
“Il G7 Agricoltura che si sta tenendo in questi giorni rappresenta una grande opportunità per fare delle riflessioni, ma anche per raccontare quello che dentro il Parlamento stiamo facendo. La Commissione Agricoltura ha lavorato su temi che ritengo molto importanti per delineare la strategia agricola a supporto dell’azione del Governo, ma anche per testimoniare ciò che noi intendiamo per Agricoltura in questo Paese. Il rischio più grande che il settore agricoltura corre è quello che non ci sarà più l’agricoltura tra trenta anni, così come non ci saranno più imprese della pesca, perché il futuro di questo settore riguarda coloro che quel futuro lo rappresentano, cioè i giovani. I giovani vengono allontanati da questo settore per motivi storici ed anche sociali. Ritengo fondamentale che il Parlamento si pronunci con una legge sul futuro di questa attività. È un settore in cui molto spesso gli anziani lasciano mal volentieri a figli e nipoti e credo che su questo la politica debba fare ancora tanto. L’agricoltore deve tornare ad avere un ruolo sociale riconosciuto, non solo dai contesti pubblici, ma anche da quelli privati”. Lo ha dichiarato l’On. Mirco Carloni, Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, intervenuto al G7 Agricoltura, che si sta tenendo in questi giorni a Siracusa, in occasione dell’evento “Confronto sul futuro dell’agricoltura e della pesca con le istituzioni italiane ed europee”.
“Colgo l’occasione – ha proseguito Carloni – per dire che un terzo pilastro della PAC potrebbe riguardare le garanzie da dare sul credito, poiché tanti giovani imprenditori fanno fatica ad entrare nel mondo del credito. Così come è fondamentale tornare a dare all’agricoltore che intende portare avanti questa straordinaria attività, una fiducia sociale ma anche una redditività. Per fare questo abbiamo approvato una proposta di legge per fissare, nella cessione dei prodotti e delle materie prime, un costo minimo, che è quello necessario per la produzione, così da creare redditività lungo la filiera agroalimentare. Cito anche la legge sulla figura dell’agricoltore come custode dell’ambiente, ben diverso da quella definizione di limitazione della pressione antropica che l’Europa ci ha consegnato in alcune ultime direttive. È un ruolo da rivedere quello dell’agricoltore, ma noi siamo convinti che, come ha detto il Ministro Lollobrigida, sia il vero custode della natura e il Parlamento italiano in questi mesi non ha perso tempo e ha delineato più volte quello che intende come futuro per questo settore”.