Le grandi società di social media e streaming video sono impegnate in una vasta sorveglianza degli utenti, con controlli della privacy lassisti e misure di salvaguardia inadeguate per bambini e adolescenti, secondo un rapporto pubblicato giovedì dalla Federal Trade Commission (FTC). Il documento evidenzia che queste aziende raccolgono massicciamente dati personali degli utenti per monetizzarli, senza fornire adeguate protezioni, specialmente per le fasce più vulnerabili della popolazione.
Il rapporto rivela che le aziende accumulano informazioni da fonti multiple, inclusi broker di dati e utenti non attivi sulle piattaforme, conservandole indefinitamente. Ciò solleva preoccupazioni sulla gestione e condivisione dei dati, dimostrando che molte aziende non rispettano le richieste di cancellazione degli utenti e non offrono reali strumenti per evitare l’uso dei loro dati nei sistemi automatizzati, come algoritmi e intelligenza artificiale.
La presidente della FTC, Lina Khan, ha sottolineato che queste pratiche, sebbene redditizie per le aziende, “mettono a rischio la privacy delle persone e le espongono a pericoli come il furto di identità e lo stalking”. La situazione è particolarmente grave per bambini e adolescenti, che, secondo la ricerca citata dalla FTC, sono soggetti a danni significativi alla salute mentale a causa dell’uso intensivo dei social media e delle tecnologie digitali.
Il rapporto si basa su indagini avviate nel 2020, che hanno coinvolto nove grandi aziende tra cui Amazon (proprietaria di Twitch), Meta (Facebook), YouTube, TikTok, Twitter (X) e Snapchat. Secondo il documento, il modello di business di queste società, incentrato sulla raccolta di dati per la pubblicità mirata, crea conflitti con la protezione della privacy degli utenti.
La FTC ha criticato l’approccio “diverso, incoerente e inadeguato” delle aziende nell’affrontare la privacy, esortandole a implementare misure più rigorose per proteggere i giovani utenti e migliorare la supervisione sui dati raccolti.