’Ambasciata
Dichiarazione di valore/Attestato
di comparabilità rilasciato da Cimea Naric
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
3.Immatricolazione/iscrizione all’università
La richiesta di attestazioni come il diploma o High school diploma si verifica solamente nel 2% e 3%
dei casi. Al Sud sembra leggermente più richiesta la copia del diploma (7%) rispetto alle università
del Centro e del Nord del Paese (1%; 1%). L’European Qualifications Passport for Refugees (EQPR),
ideato al fine di agevolare e velocizzare il riconoscimento delle qualifiche e promuovere l’inclusione
accademica delle persone rifugiate risulta richiesto solo da un numero limitato di istituzioni
universitarie italiane (2%). Tuttavia, si osserva un interesse sensibilmente maggiore da parte delle
università situate nel sud (7%) rispetto a quelle delle regioni settentrionali (1%) e centrali del paese
(1%), probabilmente dovuta al fatto che in alcune università l’EQPR viene utilizzato formalmente come
documento sostitutivo alla dichiarazione di valore per l’immatricolazione e l’iscrizione delle persone
titolari di protezione internazionale ai corsi di studio universitari. Se per chi ha ottenuto lo status
di protezione il percorso di integrazione accademica anche se tortuoso nell’accesso è comunque
possibile, per le persone richiedenti asilo il tempo che passa in attesa dello status riduce drasticamente
la motivazione, come scrive uno degli studenti: “I personally waited for almost 1.5 years before I
received my refugee status. All this time I was not enrolled, I could not activate my career, could
not registrate my grades. I even could not study properly because I had no access to materials
and online assessments. It create unclearness, and it kills motivation.” Nel sistema accademico
italiano, infatti, sono davvero poche le università che consentono l’accesso delle persone richiedenti
asilo, con meccanismi quali l’iscrizione a corsi singoli o con riserva.
F.23 AREE GEOGRAFICHE E DOCUMENTI RICHIESTI IN FASE DI IMMATRICOLAZIONE
CENTRO
Dichiarazione di valore del titolo
Attestato di comparabilità rilasciato da Cimea Naric
Autocertificazione
Diploma scuola superior
Diploma
Dichiarazione di valore/Attestato di comparabilità
rilasciato da Cimea Naric
Non ricordo
Documento rilasciato dall’Ambasciata
Titolo di studio precedente
4. SERVIZI PER L’INTEGRAZIONE
ACCADEMICA
4.1 Borse di studio
La maggior parte degli studenti (71%) ha beneficiato di una borsa di studio. Tra le motivazioni per cui i partecipanti
non hanno fruito di una borsa di studio prevale la scarsa conoscenza di questo tipo di opportunità (41%); molto
significativa anche la proporzione (un terzo) che dichiara di non averne usufruito perché la procedura è troppo
complessa.
F.24 MOTIVAZIONI PER CUI NON SI È USUFRUITO DI BORSE DI STUDIO
41% perché non conoscevo questa opportunità
2% Perché non penso di avere i requisiti
5% Perché non ho i requisiti
9% N/A
11% perché non ne avevo bisogno
32% perché la procedura era troppo complessa
Circa il 70%, dichiara di non aver ricevuto altre forme di aiuto economico-materiale, mentre le associazioni
locali emergono nuovamente come attori chiave nel percorso di integrazione degli studenti costretti alla fuga
supportando economicamente e materialmente il 14% di essi.
F.25 HAI RICEVUTO ALTRE FORME DI AIUTO ECONOMICO-MATERIALE?
9% Si, dai miei familiari
14% Si, da associazioni del territorio
5% Si, borsa di studio estera
69% No
1% Si, dall’università
1% Si, da un ente locale
1% Si, da amici
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
4. Servizi per l’integrazione accademica
Per quanto riguarda le borse di studio (di cui il 71% dei partecipanti ha beneficiato) quasi la metà risultano essere
offerte dalle Università, a testimonianza di un forte coinvolgimento delle istituzioni accademiche nel fornire
supporto finanziario. In questa categoria rientrano le borse parte di progetti quali UNICORE e Mediterraneo ma
anche alcune iniziative specifiche promosse da singole università a favore di studenti afghani e ucraini. Le borse
di studio a livello regionale o locale (erogate dagli Enti per il Diritto allo Studio Universitario) rappresentano il
27%; quelle a livello nazionale (erogate dalla Conferenza dei Rettori delle Universita’ Italiane – CRUI) il 19%.
Questi dati evidenziano la diversità delle fonti di finanziamento. La presenza di risposte “Non specificato” e
“Non so” sottolinea la necessità di rafforzare la conoscenza e consapevolezza degli studenti riguardo alle
fonti di supporto finanziario a loro disposizione.
F.26 DI QUALE BORSA DI STUDIO HAI BENEFICIATO?
48% Università (UNICORE o altro)
27% Regionale o Locale (Ente per il Diritto allo Studio)
19% Nazionale (CRUI)
4% N/A
1% Non lo so
Si sottolinea che le borse di studio possono manifestare significative disparità in termini di ampiezza e benefici
forniti. In taluni casi, coprono integralmente l’importo delle tasse universitarie, mentre in altri casi contemplano
anche l’inclusione di spese connesse a vitto e alloggio, oppure di un posto letto in una residenza universitaria
ad una tariffa calmierata. Alcune borse di studio prevedono anche assegnazioni finanziarie dirette agli studenti;
tali risorse sono destinate a soddisfare una diversificata gamma di esigenze, comprendenti l’acquisizione di libri
di testo, costi di trasporto e altre necessità.
MANIFESTO DELL’UNIVERSITÀ INCLUSIVA
4. Servizi per l’integrazione accademica
Borse Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI), progetto
Mediterraneo, progetto UNICORE
In attuazione del protocollo di intesa Ministero dell’Interno – CRUI siglato a Roma il 20 luglio 2016, il
Ministero dell’Interno, di concerto con la CRUI e in collaborazione con l’Associazione Nazionale degli
Organismi per il Diritto allo Studio Universitario (ANDISU), ogni anno mette a disposizione degli studenti
con protezione internazionale (status di rifugiati/e o beneficiari/ie di protezione sussidiaria, nonché con
protezione temporanea per i cittadini ucraini) 100 annualità di borse di studio. Queste sono erogate in
servizi a carico dell’Ateneo ospitante e consistono solitamente in vitto e alloggio gratuiti per l’intero anno
accademico, oltre a servizi aggiuntivi (per esempio corsi di lingua italiana15).
Il Progetto Mediterraneo16 è un’iniziativa congiunta tra l’Università Luiss di Roma e la Fondazione Terzo
Pilastro – Internazionale, nata nel 2017 con l’obiettivo di offrire opportunità di studio a rifugiati e studenti
svantaggiati provenienti dalla regione mediterranea. Il progetto prevede l’assegnazione di borse di studio
per frequentare corsi di laurea triennale e magistrale in lingua inglese presso l’Università Luiss, in diverse