
È stata ufficialmente annunciata oggi la formazione del nuovo governo francese, composto da 39 ministri e guidato dall’esponente di destra Michel Barnier. L’ex negoziatore per la Brexit ha assunto la guida dell’esecutivo, con il suo primo obiettivo fissato sull’approvazione del progetto di bilancio nazionale. Questo rappresenta un passaggio cruciale per l’economia del Paese, in un momento di crescente instabilità globale.
Tra i ministri chiave del nuovo esecutivo spicca la nomina del centrista Jean-Noel Barrot agli Affari Esteri. Barrot, noto per la sua esperienza in politica estera e il suo approccio pragmatico, sarà incaricato di gestire le complesse relazioni internazionali della Francia, soprattutto in un periodo di tensioni geopolitiche in Europa e nel mondo.
Il portafoglio degli Interni è stato affidato a Bruno Rotayo, un conservatore radicale, scelto per rafforzare la sicurezza interna e per affrontare le sfide legate all’immigrazione e alla criminalità. La sua nomina suggerisce un approccio più rigoroso alla sicurezza pubblica, uno dei temi chiave della campagna elettorale.
Sébastien Lecornu, alleato dell’ex presidente Emmanuel Macron, ha ripreso il suo ruolo di ministro degli Eserciti, dimostrando continuità nelle politiche di difesa nazionale. Lecornu dovrà affrontare questioni legate alla modernizzazione delle forze armate e alla gestione degli impegni militari della Francia all’estero.
Il nuovo esecutivo terrà la sua prima riunione ufficiale lunedì pomeriggio presso il Palazzo dell’Eliseo, dove inizieranno i lavori per affrontare le sfide legislative e politiche del Paese. L’equilibrio tra le forze di destra, centriste e conservatrici all’interno del governo riflette una strategia di coesione per affrontare le complesse questioni interne e internazionali che attendono la Francia nei prossimi mesi.
