Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25021 del 2019, hanno ribadito un principio fondamentale: gli atti relativi a edifici costruiti abusivamente, senza o in difformità dal permesso di costruire, sono da considerarsi nulli. Questa nullità, definita “testuale”, colpisce gli atti tra vivi, come i trasferimenti di proprietà o gli scioglimenti di comunioni, se non contengono gli estremi del titolo abilitativo dell’immobile. Anche nel caso in cui il venditore dichiari di possedere il permesso, la validità del contratto è vincolata alla sola esistenza del titolo abilitativo, indipendentemente dalla conformità o meno della costruzione stessa.
Le conseguenze della nullità
La sentenza ha un impatto significativo: se un immobile è stato costruito senza permesso o in difformità, qualsiasi atto di vendita o trasferimento risulta giuridicamente nullo. Il valore di questi immobili è, quindi, azzerato, e chi vi abita o acquista tali beni si trova di fronte a un potenziale disastro legale. Nonostante ciò, una situazione paradossale emerge: mentre la Corte di Cassazione stabilisce chiaramente l’invalidità di questi atti, il Tribunale di Roma continua a gestire la vendita di immobili abusivi, una pratica che solleva numerosi interrogativi.
Il paradosso del Tribunale di Roma
In un contesto in cui la legge sembra chiara, la persistente vendita di immobili abusivi da parte del Tribunale di Roma rappresenta una contraddizione che non può passare inosservata. Acquirenti inconsapevoli potrebbero trovarsi ad acquistare immobili che, secondo la normativa, sono giuridicamente inesistenti. Questa situazione genera incertezza e mina la fiducia nel sistema legale e immobiliare.
La necessità di intervento del Ministero della Giustizia
Di fronte a questa incoerenza, appare sempre più urgente un intervento da parte degli ispettori del Ministero della Giustizia presso il Tribunale di Roma. È fondamentale che vengano avviati controlli rigorosi sulla compravendita di immobili abusivi, affinché vengano rispettate le disposizioni della Corte di Cassazione. L’assenza di vigilanza adeguata rischia di perpetuare la confusione e di ingannare i cittadini che si affidano alla legalità nelle loro transazioni immobiliari. Gli ispettori ministeriali potrebbero garantire che le aste immobiliari si svolgano in conformità alla legge, tutelando così gli interessi di acquirenti e venditori, e ripristinando la fiducia nel sistema giuridico.
Conclusione
La sentenza n. 25021 del 2019 rappresenta un pilastro nella lotta contro l’abusivismo edilizio, ma l’effettiva applicazione di queste norme resta lacunosa, specialmente di fronte alla vendita di immobili abusivi gestita dal Tribunale di Roma. Solo un intervento deciso del Ministero della Giustizia e l’azione degli ispettori possono porre fine a questo paradosso giuridico, proteggendo i cittadini e assicurando che la legge venga rispettata in modo uniforme.