
Mercoledì, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot ha annunciato che Francia e Stati Uniti stanno lavorando congiuntamente per stabilire un cessate il fuoco temporaneo di 21 giorni tra Hezbollah e Israele. L’obiettivo di questa tregua è creare uno spazio per i negoziati diplomatici, nella speranza di ridurre le tensioni e prevenire una nuova escalation del conflitto.
Barrot ha sottolineato l’importanza di proteggere le popolazioni civili, spiegando che la piattaforma del cessate il fuoco sarà resa pubblica a breve. “Negli ultimi giorni abbiamo lavorato con i nostri partner americani su una piattaforma temporanea di cessate il fuoco di 21 giorni per consentire i negoziati,” ha dichiarato Barrot. Il ministro si è detto ottimista, aggiungendo che “la guerra non è inevitabile” e che una soluzione diplomatica è ancora possibile.
Gli Stati Uniti e il sostegno internazionale alla tregua
Il vice inviato degli Stati Uniti alle Nazioni Unite, Robert Wood, ha confermato che gli Stati Uniti sono impegnati a cercare una soluzione diplomatica e stanno lavorando con vari paesi per promuovere la calma e avviare colloqui di pace. “Incoraggiamo il Consiglio di Sicurezza a dare il suo sostegno a questi sforzi diplomatici nei prossimi giorni,” ha dichiarato Wood. Tuttavia, ha anche ribadito il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi di Hezbollah, chiarendo che gli Stati Uniti intendono scongiurare una guerra più ampia.
Il Regno Unito, insieme a Francia e Stati Uniti, sta lavorando per formalizzare una richiesta di cessate il fuoco più ampia e sviluppare un piano politico per la sua attuazione. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha esortato il Consiglio di Sicurezza a intervenire immediatamente: “I razzi devono cessare ora. Gli attacchi aerei devono cessare ora. I colloqui devono iniziare ora”, ha dichiarato.
La situazione umanitaria in Libano
Nel frattempo, la situazione in Libano è sempre più grave. L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha difeso le operazioni militari israeliane contro Hezbollah, sostenendo che Israele stia prendendo di mira esclusivamente obiettivi militari, come i centri di comando e i depositi di armi. Tuttavia, il primo ministro libanese Najib Mikati ha respinto queste affermazioni, denunciando una “palese violazione” della sovranità libanese e descrivendo la situazione umanitaria come disastrosa. “Gli ospedali libanesi sono travolti dalle vittime civili, tra cui donne e bambini,” ha dichiarato Mikati, aggiungendo che le azioni di Israele stanno costringendo le famiglie libanesi a fuggire dalle loro case.
Condanne internazionali e preoccupazioni per l’escalation
Diversi paesi hanno condannato le azioni di Israele in Libano. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha descritto gli attacchi contro le infrastrutture libanesi come una “nuova forma di terrorismo” e ha chiesto una condanna unanime da parte della comunità internazionale. Allo stesso modo, il vice ministro degli Esteri russo Sergey Vershinin ha chiesto un’immediata cessazione delle ostilità, offrendo la disponibilità della Russia a coordinarsi con i partner internazionali per prevenire un’escalation catastrofica.
Anche l’ambasciatore cinese alle Nazioni Unite, Fu Cong, ha condannato gli attacchi di Israele, definendoli una “presa in giro della giustizia e del diritto internazionale”, e ha esortato a porre fine all'”avventurismo militare” nella regione.
L’Unione Europea e l’appello a evitare un secondo fronte di guerra
Josep Borrell, alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, ha espresso preoccupazione per il rischio che il Libano meridionale possa diventare una nuova zona di conflitto simile a Gaza. Ha sottolineato che il conflitto in Libano è profondamente legato alla guerra a Gaza, avvertendo che “l’uno influenza l’altro” e che è imperativo prevenire un’altra guerra in Medio Oriente. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha sottolineato la necessità di evitare a tutti i costi una guerra totale in Libano, avvertendo che il mondo non può permettersi un’altra crisi umanitaria di vasta portata nella regione.
Con il cessate il fuoco temporaneo in via di definizione, la comunità internazionale spera di riuscire a negoziare una soluzione diplomatica che impedisca una nuova escalation del conflitto tra Hezbollah e Israele, già segnato da anni di tensioni e violenze.