(AGENPARL) – mar 13 agosto 2024 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca quiLa Regola del Gioco
incontro promosso da 100autori, AIDAC, ANAC, e WGI,nell’ambito della XXI edizione delle Giornate degli autori con il sostegno di SIAE
Martedì 3 settembre 2024, ore 9:45Lido di Venezia, Hotel Excelsior | Spazio Incontri – Venice Production Bridge
Roma, 13 agosto 2014. Lo chiamiamo gioco perché amiamo farlo e perché ci piacciono le citazioni cinefile, ma sappiamo bene che l’audiovisivo è qualcosa di molto serio e centrale per il nostro Paese. Un comparto basilare per la cultura e l’economia italiana nel quale il sostegno dello Stato, basato sul principio dell’eccezione culturale, ha grande rilevanza. Come tale ha bisogno di regole che tutelino tutti i soggetti, regole che favoriscano la produttività del settore, ma regole che non perdano mai di vista la traiettoria culturale degli investimenti pubblici.
Le autrici e gli autori italiani attraverso le associazioni che li rappresentano 100autori, Aidac, Anac e Wgi, sono uniti saldamente nell’obiettivo comune di contribuire a migliorare queste regole:Regole che non appaiano come calate dall’alto
Regole che si rivelino il frutto di un confronto aperto e reale con le IstituzioniRegole nelle quali si riconoscano il più possibile tutte le diverse anime del settoreRegole che offrano le stesse opportunità di lavoro alle grandi, come alle piccole realtà
Le legislazioni si evolvono, le norme sono in divenire e ogni Governo è legittimato a cambiarle, ma ogni cambiamento, soprattutto in un settore strategico come questo, non può prescindere dal coinvolgimento diretto delle categorie e degli operatori sui quali ricadranno gli effetti delle riforme. Dal tax credit, ai contributi selettivi e automatici, alle regole per i produttori indipendenti e per tutte le questioni che verranno, vorremmo poter contare su una più stretta e continuativa collaborazione istituzionale. Ma non solo. Come autrici e autori abbiamo pieno titolo per essere coinvolti nel dibattito dell’intero settore, anche su questioni non direttamente riconducibili alla categoria come quelle relative alla produzione, all’esercizio, all’emittenza televisiva… dibattito dal quale invece si tende ad escluderci, il che non può avvenire, perché il nostro lavoro è al centro dell’intera filiera, una filiera che è sostenuta con risorse pubbliche e sulla loro gestione vogliamo poterci esprimere. Questo è il cambiamento che chiediamo.
Cambio di metodo che auspichiamo avvenga anche con tutte le altre anime del settore, nel rispetto delle relative prerogative. Con i produttori per esempio vorremmo migliorare le regole che governano i rapporti di lavoro. Con loro vorremmo avviare un confronto per la stesura del primo Contratto collettivo nazionale per le sceneggiatrici e gli sceneggiatori, le registe e i registi che incredibilmente ancora manca per la nostra professione. Li invitiamo quindi ad incontrarci subito dopo la Mostra per porre le basi di un’intesa che garantisca regole certe per il nostro mestiere, a tutela innanzitutto delle nuove generazioni.
Il cambiamento di passo nel metodo di lavoro lo abbiamo adottato anche con l’istituzione che ci è più vicina e di cui sono parte integrante 100 autori, AIDAC, ANAC e WGI: la Siae. Con la Società degli autori e delle autrici il rapporto si è evoluto nell’ultimo anno tramite un’intensa e proficua collaborazione all’insegna di una più incisiva affermazione del diritto d’autore e della remunerazione adeguata e proporzionata, che include il percorso di applicazione in Italia della direttiva del diritto d’autore con particolare riferimento ai Residuals.
Noi chiediamo che tra Istituzioni e autrici e autori, ma anche tra le autrici e gli autori e le altre categorie del settore s’instauri un sistema di regole condivise che rispettino il valore e il ruolo di ogni tassello del vasto mosaico, a partire dalla creatività e dalla libertà di espressione senza le quali non esisterebbe tutto il resto, dall’occupazione, alla crescita produttiva, dalla dignità del lavoro, al diritto degli spettatori ad una fruizione di opere che non siano imposte da schemi culturali e sistemi produttivi che non ci appartengono.
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