(AGENPARL) - Roma, 25 Agosto 2024Siamo lieti di avere oggi con noi Mirco Carloni, Presidente della 13ª Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, un ruolo cruciale in un momento di grande trasformazione per il settore agricolo italiano. Carloni, con una lunga esperienza sia a livello regionale che nazionale, è un esperto che porta con sé una visione ampia e concreta delle sfide e delle opportunità per l’agricoltura italiana.
Dalla sua precedente esperienza come vicepresidente della Regione Marche e assessore alle attività produttive, fino alla sua attuale posizione in Parlamento, Carloni ha affrontato questioni cruciali che spaziano dal valore della produzione agricola alla necessità di innovazione e sostenibilità. Con il suo background nelle Marche, una regione con una forte tradizione agricola e un tessuto economico diversificato, Carloni è ben posizionato per discutere le prospettive future e le politiche necessarie per il settore.
Oggi esploreremo le sue opinioni su come valorizzare l’agricoltura italiana, come la sua esperienza regionale influisce sul suo approccio a livello nazionale, e quali sono le sue proposte per sostenere i giovani e integrare l’innovazione tecnologica. Parleremo anche delle sue prospettive per lo sviluppo economico delle Marche e delle sue idee per migliorare le opportunità per i giovani italiani.
Senatore Carloni, grazie per essere qui con noi. Iniziamo l’intervista approfondendo il ruolo e le sfide che affronta come Presidente della Commissione Agricoltura.
Domanda. Ruolo nella commissione agricoltura: Come Presidente della 13ª Commissione Agricoltura, quali sono le principali sfide che ritieni prioritarie per il settore agricolo italiano nei prossimi anni? In che modo la tua esperienza nelle Marche influenzerà il tuo approccio?
Mirco Carloni. Tornare a dare valore alla terra, dare valore ai processi produttivi agricoli, in molti pensano, purtroppo, che si possa sostituire la nostra produzione agricola cioè l’uomo che lavora la terra e vive nella natura magari sfruttandola ma nella sapienza, con dei surrogati magari fatti in laboratorio o in un capannone industriale. Venendo da una terra che con la mezzadria ha creato i presupposti per un benessere artigianale e industriale non riesco a dimenticare che dalla terra viene ogni bene. Ora le sfide sono tante ma la prima, al netto delle ipocrisie, è dare valore alla agricoltura infatti senza valore aggiunto nessuno rimarrà nei campi. Mi preoccupa soprattutto la gioventù che va appassionata, stimolata e pagata adeguatamente per la fatica che questo settore richiede a coloro che vi si dedicano. Il valore aggiunto lo deve garantire il Paese mentre i nostri prodotti da soli si vendono, dobbiamo stare attenti che il made in Italy non sia fatto senza filiere agricole magari con materia prima da paesi terzi. Questo sarebbe poco serio per l’Italia.
Domanda. Transizione dalla Regione Marche alla Camera: Passando dalla carica di vicepresidente della Regione Marche e assessore alle attività produttive a quella di deputato, quali differenze hai riscontrato nel modo di affrontare i problemi e le necessità del territorio?
Mirco Carloni. La Regione è una grande “palestra” affinché l’attività legislativa venga fatta conoscendo la realtà ed in adesione ai bisogni veri. Mi preoccupa l’approccio ideologico delle politiche agricole perché rischia di allontanarci dalla competitività. Una lezione imparata nelle Marche che ha un settore agricolo straordinario. Su Enoturismo grandi margini di crescita.
Domanda. Esperienza nella pubblica amministrazione: Avendo ricoperto ruoli importanti a livello comunale, regionale e ora nazionale, quali sono le competenze chiave che ritieni necessarie per gestire efficacemente le sfide amministrative?
Mirco Carloni. Avere ben presente che la politica è un servizio e se dal comune, passando per la regione, si arriva in parlamento mai va dimenticato che il processo amministrativo non deve essere aggravato dalla burocrazia che colpisce i cittadini più deboli. Avere in mente la semplicità di quando si è alle prese con i problemi dei cittadini che necessitano di riposte come avviene nei comuni.
Domanda. Prospettive per le Marche: Quali progetti o iniziative credi possano avere un impatto significativo sullo sviluppo economico delle Marche? Come pensi di rappresentare al meglio la tua regione in Parlamento?
Mirco Carloni. Abbiamo dato seguito, insieme ai colleghi e al Governo, a tante esigenze dal volo di continuità da Ancona / Roma / Napoli / Milano; contributi fiscali per le zone del terremoto e dell’alluvione così come alle infrastrutture penso alla Guinza, alle intervallive. Inoltre abbiamo un grande obiettivo che è collegare anche le Marche all’alta Velocità ferroviaria. È dimostrato che laddove c’è un collegamento con le infrastrutture strategiche si delinea uno sviluppo del prodotto interno. Pertanto le Marche devono correre avanti senza ascoltare i piccoli profeti della decrescita felice che creano i comitati per bloccare ogni forma di sviluppo soprattutto senza ascoltare coloro che sono i responsabili degli ultimi quaranta anni di ritardi.
Domanda. Politiche giovanili: In passato sei stato assessore alle politiche giovanili. Quali sono le tue proposte attuali per migliorare le opportunità per i giovani italiani, sia a livello educativo che lavorativo?
Mirco Carloni. Le università italiane sono ottime ma dobbiamo fare in modo che finito il percorso di laurea la realizzazione dei giovani non venga cercata altrove. Questa è la sfida. Serve fiducia e coraggio soprattutto servono margini di guadagno adeguati. Penso alla legge che abbiamo fatto per i giovani agricoltori (L. 36 del 15 Marzo 2024) è una sollecitazione da parte del Parlamento alle istituzioni finanziarie. Date fiducia a chi apre una impresa agricola.
Domanda. Agricoltura e innovazione: Come Presidente della Commissione Agricoltura, quali sono le tue proposte per integrare l’innovazione tecnologica nel settore agricolo, per renderlo più sostenibile e competitivo?
Mirco Carloni. La sostenibilità determina la permanenza e forse anche la sopravvivenza del settore agricolo che, non dimentichiamo, produce il cibo e i beni primari. I nostri agricoltori lo fanno talmente bene che sono fuori mercato. Come si fa? Bisogna educare i consumatori che un “prosciutto di tofu” farà anche figo ma non è un prodotto che tutela i produttori, non remunera i lavoratori, non tutela la biodiversità e infine danneggia l’ambiente! Lo vogliamo dire o no? Basta con questa dabbenaggine! la sostenibilità si traduce solo nel sostegno a chi l’ambiente lo lavora e lo tutela come è stato fatto per secoli non con surrogati. Il sistema allevatoria le per esempio va tutelato e remunerato. Il latte o la carne prodotta in Italia devono essere pagati di più e il consumatore se vuole sostenere l’ambiente acquisti i prodotti fatti da chi vive in campagna e presidia le aree interne.
