
La Russia ha lanciato un avvertimento chiaro e deciso ai paesi della NATO: permettere all’Ucraina di utilizzare armi a lungo raggio per colpire obiettivi in profondità nel territorio russo sarà considerato un atto di guerra diretto contro Mosca. Questo duro messaggio è stato ribadito dal rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, durante una recente riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, sottolineando che una decisione del genere cambierebbe drasticamente i rapporti tra Mosca e i paesi occidentali.
Secondo Nebenzya, “una volta che verrà presa la decisione di revocare le restrizioni [sull’uso delle armi a lungo raggio], ciò significherà che i paesi della NATO inizieranno una guerra diretta contro la Russia da questo preciso momento”. Il diplomatico ha chiarito che Mosca sarebbe costretta a rispondere con decisioni drastiche, con tutte le conseguenze che ne deriverebbero per gli “aggressori occidentali”. Nebenzya ha anche avvertito che, in uno scenario simile, i paesi occidentali non potrebbero evitare la responsabilità scaricando la colpa esclusivamente su Kiev.
Questa dichiarazione arriva in un momento cruciale, con crescenti tensioni tra la Russia e i paesi occidentali sull’assistenza militare fornita all’Ucraina. Il Daily Telegraph ha recentemente riportato che il primo ministro britannico Keir Starmer e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden avrebbero discusso la possibilità di concedere all’Ucraina il permesso di utilizzare missili a lungo raggio come gli Storm Shadow, durante un incontro a Washington. Tuttavia, secondo quanto riportato dal Guardian, Starmer non aveva intenzione di parlare pubblicamente di questo tema dopo il suo incontro con Biden.
Sebbene le discussioni su questo tema restino ancora riservate, la prospettiva di permettere all’Ucraina di lanciare missili in profondità nel territorio russo potrebbe essere annunciata durante la prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, prevista per la fine di settembre. Una decisione del genere segnerebbe una significativa escalation nel conflitto in corso, rafforzando la percezione russa di un coinvolgimento diretto dei paesi della NATO nel conflitto ucraino.
Il presidente russo Vladimir Putin aveva precedentemente affermato che l’Ucraina non è in grado di penetrare in profondità nel territorio russo senza l’assistenza occidentale. Secondo Putin, Kiev dipende fortemente dai paesi della NATO per l’intelligence satellitare e per le missioni di volo necessarie per condurre attacchi di precisione a lungo raggio. Il leader russo ha inoltre sottolineato che la discussione in corso tra i paesi occidentali non riguarda solo la fornitura di armi, ma il loro coinvolgimento diretto nel conflitto.
Putin ha concluso che le decisioni russe saranno prese in base alle minacce poste direttamente alla sicurezza della Russia, ribadendo che qualsiasi escalation occidentale riceverà una risposta proporzionata da parte di Mosca. Questo pone ulteriori interrogativi sulle potenziali conseguenze a lungo termine di un possibile allargamento del conflitto e sull’eventualità di un confronto diretto tra la Russia e i paesi della NATO.
Le dichiarazioni di Nebenzya e Putin rappresentano un avvertimento chiaro rivolto all’Occidente. La Russia ha reso evidente che qualsiasi azione che permetta all’Ucraina di utilizzare armi a lungo raggio contro il territorio russo sarà vista come un passo decisivo verso una guerra aperta tra la NATO e la Russia. L’attenzione si sposta ora sull’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e sulle future mosse dei paesi occidentali, che potrebbero influire profondamente sulla dinamica del conflitto in Ucraina e sulle relazioni internazionali nel loro complesso.